Caratteristiche
Il Virus Nipah è un virus a RNA a singolo filamento appartenente alla famiglia dei Paramyxoviridae e al genere degli Henipavirus. Assieme al virus Hendra, facente parte anch’esso dello stesso genere, rientra tra i virus più pericolosi gravati da un’alta mortalità ed in grado di causare malattie zoonotiche; proprio di quest’ultimo tema e del virus Hendra ne parla egregiamente lo scrittore David Quammen, nel libro Spillover. Della famiglia dei Paramyxoviridae ricordiamo inoltre altri virus più comuni, come il virus respiratorio sinciziale, il virus del morbillo ed il virus della parotite.
L’ospite naturale del virus Nipah è il pipistrello della frutta (genere Pteropus) e la trasmissione all’uomo avviene per contatto diretto con pipistrelli, suini e persone infette; in passato sono stati segnalati diversi focolai localizzati principalmente in Asia, in particolare Bangladesh, Malaysia ed India. In Bangladesh, oltre ai casi di trasmissione interumana, altri casi di trasmissione sono stati riconducibili al bere linfa di palma da dattero, precedentemente contaminata da urine di pipistrello infetto.
Come il virus Dengue, Chikungunya e Zika, è incluso tra i virus emergenti e di recente scoperta, dato che la sua prima identificazione risale al 1999.
Filogenesi
Dominio | Acytota |
Gruppo | Gruppo V (ssRNA-) |
Famiglia | Paramyxoviridae |
Genere | Henipavirus |
Specie | Nipah virus |
Morfologia strutturale
Il virus Nipah, come tutti i virus appartenenti alla famiglia dei Paramyxoviridae, presenta un genoma a RNA a singolo filamento a polarità negativa (Fig.1) di circa 19.000 basi, racchiuso in un nucleocapside elicoidale, di dimensioni molto variabili tra 40 e 600 nm; all’esterno è presente uno strato di origine lipidica denominato envelope. Il genoma degli Henipavirus presenta però delle differenze e codifica per sei proteine strutturali, ognuna con una caratteristica funzione:
- proteina N: proteina nucleocapsidica,
- proteina P: proteina associata al nucleocapside,
- proteina M: matrice che si interpone tra il nucleocapside e l’envelope,
- proteina F: glicoproteina di fusione,
- proteina G: recettore virale,
- proteina L: proteina di maggiori dimensioni, corrispondente alla RNA polimerasi.
Una particolarità degli Henipavirus è quella di utilizzare come recettore cellulare la glicoproteina ephrin B2, codificata dal gene EFNB2, espressa su molte cellule e presente nella maggior parte dei mammiferi.
Patogenesi e complicanze
Nell’ospite naturale l’infezione è asintomatica, mentre nell’uomo il virus presenta un alto tropismo soprattutto per cellule endoteliali dei vasi sanguigni, epiteliali del sistema respiratorio e quelle neuronali del sistema nervoso centrale, in particolare della corteccia prefrontale. I sintomi compaiono generalmente dopo poco tempo dall’infezione, in genere 3-5 giorni con manifestazioni febbrili, cefalea e difficoltà respiratorie. La progressione dell’infezione è solitamente molto rapida ed in 48 ore il soggetto colpito può andare incontro ad alterazioni della coscienza fino ad arrivare al coma. La morte può sopraggiungere per encefalite ma all’esame autoptico è stata vista anche la predominanza di una vasculite sistemica, infiammazione a carico dei vasi sanguigni con successiva ischemia e necrosi di molti tessuti.
Il virus può anche manifestarsi sia in forma moderata con febbre e sintomi simil-influenzali sia in forma più grave con sindromi polmonari ed interesse del sistema nervoso centrale; nei pazienti che tuttavia riescono a combattere l’infezione, l’encefalite può instaurarsi in forma cronica alternando periodi senza manifestazioni a periodi con ricadute anche in forma grave.
Metodi di identificazione
L’identificazione del virus può essere molecolare attraverso l’RT-PCR, in grado di discriminare direttamente il genoma virale, e sierologica attraverso la ricerca nel siero e liquor di anticorpi IgM ed IgG con metodi immunoenzimatici. La presenza di anticorpi di tipo IgG è importante nel confermare, dopo eventuale guarigione, l’infezione da Nipah. Il virus può essere inoltre isolato su diverse linee cellulari, ma data la sua pericolosità si preferiscono i test molecolari e sierologici.
La diagnosi molecolare viene svolta su diversi campioni biologici, principalmente il tampone faringeo ed il liquido cefalorachidiano (LCR).
È bene ricordare che, come accennato precedentemente, data la pericolosità di questo virus – come il virus Ebola -, tutte le operazioni e le procedure di laboratorio devono essere svolte rigorosamente nei laboratori di massima sicurezza (ad alto contenimento, BLS4), adottando tutte le buone pratiche di laboratorio, al fine di abbattare il rischio di un possibile contagio e diffusione, assicurando la salute dell’operatore di laboratorio ed indirettamente la salute di tutti.
Terapia
Attualmente non esiste né un vaccino né una terapia specifica contro il virus Nipah. La terapia è sostanzialmente di supporto arginando i sintomi, ma sono in fase di studio (in vitro) farmaci come la Ribavirina, anche se non è ancora stata provata come trattamento sull’uomo. Un altro farmaco studiato è stato il Remdesivir, utilizzato in via sperimentale anche contro l’Ebola e l’attuale SARS CoV-2.
La prevenzione si basa sull’isolamento di animali e/o persone infette adottando, ove possibile, appropriate misure di protezione.
Priscilla Caputi, 22 Luglio
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