Le malattie dimenticate ritornano: chikungunya

Per capire le malattie infettive bisogna avere una conoscenza approfondita di quelle che sono la popolazione e la distribuzione geografica.

Per chikungunya, il record storico fornisce la prova della presenza del virus in Mozambico dal 1952-1953. Da allora per decenni la malattia è scomparsa e ciò ha portato a pensare alla sua sconfitta. Ma a smentire il tutto è stata la presenza, sempre in continuo aumento, di casi di infezione tra il 2005 e il 2007, nell’Oceano Indiano Isole delle Comore, Seychelles, Mauritius ed anche in Italia.

La storia dimenticata

Il primo articolo riguardante questa malattia risale al 1953 e descrive i casi rilevati in Tanzania, all’epoca Tanganika, che però sono strettamente messi in relazione con alcuni casi infettivi presenti in Mozambico, all’epoca chiamata Africa Portoghese dell’Est.

Gli scienziati avevano studiato la diffusione attraverso test sierologici in ben 29 diversi punti del Mozambico, dimostrando in tutti la presenza dell’infezione! Questo ha portato pensare al fatto che questo paese sia stato il focolaio dell’epidemia.

Per capire meglio il fenomeno furono analizzati anche i primati del luogo, notando anche in essi una sierologia positiva, dimostrante il contatto avvenuto con il virus. Ciò ha fatto concludere che la malattia fosse endemica nell’uomo e nei primati.

Gli autori delle prime pubblicazioni diedero il nome di chikungunya, utilizzato dal locale Makonde della Tanzania la gente che descriveva la malattia. Con questo termine si intendeva che “ciò che si piega fino. Il fatto che le popolazioni autoctone avessero un nome per indicare la malattia ha fatto pensare che ne fossero venuti a contatto per molti anni.

Chikungunya

Questa malattia, come molte malattie del continente africano, è trasmessa dalle zanzare; essa è di origine virale, infatti l’agente eziologico è il Chikungunya virus (CHIK), della famiglia delle Togaviridae, del genere degli Alphavirus. Questo virus è trasmesso da diversi generi di zanzare tra cui la specie Aedes aegypti, la stessa che trasmette la febbre gialla e la dengue, da varie specie del genere Culex ma, soprattutto, dall’Aedes albopictus (comunemente denominata Zanzara Tigre).

Nelle specie animali è tramsesso da Aedes Africanus. Il ciclo silvestre è mantenuto da cercopitechi e babbuini. Tra le varie ipotesi non si esclude un’infezione dovuta al contagio interumano per via aerea o fluidi organici.

Il periodo di incubazione è di circa 2-4 giorni: nella prima fase della malattia si hanno febbre, cefalea e atralgie. Nella seconda fase invece si ha la comparsa di un esantema su tutto il corpo accompagnato dalla febbre. Generalmente la malattia si risolve da sola nell’arco di qualche giorno, ma i dolori articolari si protraggono per mesi.

Raluca Stoica

Fonti: Plos Neglected Tropical Diseases

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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