“Quando a un certo punto dell’evoluzione si verifica una pandemia o un’epidemia, la popolazione colpita dal virus si adatta, o si estingue, come è noto da tempo”, dice David Enard, primo autore dell’articolo. “Ma questa è la prima volta che si dimostra che i virus hanno avuto un impatto così forte sull’adattamento.” Le precedenti ricerche sulle interazioni tra virus e proteine si erano infatti concentrate su un numero molto ristretto di proteine, cioè quelle direttamente coinvolte nella risposta immunitaria. Ora, per la prima volta Enard e colleghi hanno cercato le tracce degli effetti delle infezioni virali su tutti i tipi di proteine, sulla scorta dell’osservazione che “qualsiasi tipo di proteina che entri in contatto con i virus può partecipare all’adattamento dell’organismo contro di essi”, in risposta al fatto che quando i virus penetrano in una cellula cercano di piegarne ogni funzione alla propria replicazione e diffusione.
I ricercatori hanno preso in esame in particolare 9900 proteine i cui geni sono presenti in tutte le specie di mammiferi di cui è stato finora sequenziato il genoma. Grazie alle informazioni dei data base genomici che hanno permesso di ricostruirne la storia evolutiva, sono poi riusciti a identificarne 1300 che avevano subito interazioni con i virus, scoprendo che in questo sottogruppo di proteine gli adattamenti si sono verificati tre volte più frequentemente che nelle altre. Questo tasso di mutazione più elevato, osservano gli autori, ha un senso biologico: è più che verosimile che l’evoluzione del macchinario cellulare, toccato in ogni sua funzione, sia più marcata di quella legata ad altri fattori di pressione selettiva, come la predazione o le condizioni ambientali. In realtà, i virus potrebbero avere avuto un impatto ancora maggiore di quello emerso finora perché – scrivono gli autori – “abbiamo potuto lavorare solo con proteine che interagiscono con virus ancora attivi nella popolazione umana attuale […] Ciò significa che un numero potenzialmente elevato di proteine che nel nostro studio sono classificate come ‘non interagenti’ [con i virus] può avere interagito con i virus in qualche lontano momento dell’evoluzione umana o di altri lignaggi di mammiferi”. Questa evoluzione accelerata dovuta all’interazione con i virus potrebbe anche spiegare perché specie strettamente correlate abbiano a volte evoluto macchinari cellulari diversi per eseguire funzioni identiche, come la replicazione del DNA o la produzione di membrane.
fonte : Le Scienze