“Microbiota Vault”: l’arca di Noè per salvare la diversità microbica

Il progetto “Microbiota Vault” per la conservazione della diversità microbica

Microscopici eppure fondamentali: i microrganismi sono i pilastri della vita. Proprio come nelle più catastrofiche scene di film apocalittici, tutto scomparirebbe senza virus, batteri e funghi. È necessario dunque preservare e valorizzare la diversità microbica, un tesoro inestimabile che l’umanità è chiamato a difendere. Si incanala perfettamente a tal proposito il progetto “Microbiota Vault” che ha come obiettivo la difesa dei nostri piccoli “salvatori”.

il progetto "Microbiota Vault "
Figura 1 – il progetto “Microbiota Vault “
Fonte: http://www.microbiotavault.org/

Realizzazione del progetto “Microbiota Vault”

Il progetto è frutto di un’idea di un team di ricercatori dell’Università Rutgers, in New Jersey, in collaborazione con alcuni ricercatori dell’Instituto Gulbenkian de Ciência, in Portogallo.

L’arca di Noè microbica consisterebbe nell’installazione di infrastrutture, in Norvegia o Svizzera, presentanti un numero cospicuo di provette atte a preservare milioni di organismi microscopici appartenenti a specie diverse, tra batteri, virus e funghi.

L’idea del progetto è stata vagliata da un numeroso panel di esperti di fama internazionale e, seppur ancora in fase di analisi, sembrerebbe essere concretamente attuabile. Il Microbiota Vault, quindi, richiederebbe non solo un enorme impegno da parte degli scienziati coinvolti nello studio ma anche una rigida e proficua collaborazione tra paesi in via di sviluppo e paesi sviluppati, rispettivamente possessori della più grande diversità microbica e delle tecniche necessarie per l’attuazione del progetto.

Per quanto riguarda l’infrastruttura fisica, lo studio individua due opzioni possibilmente attuabili:

  • utilizzare la crioconservazione in un sito stabile, neutro e ben collegato a una biobanca esistente;
  • sfruttare la liofilizzazione in un sito caratterizzato da un clima artico.

Sia la Norvegia che la Svizzera potrebbero essere luoghi adatti per strutture del genere.

gli scopi del progetto "Microbiota Vault"
Figura 2 – gli scopi del progetto “Microbiota Vault”
Fonte: http://www.microbiotavault.org/

L’importanza della conservazione microbica e il perché del progetto

Il progetto Microbiota Vault si basa su due presupposti fondamentali: la diversità microbica è di grande importanza per il benessere e la salute umana; tale diversità è minacciata a livello globale dall’occidentalizzazione, urbanizzazione e cambiamento ambientale che procedono a ritmo incalzante.

Gli aiuti che ci vengono dati dai microrganismi sono infatti numerosissimi. Essi non soltanto interagiscono con gli esseri umani direttamente, attraverso la presenza del vasto e fondamentale microbiota umano, ma anche tramite il mantenimento della fertilità di suoli, fiumi, laghi ed oceani, essenziali per nutrire la popolazione umana.

Inoltre, i microrganismi vengono sempre più spesso utilizzati nelle biotecnologie mediche che li sfruttano come potenti alleati contro le più severe malattie umane. Per poter permettere il progredire delle scienze su tale fronte è però necessario possedere raccolte microbiche sempre disponibili. A tal proposito, la conservazione della diversità microbica può essere ottenuta attraverso una più efficace ed intelligente gestione degli ecosistemi (si veda ad esempio nella pratica medica l’uso e abuso di antibiotici e in agricoltura la poca attenzione verso il “microbiota” del suolo) e attraverso la costruzione di piattaforme deputate alla conservazione dei microrganismi.

la conservazione della diversità microbica ha un forte impatto sulla salute umana
Figura 3 – la conservazione della diversità microbica ha un forte impatto sulla salute umana

La squadra a capo del progetto

La squadra che conduce il progetto è numerosa ed eterogenea e vede la collaborazione di massimi esperti nel campo della microbiologia, biochimica, ecologia, ingegneria e molte altre colonne della scienza.

Spiccano i nomi della professoressa Maria Gloria Dominguez Bello, i cui studi sono da sempre volti alla comprensione dell’associazione tra microrganismi e stato di salute umano; il professor Rob Knight, co-fondatore dell’American Gut Project e dell’Earth Microbiome Project e il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina del 1993, Richard John Roberts, biochimico e biologo molecolare fautore della scoperta dello splicing genico.

parte del team di scienziati coinvolti nel progetto
Figura 4 – parte del team di scienziati coinvolti nel progetto
Fonte: http://www.microbiotavault.org/

Il confronto con Svalbard Global Seed Vault, la più grande banca di semi esistente

Vista la portata e l’obiettivo del progetto, è naturale fare un confronto con lo Svalbard Global Seed Vault, la banca di semi inaugurata ufficialmente il 26 febbraio 2008 e localizzata nell’isola norvegese di Spitsbergen, nell’arcipelago artico delle isole Svalbard. Lo scopo della magnifica costruzione è quello di fornire una rete di sicurezza contro la perdita botanica accidentale del “patrimonio genetico tradizionale”.

Progetti di questa tipologia vanno incanalati nell’ambito di una generale e nobile conservazione della diversità, sempre fonte inestimabile di progresso e stabilità.

Elena Panariello

Fonti

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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