SARS-CoV-2: resoconto della situazione pandemica attuale

SARS-CoV-2: il virus che ha sconvolto le nostre vite

SARS-CoV-2, il virus responsabile della pandemia che stiamo tutt’ora vivendo, ha stravolto le nostre vite. Settimana dopo settimana, giorno dopo giorno, ci ha insegnato che le nostre routine possono essere sconvolte da un momento all’altro e che nulla è scontato.

Lo stato attuale della pandemia

Nonostante SARS-CoV-2 dopo la prima ondata pandemica sembrasse ad alcuni apparentemente scomparso, una nuova ondata sta riguardando, in percentuali diverse, quasi tutti gli Stati inizialmente interessati (Fig. 1). L’Italia, dopo un breve periodo di stasi, ha visto un incremento dei casi giornaliero che ha condotto, ad oggi, a uno scenario di tipo 4. Lo scenario 4 si presenta allorquando l’indice Rt, ovvero l’indice che misura la diffusione del virus, supera la soglia di 1,5. A livello nazionale, ad oggi, l’indice Rt è a 1,7. Una situazione di questo tipo delinea un sovraccarico ospedaliero, l’impossibilità del tracciamento dei casi e una situazione difficilmente gestibile alla quale può, presumibilmente, seguire un lockdown simile a quello avutosi durante la prima ondata pandemica.

incremento dei nuovi casi SARS-CoV- 2 in tutto il mondo
Figura 1 – incremento dei nuovi casi SARS-CoV- 2 in tutto il mondo

Un po’ di numeri

Agli inizi di novembre, i casi registrati nel mondo sono circa 46,5 mln mentre, quelli registrarti in Italia, si aggirano intorno ai 710.000. In Italia, undici regioni sono considerate «a rischio elevato di una trasmissione non controllata» e 8 sono classificate «a rischio moderato con probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese». Lombardia, Piemonte, Campania e Veneto sono le regioni più colpite per le quali l’ipotesi di un nuovo lockdown inizia ad essere sempre più concreto (fig. 2). Seguono Emilia-Romagna, Lazio, Toscana e Liguria. Basilicata e Molise sono invece le regioni meno colpite. I decessi in Italia si aggirano sui 39.000.

aggiornamento dei casi in Italia, 1 novembre 2020
Figura 2 – aggiornamento dei casi in Italia, 1 novembre 2020
Fonte: corriere.it

Informazioni sui decessi per SARS-CoV-2

È bene delineare le caratteristiche dei decessi senza però dimenticare che SARS-CoV-2 è un virus che può colpire tutti causando serie problematiche a ogni età. L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni (fig. 3). Stando alle analisi riportate dall’Istituto Superiore di Sanità a fine ottobre, circa l’1,1% dei pazienti deceduti per SARS-CoV-2 aveva un’età inferiore a 50 anni. Le donne sono circa il 42,7% del totale e presentano un’età più alta rispetto agli uomini (circa 85 contro i 79 negli uomini). Il numero medio di patologie osservate in una popolazione campione è di 3,5. Le principali patologie preesistenti osservate sono: cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, ipertensione arteriosa e diabete mellito di tipo2 (fig. 4). Risulta quindi chiaro che gli anziani e i pazienti presentati le patologie prima menzionate vengono considerati persone fragili a rischio.

numero dei decessi per SARS-CoV-2 per fascia d'età
Figura 3 – numero dei decessi per SARS-CoV-2 per fascia d’età
Fonte: epicentro.iss.it
patologie preesistenti osservate nei decessi per SARS-CoV-2
Figura 4 – patologie preesistenti osservate nei decessi per SARS-CoV-2
Fonte: epicentro.iss.it

I sintomi per la malattia COVID-19

La malattia da coronavirus (COVID-19) si manifesta attraverso diversi sintomi (fig. 5) che generalmente si sviluppano entro 5-6 giorni. Quelli più comuni sono:

  • febbre
  • tosse secca
  • spossatezza

Da non sottovalutare sono anche i sintomi meno comuni come:

  • dolori muscolari
  • mal di gola
  • diarrea
  • congiuntivite
  • mal di testa
  • ageusia e/o anosmia (perdita del gusto e/o dell’olfatto)
  • eruzione cutanea
sintomi più comuni SARS-cov-2
Figura 5 – sintomi più comuni
Fonte: epicentro.iss.it

Come prevenire la diffusione di SARS-CoV-2

In una situazione sanitaria di tale portata, con un virus facilmente trasmissibile mediante via aerea, è fondamentale adottare alcune regole (fig. 6). È infatti necessario:

  • garantire il distanziamento sociale mantenendo una certa distanza di sicurezza
  • igienizzarsi spesso le mani
  • evitare quanto più possibile di toccarsi occhi, naso e bocca
  • uscire soltanto per necessità legate al lavoro, salute e studio
  • indossare la mascherina in concomitanza con le norme prima menzionate; la mascherina, infatti, limita la diffusione del virus ma da sola non può garantire un’efficace protezione
come prevenire la diffusione di SARS-CoV-2
Figura 6 – come prevenire la diffusione di SARS-CoV-2
Fonte: salute.gov.it

Test effettuati per la diagnosi

Per diagnosticare e rilevare SARS-CoV-2 in maniera precisa vengono generalmente effettuati test molecolari che si basano sulla PCR (Reazione a Catena della Polimerasi) che amplifica il materiale genetico virale. I campioni vengono raccolti dal naso e/o dalla gola con un tampone.

I test rapidi, invece, rilevano antigeni o anticorpi. Questi test, sebbene meno accurati, forniscono risultati più rapidi.

Le cure oggi in uso

L’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) fornisce informazioni aggiornate sui farmaci utilizzati per la cura dei pazienti positivi a SARS-CoV-2. Ad oggi, i farmaci utilizzati sono i seguenti:

  • Le eparine a basso peso molecolare (EBPM) sono glicosamminoglicani ottenuti per frazionamento dell’eparina. Sono generalmente utilizzate nella profilassi del tromboembolismo venoso e nel trattamento della trombosi venosa profonda, dell’embolia polmonare e della sindrome coronarica acuta;
  • Azitromicina è un antibiotico della famiglia dei macrolidi, utilizzato per il trattamento di infezioni delle alte e basse vie respiratorie, infezioni della cute e dei tessuti molli. In questo caso è bene ricordare che gli antibiotici non servono per sconfiggere un’infezione virale ma vengono utilizzati per curare infezioni batteriche secondarie;
  • Darunavir/cobicistat e Lopinavir/ritonavir sono inibitori delle proteasi che possono migliorare alcuni parametri clinici nei pazienti affetti da COVID-19;
  • L’idrossiclorochina è un analogo della clorochina che, in vitro e in modelli animali, ha dimostrato di possedere un effetto antivirale grazie all’aumento del pH endosomiale determinante per la fusione virus-cellula. Tali farmaci inoltre interferiscono sulla glicosilazione dei recettori cellulari di SARS-COV-2;
  • Remdesivir è un analogo nucleotidico dell’adenosina in grado di interferire con l’enzima RNA polimerasi, usato dai virus che infettano le cellule per potersi replicare;
  • I corticosteroidi sono medicinali di sintesi che imitano l’azione di ormoni naturali aventi proprietà antinfiammatorie e capacità di regolare l’attività di metabolismo e sistema immunitario.

Integratori miracolosi? No grazie!

È inoltre doveroso spendere due parole per ribadire, ancora una volta, quanto sia importante verificare le fonti dando poco peso a trovate miracolose per combattere SARS-CoV-2. È il caso delle ultime notizie che promettono miglioramenti attraverso l’uso di naringina (fig. 7), quercetina e lattoferrina. Molto spesso gli articoli che sostengono l’utilizzo di integratori a base di questi composti si basano su studi non vagliati dalla comunità scientifica o in fase talmente precoce da essere validi soltanto in vitro. Sappiamo bene invece che farmaci e cure idonee devono passare sotto un’analisi che richiede accuratezza e tempo.

la naringina è il maggior flavanone glicoside presente nel pompelmo. Fake news recenti lo propongono come cura per SARS-CoV-2
Figura 7 – La naringina è il maggior flavanone glicoside presente nel pompelmo. Fake news recenti lo propongono come cura per SARS-CoV-2

Situazione vaccino

Attualmente non esiste ancora un vaccino contro il nuovo coronavirus, ma quasi 200 potenziali vaccini sono in fase di valutazione.

La creazione di un vaccino è un processo molto lungo che richiede inizialmente la valutazione in vitro delle componenti che verranno usate per il vaccino stesso; successivamente si procede con la fase preclinica in cui viene testata la risposta immunitaria su organismi modello. Successivamente ha inizio (generalmente dopo 2-5 anni) la fase di sperimentazione clinica sull’uomo che si divide in altre 3 fasi in modo da testare il vaccino su un gruppo via via crescente di persone. Se tutte le fasi hanno dato esito positivo, il vaccino viene registrato e si procede alla produzione e distribuzione su larga scala.

È dunque facilmente comprensibile che vi sono problematiche consistenti a cui dover sottostare per lo sviluppo di un vaccino, senza dimenticare l’aspetto economico e politico dovendo garantire un’equa distribuzione globale delle dosi.

La comunità scientifica è costantemente impegnata nello studio e nell’analisi di un agente patogeno fino a poco tempo fa sconosciuto per garantire così armi idonee per la lotta a SARS-CoV-2, un virus che ha stravolto le nostre vite.

Elena Panariello

Fonti

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

2 commenti su “SARS-CoV-2: resoconto della situazione pandemica attuale”

  1. “Il cibo sia la tua medicina e non i farmaci il tuo cibo” lo sosteneva Ippocrate o sbaglio? Bene, dire che gli integratori naturali (che integrano le carenze nutrizionali del cibo industriale) sono inutili perchè non sperimentati mi sembra grossa. E bisognerebbe cambiare atteggiamento. Si parla di sostanze nutritive da sempre considerate cibo salutare: la quercetina si trova per lo più negli agrumi, la ferritina nel colostro di latte materno, ma non dimentico lo zinco, la vit d, la vit c il selenio ecc ecc. Penso che sarebbe utile non denigrare queste sostanze per il bene di tutti. Vi ricordo questo per il rispetto che nutro verso la categoria dei Biologi.

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    • Buongiorno, le rispondo in quanto autrice dell’articolo. Gli integratori naturali, come lei giustamente afferma, integrano carenze nutrizionali e sono validissimi alleati dell’uomo. Nell’articolo infatti, non è stato in alcun modo detto che essi sono inutili. Piuttosto, la correlazione tra cura della patologia COVID_19 e utilizzo di suddetti integratori è non solo errato, ma anche pericoloso. Il compito di chi fa scienza e, in particolar modo, di chi fa divulgazione consiste anche nel rendere scettici i lettori nei confronti di sostanze utilizzate come panacea per tutti i mali e, ancor più in generale, il nostro compito è anche quello di verificare le fonti, vagliare gli studi e scegliere cautamente le parole che utilizziamo, sempre e comunque. Ribadisco dunque che la mia intenzione, spero chiara ai più, non fosse in alcun modo mettere al bando gli integratori, bensì avere estrema attenzione nel correlarli alla cura di COVID_19. Cordialmente la saluto e la ringrazio non soltanto per aver letto l’articolo ma anche per le ultime parole spese nell’apprezzamento della categoria dei Biologi.

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