Il virus (Fig.1) è considerato un parassita endosimbiontico obbligato, in quanto è in grado di replicarsi esclusivamente all’interno di cellule viventi di altri organismi. Poiché i virus utilizzano le vie metaboliche vitali delle cellule per replicarsi, risultano difficili da eliminare senza usare farmaci tossici anche per le stesse cellule ospiti. Per questo motivo, i metodi più efficaci nella lotta contro i virus sono le vaccinazioni, in grado di fornire immunità alle infezioni, e i farmaci antivirali che interferiscono selettivamente con la replicazione del virus.
Ma sono davvero solo queste le nostre armi a disposizione? Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Materials, esisterebbe anche un’altra possibilità: le nanoparticelle (Fig.2), ovvero particelle d’oro infinitesimamente piccole in grado di catturare i virus e distruggerli.
Questa soluzione, sviluppata dai virologi dell’Università di Torino insieme a chimici e ingegneri dei materiali dell’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne, potrebbe rappresentare il punto di partenza per la creazione di farmaci antivirali contro un gran numero di virus, combattendo malattie come l’AIDS, la febbre dengue e la polmonite dei neonati.
Ma andiamo con ordine… cosa sono le nanoparticelle? Con il termine nanoparticella si identificano in genere delle particelle formate da aggregati atomici o molecolari con un diametro compreso indicativamente fra 2 e 200 nm. Il termine è utilizzato per indicare nanoaggregati con interessanti proprietà chimico-fisiche, che possono essere anche prodotti e utilizzati nelle nanotecnologie. Una delle più recenti applicazioni della nanotecnologia si basa sull’utilizzo di nanoaggregati in medicina e, nello specifico, di nanoparticelle d’oro, ossia di aggregati colloidali di atomi d’oro che formano particelle di dimensioni intorno al decimiliardesimo di metro.
Come funzionano le nanoparticelle d’oro (Fig.3) sviluppate dai ricercatori di Torino e di Lausanne? Innocue per l’uomo, esse sono in grado di imitare la superficie delle cellule: in questo modo il virus vi si attacca per infettarle e il contatto avvia un processo che, attraverso una pressione locale, porta alla rottura del virus fuori delle cellule, senza danneggiarle.
L’azione distruttiva della nanoparticelle è stata dimostrata su cellule infettate da virus come il papilloma, il virus dell’HIV o della dengue, e su topi infettati da un virus che provoca la polmonite, guariti dopo la cura.
Lo studio fornisce quella che potrebbe essere un’arma in grado di rompere il legame tra virus e cellula, essenziale al primo per potersi replicare e quindi trasmettere l’infezione. La lista di virus in grado di indurre infezioni letali nell’uomo è molto lunga, come afferma lo stesso Professor David Lembo, docente di Microbiologia e Microbiologia Clinica del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, e i mezzi a disposizione dell’uomo sono pochi e talvolta pericolosi.
Questo straordinario risultato, però, potrebbe rappresentare il primo di una serie di traguardi importanti nella sintesi di nuovi farmaci antivirali, innocui per l’uomo e altamente efficienti contro i virus più pericolosi!
Silvia Vallefuoco
Fonte:
http://www.lastampa.it/2017/12/20/scienza/benessere/nanoparticelle-doro-che-distruggono-i-virus-gwSp8MHwUFny16DIPn7UDN/pagina.html
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2017/12/20/nanoparticelle-doro-nuova-arma-antivirus_2180bc9d-387f-43a5-ac08-c8e2f9d86718.html