L’esperienza del pianto, è una reazione al dolore e alla rabbia, ed è comune negli esseri umani e negli animali. Ci accompagna ad ogni età della vita, e si caratterizza per esprimere con enfasi ed aggressività i propri sentimenti. È un sintomo e un segnale, può essere un sintomo di dolore, un segnale di avvertimento o di rabbia.

“Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza, per fortuna siamo ancora capaci di piangere, il pianto spesse volte è una salvezza, ci sono circostanze in cui moriremmo se non piangessimo”.
Josè Saramago, Cecità, 1995.
Significato del pianto
La maggior parte degli animali può lacrimare, ma solo gli umani hanno lacrime psicoemotive, note anche come “pianto”.
Il pianto porta diversi vantaggi all’uomo che lo integrano favorevolmente nel comportamento umano dopo la sua comparsa, anche se non è chiaro se e come possano contribuire a consolidarsi nel comportamento del pianto. Forse il motivo per cui le persone si sentono meglio dopo aver pianto è che attraverso le loro lacrime potrebbero rimuovere sostanze chimiche che si sono accumulate a causa dello stress emotivo (Frey et al., 1981).
William H. Frey II, grande biochimico americano del XX secolo, scoprì che, mentre tutte le lacrime sono composte da muco, sale e acqua, le lacrime di tristezza contengono delle proteine in più, indicando che, quando si piange, il corpo fa una sorta di pulizia emotiva dalle sostanze chimiche associate allo stress. Perciò versare lacrime vere di dolore fa bene.
Crying vs weeping
Secondo lo studio di Bellieni il pianto è un comportamento distinto dal lacrimare. Il pianto è la reazione immediata al dolore o alla rabbia, non è sempre associato allo spargimento di lacrime. Mentre le lacrime si generano in modo naturale per irritazioni dovuti a corpi estranei nell’occhio o allergie. Il pianto è un fenomeno più complesso: è un comportamento che induce empatia forse con la mediazione della rete dei neuroni specchio, e influenza l’umore attraverso il rilascio di ormoni suscitato dall’effetto massaggio fatto dalle lacrime sulle guance, o attraverso il sollievo del ritmo singhiozzante. È inoltre emerso che il pianto non è una risposta “lieve” o “debole” allo stress. Frey ha scritto: “Come i processi escretori di espirare, urinare, sudare e defecare, lo spargimento emotivo di lacrime può svolgere un ruolo vitale nel mantenere l’omeostasi rimuovendo rifiuti e sostanze nocive”.
La tassonomia della cipolla
La cipolla ha avuto tanti nomi quante sono le diverse varietà: c’erano le Jibbles inglesi e la francese Ciboule, la tedesca Zwiebel e la sanscrita Ushna.
Il lavoro di Carl Linnaeus ha rappresentato una pietra miliare nella classificazione delle piante, cominciò a dividere il genere Allium in varie specie, come l’A. porrum (porro), l’A. schoenoprasum (erba cipollina), l’A. sativum (aglio) e l’A. fistolosum (cipolletta). Lo studioso svedese classificò il genere e la specie di piante all’interno delle famiglie a seconda del numero di stami e di stimme che avevano, un approccio noto come “sistema sessuale” di classificazione. Il sistema di Linneo fu adottato universalmente, e il nome del naturalista svedese raggiunse la bocca di tutti. Tuttavia, la classificazione delle piante e degli animali è un processo in continua evoluzione, in quanto nuove scoperte e tecnologie permettono di raffinare e migliorare le tassonomie esistenti.
Quando morì, nel gennaio del 1778, anche il re di Svezia venne a presentare i suoi omaggi al funerale dell’uomo che aveva dato un nome alla cipolla e a tutte le altre piante del mondo.
Il pianto della cipolla
Aglio, cipolla, e gli altri membri della famiglia sono ricchi di molecole chiamate amminoacidi solfossidi. Quando le cellule vengono danneggiate, ad esempio tagliando con un coltello o schiacciando, si libera un enzima chiamato allinasi che converte queste molecole solforate in acidi sulfenici.

Nell’aglio invece, l’azione dell’enzima produce la sostanza odorosa caratteristica, la allicina. Nella cipolla si trova una molecola, isoallinina, che contiene un atomo di Zolfo (simbolo chimico S), l’isoallinina è chiamata anche “precursore lacrimogeno”.

Il sapore delle cipolle è conferito da un percorso biochimico che fa parte della guerra chimica contro microbi e animali. Tale meccanismo di difesa comporta la produzione di un fattore lacrimogeno volatile (LF) (Z -propanethial S-ossido), che irrita gli occhi quando si trita la cipolla, è molto volatile e irritante, stimola i dotti lacrimali, perchè attiva i sensori presenti che scatenano la lacrimazione. LF è prodotto da un’enzima chiamato fattore lacrimogeno sintasi (LFS) con struttura cristallina, che catalizza la reazione di conversione del substrato di acido solfenico in LF. I risultati di questo studio hanno colmato una lacuna nella comprensione del meccanismo responsabile della produzione di LF nella cipolla, riconciliando le informazioni chimiche e biochimiche riguardanti la tioaldeideformazione di S-ossido.

L’azione degli enzimi produce anche un gran numero di sostanze solforate di diversa natura che caratterizzano l’odore di cipolla e delle specie del genere Allium. Inoltre, il pianto causato dalla cipolla può aiutare a liberare le vie respiratorie o a ridurre lo stress emotivo. Tutte le specie del genere Allium utilizzano queste molecole come strumento di difesa da predatori e parassiti, ed è noto che molti di questi composti hanno anche funzioni antibatteriche e antifungine.
Donne e Uomini che piangono
Il pianto serve a espellere le sostanze prodotte quando si accumula tensione emotiva. Infatti, a differenza delle lacrime che si generano in modo naturale perché ci sono corpi estranei nell’occhio o per irritazioni e allergie, quelle del pianto sono ricche di corticotropina e prolattina (ormoni i cui livelli aumentano in stato di stress) e di manganese (presente in alte concentrazioni nel cervello dei depressi). Gli studi psicologici, inoltre, riferiscono che l’88,8% delle persone si sente meglio dopo essersi sfogato con un bel pianto liberatorio. Anche se gli uomini lo fanno, in media, solo 7 volte all’anno, contro le 47 delle donne.
Secondo un’altra ricerca condotta dalla University of South Florida piangere stimola alcune funzioni del nostro corpo e riequilibra la nostra salute psichica: la sensibilità della nostra pelle aumenta durante e dopo aver pianto e inoltre le lacrime migliorano anche la nostra respirazione, entrambi questi mutamenti sono due chiari segnali di buona salute.
«È probabile che piangere sia allo stesso tempo una tecnica automatica per combattere lo stress e un modo per ristabilire l’equilibrio fisiologico» dichiara lo studio. Tutte le ricerche, comunque, sembrano d’accordo nell’affermare che proprio perché è un’attività necessaria, non bisogna aver vergogna di piangere.
Boys don’t Cry
Il pianto è un fenomeno universale che non conosce distinzione di genere. Tuttavia, la cultura in cui viviamo spesso impone regole sociali che limitano l’espressione delle emozioni da parte degli uomini, tra cui il pianto. Questa stigmatizzazione del pianto maschile può avere radici antiche, come osservato nel caso di Platone, il quale riteneva che il pianto non fosse adatto a uomini di governo. Questa prospettiva si è diffusa nel corso dei secoli, portando a una sorta di negazione del pianto maschile, che può essere vista anche in opere d’arte e letterarie in cui gli uomini vengono raffigurati come forti e invincibili. Mentre, la reale natura dell’uomo, come creature emotive e sensibili, va ben oltre questa visione distorta e limitante. La canzone “Boys Don’t Cry” dei Cure, degli anni ’80, affronta questo problema, evidenziando il disagio e la frustrazione che gli uomini possono provare nel dover nascondere le loro emozioni.
Perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione, Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.
Josè Saramago, Cecità, 1995.
La citazione evidenzia la metafora principale del romanzo, ovvero la cecità morale dell’umanità, mostrando come i personaggi del romanzo siano incapaci di vedere e distinguere le cose dal punto di vista razionale e come la cecità fisica li spinga ad agire ancora di più in modo egoista e indifferente verso gli altri. Dove la guerra tra i personaggi non sia altro che una lotta contro la propria cecità morale.
Crying club
Il fenomeno dei Crying club è interessante perché dimostra come sempre più persone stiano cercando modi alternativi per gestire lo stress e le emozioni negative. La pratica di piangere in compagnia di sconosciuti può essere vista come una forma di supporto sociale che può aiutare a liberare la tensione emotiva. Inoltre, lo studio della University of South Florida sembra confermare che il pianto possa avere un effetto benefico sulla salute mentale e sul benessere emotivo. Tuttavia, è importante notare che questa pratica non deve essere vista come un sostituto della terapia psicologica, in quanto la condivisione delle emozioni con sconosciuti non è necessariamente un modo efficace per affrontare problemi di natura psicologica complessa.
Conclusioni
Fin da bambini ci insegnano che non si deve piangere in pubblico, che è una debolezza che tradisce i nostri sentimenti e le nostre emozioni che, invece è bene rimangano nascoste. Il problema non è tanto lo sfogo o la scarica emotiva, ma l’imbarazzo, la vergogna, che ne derivano e che causano spesso senso di inadeguatezza e incapacità nella risoluzione dei problemi.
Man mano che certi ruoli e stereotipi di genere vengono superati, però, sempre più uomini hanno il coraggio di mostrare il loro lato più sensibile e i ragazzi che non hanno più paura di mostrare le loro fragilità. Come sottolinea il professor Frey, autore di Crying: the Mystery of Tears, non è un caso che il pianto sia sopravvissuto alle pressioni evolutive. Gli esseri umani sono gli unici animali a sviluppare questa capacità di versare lacrime in risposta allo stress emotivo, ed è probabile che il pianto sia sopravvissuto alle pressioni della selezione naturale perché ha un certo valore di sopravvivenza”, dice. “È una delle cose che ci rende umani”.
Fonti
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- “Why Feeling Sad Can Be Just as Good for You as Feeling Happy.” South China Morning Post, 19 Aug. 2020, www.scmp.com/lifestyle/health-wellness/article/3097767/clubs-show-laughter-isnt-always-best-medicine.
Crediti media
- Figura 1. Fotomontaggio di Arnold Schwarzenegger mentre piange [Fonte ECCE HOMO]
- Figura 2. Come tagliare la cipolla [Fonte AIA]
- Figura 3. Formula di struttura Isoallinina o precursore lacrimogeno [Fonte: leScienze]
- Figura 4. Confronto strutturale di LFS in blu e arancione e PYL10 in grigio [Fonte: ACS Publications]
- Video 1. Real men cry, just ask these guys [Fonte: Washington Post]