Si tratta di uno strano essere che vive nelle amebe ed è un virus primitivo con caratteristiche inusuali. Le sue dimensioni lo rendono del tutto straordinario, circa 0,0004 millimetri, centinaia di volte più grande di ogni altro virus conosciuto, visibile al microscopio ottico; inoltre il patrimonio genetico è composto da circa 800.000 coppie di basi, 900 geni, il ché lo rende unico nel suo genere. Questo virus subisce un cambiamento nella forma e si sposta lasciandosi dietro dei prolungamenti chiamati pseudopodi; assorbe sostanze nutritive liquide in cui sono presenti piccoli organismi vegetali quali alghe ed altre sottospecie. Benché siano virus con genomi molto più grandi dei batteri, essi non hanno i geni utili alla produzione degli amminoacidi, le lettere di DNA e le proteine complesse però possiedono un proprio sistema immunitario che utilizza difese simili al sistema CRISPR (clistere regularly interspaced shot palindromic repeats) rendendoli invulnerabili ai virus predatori. Come nei batteri ed Archea, i sistemi CRISPR memorizzano una libreria di brevi sequenze di DNA che corrispondono a quelle dei fagi, se viene percepita una sequenza di DNA estraneo gli enzimi “Cas” attaccano l’intruso distruggendolo e bloccandone l’infezione. Questo sistema di controllo permette al Mimivirus di competere per le risorse contro altri microbi e virus e primeggiare nella lotta per la “micro sopravvivenza” .
Alice Marcantonio