Uno studio statunitense dichiara che il nuovo coronavirus è un potenziale e pericoloso patogeno per l’uomo. Una versione aggiornata ed inaspettata della SARS è in arrivo?
Molti ricorderanno la fobia per la possibile pandemia dal virus della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) osservata nel 2003 con l’identificazione del coronavirus responsabile di tale sindrome da parte di Carlo Urbani, medico e microbiologo italiano che si ammalò egli stesso di tale sindrome e morì dopo 19 giorni di agonia e quarantena.
Sembra essere passato molto tempo e, come tutte le cose, sembra che il tempo abbia assopito ogni paura. Purtroppo lo spettro del pericolo SARS non è mai scomparso, anzi! Basti pensare soltanto al caso della Mers-CoV, ovvero Middle East respiratory syndrome-coronavirus (coronavirus della sindrome respiratoria del Medio Oriente), che tra la metà del 2012 ed il 2013 creò piccoli focolai d’infezione anche tra Francia, Gran Bretagna e Germania, facendo ripiombare nel panico la popolazione europea e mondiale.
Ora la notizia non è quella di un nuovo pericolo pandemia da SARS in atto, ma è di quelle che ci danno un campanello d’allarme. Infatti, è stato pubblicato su PNAS uno studio dell’Università del North Caroline in cui un nuovo SARS-like coronavirus viene presentato come un possibile patogeno in grado di passare dall’animale all’uomo, ovvero creando proprio lo stesso evento che diede vita più di 13 anni fa al pericolo SARS. Il virus in questione si chiama WIV1-CoV e, il suddetto studio, mette in evidenza la sua pericolosità dovuta dalla sua forte similitudine con il triste “fratello maggiore” del 2003 e che, nonostante sia stato isolato dal pipistrello a ferro di cavallo, in laboratorio ha dimostrato avere la capacità di replicarsi facilmente in cellule umane. Inoltre, la notizia ancora più allarmante è che il vaccino in uso per attenuare il classico coronavirus della SARS è del tutto inutile nei confronti del WIV1-Cov, a causa di piccole ma significative differenze nella sequenza virale.
Insomma, non stiamo parlando ovviamente di una epidemia in atto, ma come sappiamo prevenire è meglio che curare e, in special modo, dove non esiste cura la prevenzione diventa l’unica salvezza.
Giovanni Di Maio (alias Santi Rocca)
Fonti: www.pnas.org, www.corriere.it, www.focus.it.