Sclerosi multipla ed Epstein-Barr virus: una relazione di causalità?

La sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una malattia cronica neurodegenerativa, definita tra le patologie autoimmuni. Un’infiammazione anomala determina il danno non solo della guaina mielinica, ma anche delle cellule specializzate nella sua produzione (oligodendrociti) e delle fibre nervose stesse (Figura 1). Alla base di questa malattia non vi è una sola causa scatenante. La sclerosi multipla è definita infatti una “malattia multifattoriale” in cui diversi agenti, genetici ed ambientali, contribuiscono alla stimolazione del sistema immunitario ai danni del nostro sistema nervoso.

Comparazione strutturale di un neurone in un soggetto sano, e di un neurone in un soggetto affetto da sclerosi multipla caratterizzato da danno assonale.
Figura 1Danno assonale di un neurone in pazienti affetti da sclerosi multipla [Fonte: medicinaonline.co].

Una moltitudine di fattori

Nonostante la sclerosi multipla non sia una malattia ereditabile, diverse alterazioni genetiche contribuiscono ad accrescere il rischio di insorgenza della patologia. Nello specifico, variazioni a livello della regione HLA, all’interno del cromosoma 6 codificante per il complesso maggiore di istocompatibilità, correlano con un aumentato rischio di sviluppare la malattia.

Attraverso studi clinici sono stati individuati numerosi agenti ambientali, infettivi e non, i quali risultano essere fattori di rischio per l’insorgenza della malattia. In primis, sembra che la lontananza dall’equatore accresca la probabilità di sviluppare la sclerosi multipla, probabilmente il motivo è da ricondursi alla ridotta esposizione al sole e conseguentemente ad una minor produzione ed assunzione di vitamina D. Tuttavia, non è chiaro se una maggiore attenzione e prevenzione nei confronti dei fattori ambientali, possa diminuire il rischio di contrarre la sclerosi multipla.

Il ruolo del virus di Epstein-Barr

Il virus di Epstein-Barr infetta il 95% degli adulti, causando un’infezione latente (Figura 2). In alcuni soggetti il decorso è asintomatico, contrariamente in altre persone porta all’insorgenza della mononucleosi infettiva, meglio conosciuta con il nome di “malattia del bacio”. In particolare, questo virus si serve dei linfociti B per sopravvivere, infettandoli e causandone un’attivazione e proliferazione abnorme. Nonostante i linfociti T eliminino una buona parte di cellule infettate, una porzione di linfociti B contenenti il genoma di EBV è in grado di persistere nel circolo sanguigno portando così alla latenza.

Ciclo replicativo del virus di Epstein-Barr
Figura 2 – Ciclo replicativo del virus di Epstein-Barr [Fonte: immunopaedia.org].

Tra i fattori ambientali, sicuramente gli agenti virali ricoprono attualmente una grande importanza nella definizione della patologia. Risalgono agli anni ’80 le prime ipotesi di un possibile ruolo dei virus in quanto fattori scatenanti la malattia, di fatti i primi studi presero in esame il virus del Morbillo, della Rosolia e della Varicella-Zoster.

Promettenti lavori hanno approfondito il ruolo di causalità del virus di Epstein-Barr (EBV), il quale sembra essere una possibile concausa della sclerosi multipla, partecipando alla manifestazione della malattia attraverso diversi meccanismi, vediamone alcuni esempi: la presenza di un’infezione sintomatica (mononucleosi infettiva) e di elevati titoli anticorpali, anti-EBNA1 IgG sembrerebbero predisporre ad un maggiore rischio di sviluppare sclerosi multipla. In particolare, la rilevazione di questi anticorpi contro alcune componenti del virus è associata all’insorgenza di nuove lesioni cerebrali. Inoltre, alcune ricerche hanno evidenziato la presenza di EBV nelle cellule del sistema nervoso centrale dove, attraverso il meccanismo di mimetismo molecolare, potrebbero indurre il nostro sistema immunitario ad “attaccare” erroneamente anche il sistema nervoso centrale.

Nuove evidenze sul legame tra EBV e sclerosi multipla

Un recente studio pubblicato sulla rivista Science, e condotto da un gruppo di ricercatori della Harvard Chan School di Boston, ha analizzato in particolar modo il ruolo di EBV nella patogenesi della sclerosi multipla. I ricercatori, coordinati dal Prof. Alberto Ascherio, hanno studiato l’ipotesi che il virus di Epstein Barr possa essere l’agente responsabile dell’insorgenza della sclerosi multipla, conducendo così a nuove importanti evidenze in questo campo.

Lo studio ha coinvolto 10 milioni di militari americani, 801 affetti da sclerosi multipla e 1566 controlli sani. I campioni di sangue prelevati da questi soggetti hanno mostrato che nei controlli senza SM, il rischio di sviluppare la malattia è risultato aumentato di 32 volte in seguito ad infezione da EBV, contrariamente il rischio è rimasto invariato dopo l’infezione di altri virus (Figura 3).

Sono stati valutati i livelli della catena leggera dei neurofilamenti, un biomarker per la degenerazione neuronale, associata alla progressione della sclerosi multipla. In particolare, sono stati rilevati livelli elevati di questa componente in seguito ad infezione da Epstein-Barr virus e prima della diagnosi di sclerosi multipla, avvenuta mediamente cinque anni dopo la sieroconversione. Mentre nelle persone affette da SM ma EBV negative, i livelli di NfL sono risultati elevati solo dopo infezione da EBV.

Rischio di insorgenza di sclerosi multipla relativamente allo stato di infezione da Epstein-Barr virus
Figura 3Rischio di insorgenza di sclerosi multipla relativamente allo stato di infezione da EBV [Fonte: science.org].

Conseguenze dello studio

È importante precisare che, come affermano i ricercatori della Harvard Chan School, fattori ambientali e genetici correlano con la predisposizione non solo all’infezione, ma anche all’insorgenza della patologia. Tuttavia, questo studio ci fornisce le prime prove valide di causalità tra il virus di Epstein-Barr e lo sviluppo della sclerosi multipla, dove temporalmente l’infezione precede la malattia. A questo punto potremmo chiederci: cosa si intende per “legame di causalità” ? I ricercatori affermano che la causalità implica l’insorgenza della sclerosi multipla dopo un’infezione da EBV, senza la quale il soggetto non avrebbe sviluppato la malattia.

Questa ricerca apre la strada all’indagine di nuovi trattamenti, tra cui un potenziale vaccino contro il virus di Epstein-Barr. Attualmente, infatti, l’azienda statunitense Moderna, ben conosciuta da tutti grazie allo sviluppo di un vaccino contro il SARS-CoV 2, è alle prese con lo studio di un nuovo vaccino per contrastare il virus di Epstein-Barr sfruttando la tecnologia a mRNA. Il vaccino candidato contro EBV, mRNA 1189, contiene nello specifico 4 mRNA che codificano per le proteine virali di superficie, prevenendo così l’ingresso del virus nelle cellule B. Precisamente il 5 gennaio 2022, Moderna ha annunciato di aver somministrato il vaccino EBV al primo partecipante dello studio clinico di fase 1, denominato Eclipse.

Dunque, in futuro potrà essere valutata la capacità del vaccino di prevenire l’infezione da EBV e potenzialmente lo sviluppo della sclerosi multipla.

Fonti

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