Mimivirus

Caratteristiche

Mimivirus è un genere di virus appartenente alla famiglia Mimiviridae, il cui nome letteralmente significa “imitazione del microbo”, nominativo che riflette perfettamente la sua particolare grandezza. Esso, infatti, è il quarto virus più grande conosciuto preceduto da Megavirus chilensis, Pandoravirus e Pithovirus.

A causa della sua grandezza e di molte sue caratteristiche, il suddetto virus si pone al confine tra esseri viventi e non viventi. Infatti, sia strutturalmente che genomicamente, questo particolare virus è grande quanto diverse specie batteriche e possiede geni codificanti per la sintesi di nucleotidi e aminoacidi, che mancano addirittura in alcuni piccoli batteri. Tuttavia, è esente da geni per le proteine ​​ribosomiali, rendendo così il Mimivirus dipendente da una cellula ospite per la traduzione delle proteine ​​e il metabolismo energetico.

Mimivirus
Figura 1 – Mimivirus

Filogenesi

DominioVaridnaviria
RegnoBamfordvirae
PhylumNucleocytoviricota
ClasseMegaviricetes
OrdineImitervirales
FamigliaMimiviridae
GenereMimivirus
Classificazione scientifica

Morfologia strutturale

Mimivirus fa parte di un gruppo chiamato “grandi virus nucleo-citoplasmatici a DNA” (NCLDV). Essi sono virus di grandi dimensioni accumunati da caratteristiche molecolari e grandi genomi.

Mimivirus ha un capside icosaedrico di circa 400 nm di diametro. E’ inoltre caratterizzato da filamenti ​​che sporgono per circa 100 nm dalla superficie, portando quindi la lunghezza totale del virus fino a 600 nm.

Così come gli altri esemplari appartenenti al gruppo NCLDV, il nucleo centrale condensato del virione appare come una regione scura al microscopio elettronico.

Il grande genoma è costituito da una molecola lineare di DNA a doppio filamento con 1.181.404 coppie di basi di lunghezza. Ciò lo rende uno dei più grandi genomi virali conosciuti.

Mimivirus inoltre possiede circa 979 geni. L’analisi del suo genoma, inoltre, ha rivelato la presenza di geni non osservati in nessun altro virus, quali quelli per il metabolismo dello zucchero, dei lipidi e degli aminoacidi, nonché alcuni geni metabolici.

Morfologia strutturale di Mimivirus
Figura 2 – Morfologia strutturale di Mimivirus

Patogenesi

Dopo la scoperta del Mimivirus ci si è iniziati ad interrogare sulla possibile relazione tra questo virus e la polmonite, malattia che si presenta attraverso alcuni sintomi quali mal di testa, dolore al petto, respiro affannoso, febbre, cianosi e problemi respiratori. Per tale motivo, sono stati inoculati intracardialmente alcuni topi da laboratorio con Mimivirus e si è visto che essi presentavano sintomi istopatologici e che i Mimivirus venivano poi nuovamente isolati dai campioni polmonari di questi animali. Inoltre, attraverso analisi successive, si è riscontrato che una certa percentuale di pazienti con polmonite presentavano anticorpi contro il Mimivirus. È stata inoltre registrata un’alta positività del Mimivirus nelle strutture ospedaliere. Tuttavia, non ci sono prove a sufficienza per poter affermare con certezza che il grande virus provochi polmonite.

È però importante ricordare che l’agente eziologico della polmonite non è noto nel 20-50% dei casi, per questo identificare nuovi agenti causali della malattia rimane un importante obiettivo di salute pubblica.

Metodi di identificazione

L’isolamento del primo Mimivirus si è verificato per puro caso durante alcuni studi su agenti patogeni associati alle amebe prelevati da campioni di acqua ambientale a Bradford, in Inghilterra, dove era in corso un’epidemia di polmonite. Questo virus era inizialmente ed erroneamente considerato un batterio a causa della sua grandezza e della colorazione Gram-positiva. Per queste ragioni il “falso batterio” fu inizialmente soprannominato Bradford coccus. Nel 2003 un campione fu portato all’Università di Aix-Marseille, dove fu caratterizzato e descritto come il più grande virus conosciuto a quel tempo. Da quel momento in poi l’unica specie appartenente al genere Mimivirus fu chiamata Acanthamoeba polyphaga mimivirus, dal nome dell’ameba nella quale era stato identificato.

Per l’identificazione dei campioni infetti si utilizza la PCR e la citometria a flusso di rappresentazione (IFC), una tecnica basata sul laser che può essere usata per misurare e quantificare la dimensione delle cellule, la granularità e le componenti intracellulari come le proteine ed i nucleotidi.

Quando si sospetta una polmonite virale, si può procedere con l’esame radiografico del torace, scansione di CT del torace, emocromo, emocoltura, prova del tampone, cultura dell’espettorato e prova di gas del sangue.

Acanthamoeba polyphaga, l'ameba ospite del Mimivirus
Figura 3 – Acanthamoeba polyphaga, l’ameba ospite del Mimivirus

Terapia

A causa delle prove insufficienti riguardo le patologie umane possibilmente causate dal Mimivirus, non esiste ad oggi una terapia specifica. Allorquando viene riscontrata la polmonite si procede con la somministrazione dei classici antivirali utilizzati per le polmoniti virali comuni.

Elena Panariello

Fonti

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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