Isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto del West Nile (da cui prende appunto il nome), è un virus a ssRNA del genere Flavivirus; nella famiglia dei Flaviviridae. Questa famiglia (dal Latino “Flavus” = giallo) comprende anche altri patogeni come Zika, il virus della Febbre Gialla e Dengue.
Il West Nile ha come serbatoio principale gli uccelli, dai quali può venire trasmesso alle zanzare che, attraverso le loro punture, possono passarlo a cani, cavalli e altri animali, uomo compreso. La trasmissione tra individui non avviene per contatto o starnuti; oltre al passaggio via zanzare infette però sono stati riportati alcuni rari casi dovuti a trapianti o trasfusioni.
Nella maggior parte delle persone infettate (80%), il virus rimane asintomatico e non crea problemi, nel restante 20% si possono avere delle lievi manifestazioni (mal di testa, febbre, nausea, vomito, …); ma solo in meno dell’1% si sviluppano complicanze come febbre alta, dolori, convulsioni, encefalite, … . In genere sono maggiormente esposti a queste complicanze soggetti anziani e/o debilitati.
Non esiste un vaccino per l’uomo contro questo virus e la prevenzione si limita quindi a evitare i contatti con le zanzare nei periodi estivi. In genere non è necessaria alcuna terapia e i sintomi scompaiono spontaneamente, nei casi più gravi invece si ricorre al ricovero con trattamenti intravenosi e respirazione assistita.
Il West Nile non è nuovo nello scenario europeo, ma quest’anno l’incidenza di casi è stata particolarmente elevata (oltre tre volte tanto gli anni precedenti), tanto da generare un timore generalizzato…
393 casi nel 2010
128 nel 2011
242 nel 2012
228 nel 2013
74 nel 2014
108 nel 2015
225 nel 2016
204 nel 2017
1134 nel 2018 (al 21 settembre, di cui 453 solo in Italia, che ha registrato la maggior incidenza; seguita da Serbia, Grecia e Romania)
Quello che si sta riscontrando questa estate in Europa, è avvenuto in passato anche in altre regioni del mondo, dove più volte si sono verificati aumenti particolarmente evidenti di West Nile. Ad esempio negli USA, il 2003 e il 2012 hanno registrato rispettivamente 9862 e 5674 casi, contro una media annuale nazionale di poco inferiore ai duemila degli ultimi vent’anni.
Difficile spiegare queste oscillazioni, anche se, la maggior circolazione del virus e di zanzare infette è molto probabile che siano strettamente correlate alle temperature particolarmente elevate delle ultime estati. I flavivirus sono infatti endemici soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali, ma probabilmente dovremo abituarci ad avere possibili epidemie anche nelle nostre zone, specialmente in estati calde e con tanti insetti che ci svolazzano attorno. Alla luce di tutto ciò, ha senso scatenare il panico? Assolutamente no, cercare di proteggersi dalle punture di zanzare e stare tranquilli sono il rimedio migliore.
Roberto Amadio
Bibliografia e approfondimenti
https://it.wikipedia.org/wiki/Flaviviridae
http://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/west-nile-virus
http://www.epicentro.iss.it/problemi/westNile/westNile.asp
https://en.wikipedia.org/wiki/West_Nile_virus_in_the_United_States
Stati in cui West Nile è endemico (aggiornamento 2011) -> https://medicalxpress.com/news/2013-02-tools-global-infectious-disease.html
Crediti foto
https://www.livescience.com/53272-what-is-a-virus.html