I pazienti che hanno sviluppato l’infezione da Sars-Cov-2 hanno manifestato i più disparati sintomi, dai più lievi a complicanze che hanno portato alla necessità di ospedalizzazione. Stanchezza, mal di testa, rinite, dolori muscolari, perdita di olfatto e alterazione del gusto sono solo alcuni dei più comuni sintomi lievi accusati da pazienti in fase di positività al virus. Gli organi maggiormente intaccati dal Covid-19 si sono dimostrati senz’altro i polmoni e tutti i componenti dell’apparato respiratorio, ma non sono mancate diagnosi che hanno interessato anche l’apparato gastrointestinale, cardiocircolatorio e oculare. Anche nei pazienti asintomatici, in fase di infezione, spesso è stata riscontrata una bassa saturazione di ossigeno. Cosa sappiamo invece dei sintomi post-Covid?
In tutto il mondo si stanno effettuando studi che riguardano la cosiddetta “sindrome post-Covid”. Sono in corso infatti profondi monitoraggi di pazienti che hanno vissuto un’infezione più o meno acuta da Sars-Cov-2, in quanto molte persone hanno mostrato una sintomatologia riconducibile alla malattia anche dopo mesi dalla negativizzazione. Non solo danni ai polmoni e danni neurologici, quindi, ma anche sintomi di varia entità che i pazienti continuano a lamentare. Effetti a lungo termine che non possono essere trascurati.
Gli studi sul Sars-Cov-1
Nel periodo intercorso tra il mese di novembre 2002 e agosto 2003 ci sono stati 8096 casi di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) in tutto il mondo, con 900 morti. Addirittura il 40% dei 233 sopravvissuti alla SARS a Hong Kong è stato segnalato come affetto da affaticamento cronico dopo circa 3-4 anni. In uno studio condotto a Toronto, molti pazienti hanno manifestato una sindrome post-SARS cronica caratterizzata da affaticamento persistente, mialgia diffusa, debolezza, depressione e sonno disturbato.
Un altro studio prospettico condotto in due anni su pazienti che avevano sviluppato SARS, presso il Prince of Wales Hospital di Hong Kong, ha mostrato una significativa compromissione della funzione polmonare, con un impatto maggiormente negativo tra gli operatori sanitari.
Facendo tesoro degli studi condotti sul virus Sars-Cov-1 (figura 1), il virus che ha causato l’epidemia, era inevitabile approfondire anche per questo nuovo coronavirus la persistenza dei sintomi anche dopo diverso tempo.

Uno studio italiano sui sintomi post-Covid
In uno studio tutto italiano, condotto dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, sono stati valutati i sintomi persistenti nei pazienti che sono stati dimessi dall’ospedale dopo il recupero da Covid-19. Quello che è emerso è che dopo circa 60 giorni dopo l’inizio del primo sintomo correlabile al Covid-19 più del 75% dei pazienti riportava uno o più sintomi, in particolare affaticamento, dispnea, dolori articolari e al torace.
Presso lo stesso Policlinico si è istituito un servizio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti, proprio per poter eseguire un check-up completo post Covid-19. Psichiatri, otorini, pneumologi, infettivologi e gastroenterologi continuano a raccogliere dati riguardo gli strascichi dell’infezione, che non sono da sottovalutare. Viene valutato anche lo stato nutrizionale, in quanto la Società Europea per la Nutrizione Clinica e il Metabolismo (ESPEN) raccomanda uno screening nutrizionale nei pazienti post-Covid. Infatti a seguito dell’infezione da SARS-CoV-2, un’infiammazione iperattiva può aumentare i processi catabolici e l’anoressia.

Il consorzio PHOSP-COVID
Nel Regno Unito è in corso un importante studio di ricerca per la valutazione degli effetti a lungo termine del Covid-19, ad opera di un team costituito da medici e ricercatori inglesi che agiscono in sinergia per ottenere un’ampia quantità di dati. Lo studio infatti si propone di arruolare ben 10.000 pazienti che sono stati ospedalizzati con Covid-19. L’obiettivo è quello di poter creare in futuro nuove strategie per l’assistenza clinica, e terapie personalizzate in soccorso ai pazienti. I dati raccolti durante lo studio saranno inseriti in una rete di collaborazione internazionale, collaborando con l’European Respiratory Society e la Canadian Thoracic Society. Sono oggetto di studio gli effetti a breve (0-6 mesi), medio termine (6-12 mesi) e lungo termine (più di 12 mesi) della malattia.
Sarà necessario uno sforzo collettivo a livello mondiale per poter comprendere a fondo le potenzialità di questo virus, e affinchè chiunque vada incontro all’infezione sia opportunamente assistito e compreso nel tempo, per scongiurare complicazioni non solo fisiche, ma anche psicologiche.
Fonti:
- Ngai JC, Ko FW, Ng SS, To KW, Tong M, Hui DS. The long-term impact of severe acute respiratory syndrome on pulmonary function, exercise capacity and health status. Respirology. 2010
- Moldofsky H, Patcai J. Chronic widespread musculoskeletal pain, fatigue, depression and disordered sleep in chronic post-SARS syndrome; a case-controlled study. BMC Neurol. 2011
- Carfì A, Bernabei R, Landi F, for the Gemelli Against COVID-19 Post-Acute Care Study Group. Persistent Symptoms in Patients After Acute COVID-19. JAMA. 2020
- Gemelli Against COVID-19 Post-Acute Care Study Group., Landi, F., Gremese, E. et al. Strategie sanitarie globali post-COVID-19: la necessità di un approccio interdisciplinare. Aging Clin Exp Res 32, 1613-1620 (2020)
- https://phosp.org/