E’ davvero così importante vaccinarsi? il vaccino è essenziale per sfuggire in tempi rapidi ad un incubo mondiale meglio noto come pandemia? La risposta è si e di seguito sono riportate le motivazioni.
Immunità di gregge per la tutela personale e collettiva
Vaccinarsi è importante per il raggiungimento dell’immunità di gregge. Con il concetto di soglia di immunità di gregge si intende quella frazione della popolazione che deve essere immune per prevenire una diffusione epidemica (in questo caso pandemica) dell’infezione.
Basic reproduction number (R0)
Il valore soglia dipende principalmente da un parametro, noto come R0 o basic reproducion number. Questo esprime il numero medio di seconde infezioni causate da un singolo individuo infetto, prendendo in considerazione una popolazione di individui suscettibili. In merito all’infezione causata da SARS-CoV-2 il valore di R0 è compreso in un range pari a 2-6. Tuttavia è difficile ottenere un valore preciso in quanto questo varia nel tempo ed è diverso in base alla popolazione considerata. Approssimativamente considerando un valore di R0 pari a 3 la soglia di immunità è pari al 67%. Questo significa che l’incidenza dell’infezione inizierà a diminuire dopo aver raggiunto una proporzione di individui immunizzati pari a 0.67.
Effective reproduction number (Re)
Un secondo parametro maggiormente pertinente con il periodo attuale, è indicato come Re o effective reproduction number. Tale valore esprime il numero medio di individui infetti a partire da un singolo caso, in un determinato periodo infettivo e considerando una popolazione parzialmente immune. Salta immediatamente all’occhio come la differenza dei due parametri considerati sia evidente nella presenza o meno di una popolazione parzialmente immune. L’immunità può essere indotta dall’inoculazione del vaccino, oltre al metodo naturale. Questo consiste semplicemente nel sviluppare un sistema di riconoscimento e difesa dal SARS-CoV-2, dopo aver contratto l’infezione. L’obiettivo delle campagne vaccinali è il raggiungimento di un valore di Re inferiore a 1. In altri termini l’immunità di gregge può considerarsi raggiunta quando un individuo infetto trasmette l’infezione a meno di altra persona.
Diversi studi mettono in evidenza come le vaccinazioni, oltre ad attivare il sistema immunitario contro il virus, siano in grado di ridurre la trasmissione del patogeno. Considerando una frazione della popolazione immune, la probabilità di un contatto efficace tra individui affetti e individui suscettibili è ridotta. Inoltre nel caso in cui la parte di individui suscettibili in una popolazione sia molto bassa, il patogeno non può diffondersi con successo e la sua prevalenza diminuirà.
L’immunità di gregge, oltre a tutelare il singolo individuo, è un meccanismo di protezione indiretta per gli individui suscettibili. Vaccinarsi significa volersi bene e volere bene agli altri. E’ un gesto di cuore per se stessi e per le persone che (pur volendo) non possono ricevere il trattamento.
Presentazione del virus
SARS-CoV-2 presenta un genoma a RNA. Il virus appartiene alla sottofamiglia degli Orthocoronavirinae ed è classificato all’interno del genere Beta-coronavirus. Nella struttura del virus è possibile distinguere quattro proteine principali: La glicoproteina transmembrana spike (S), responsabile del legame con i recettori ACE. Questi sono localizzati nelle membrane delle cellule epiteliali del tratto respiratorio. Altre componenti proteiche virali sono le glicoproteine costituenti l’envelope e la membrana. Rispettivamente denominate E e M. Infine il nucleocapside è costituito dalla proteina N.
Variabilità
Una caratteristica fondamentale del virus è la sua capacità di cambiare nel tempo. Tale variazione inizia a livello del genoma con la comparsa di alterazioni della sequenza genetica (mutazioni), per poi manifestarsi nelle proteine che lo costituiscono.
Cosa comporta il cambiamento?
Questa capacità è tutt’altro che vantaggiosa per la nostra specie. Le mutazioni possono rendere il virus ‘irriconoscibile’ da parte del sistema immunitario (SI) che conseguentemente non può attaccarlo. La capacità di eludere il SI è solo una delle conseguenze del ‘cambio d’abito’ che tanto caratterizza il SARS-CoV-2. La comparsa di mutazioni nel genoma virale può permettere l’acquisizione di nuove caratteristiche come una maggiore trasmissibilità o patogenicità. Diversi studi hanno dimostrato un aumento della trasmissibilità di SARS-CoV-2, rispetto ai suoi predecessori SARS-CoV e MERS-CoV. L’attuale virus presenta una capacità di legare i recettori ACE 2 tra le 10 e le 20 volte maggiore, rispetto SARS-CoV. Questa caratteristica rende SARS-CoV-2 maggiormente trasmissibile.
Dalle premesse alle conclusioni
Il cambiamento nel corso del tempo ha permesso al virus di affinare il colpo ed essere più preciso nel suo attacco.
Bisognerebbe chiedersi: Qual è il nostro contro-attacco ad un virus così mutevole? La risposta è sicuramente vaccinarsi. Il vaccino non fa altro che concedere al nostro corpo le informazioni necessarie per riconoscere e attaccare il virus. Questo preparato biologico permette al SI di memorizzare un bersaglio, corrispondente con il virus o una parte di esso. I vaccini a RNA cedono alle cellule un messaggio non a caso si parla di RNA messaggero! Tale informazione contiene le istruzioni necessarie per produrre la proteina spike. In seguito al riconoscimento di questa componente virale, viene indotta una risposta immunitaria contro l’incriminato biologico. Quindi nel caso in cui dovesse verificarsi un eventuale contatto con il virus, il nostro SI provvederà a neutralizzarlo.
La campagna vaccinale: Una lotta contro il tempo
Un’altra domanda sorge spontanea è: in che modo il vaccino può interrompere questo preoccupante e crescente cambiamento del virus? La campagna vaccinale è una lotta contro il tempo. I vaccini attualmente disponibili proteggono gli individui dalle varianti maggiormente diffuse. Tuttavia prolungare i tempi di vaccinazione significherebbe consentire al virus di diventare diverso. Nel corso del tempo, il cambiamento di SARS-CoV-2 potrebbe essere tale da non consentire il riconoscimento del virus da parte del SI. Questo potrebbe abbassare l’efficacia del trattamento.
Fonti
- Lipsitch et al, Cross reactive-memory T cells and herd Immunity to SARS-CoV-2.Nat.Rev.Immunol.2020
- Haley E et al, Herd Immunity Understanding COVID-19. Elsevier 2020
- Pagina ufficiale istituto superiore di sanità: https://www.iss.it/cov19-faq-varianti/-/asset_publisher/yJS4xO2fauqM/content/cosa-sono-le-mutazioni-e-perch%25C3%25A9-sono-importanti-
Crediti immagini
- Figura 1: https://www.ao.pr.it/reithera-il-vaccino-italiano-anti-covid-19/
- Figura 2: Haley E et al, Herd Immunity Understanding COVID-19. Elsevier 2020
- Figura 3: https://www.osservatoriomalattierare.it/news/attualita/16506-covid-19-gli-ultimi-test-per-la-ricerca-del-virus-sars-cov-2