È conosciuta per essere la città delle torri e dei portici ma Bologna è a tutti gli effetti una località inclusiva; simbolo del cantautorato e importante cittadina universitaria, sta investendo in opere strutturali per rendere specialmente il centro molto più attrattivo e accessibile a tutti.
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Essere inclusivi non significa solamente accogliere ma fare in modo che nella società ciascuno possa esprimersi, muoversi e partecipare senza ostacoli. Basta guardarsi attorno per rendersi conto di come il capoluogo di provincia stia lavorando per abbattere barriere di ogni tipo: fisiche, culturale e sociali.
Dai marciapiedi senza ostacoli ai servizi di trasporto pubblico per tutti, dalle strutture sportive con programmi ad hoc comprensivi di calendari fitness per soggetti disabili a eventi che promuovono la diversità: vediamo insieme come questa località può essere d’ispirazione per tutta la Penisola.
Stop alle barriere architettoniche
Uno dei primi passi concreti che la destinazione emiliana ha fatto è stata quella di lavorare con incentivi statali per poter rimuovere le barriere architettoniche.
Basti pensare alla recente installazione del montascale a Bologna presso la stazione di Budrio, ai numerosi ascensori disseminati nella città e agli interventi effettuati su locali pubblici e privati. Molti edifici stanno intervenendo strutturalmente per garantire a ogni persona gli accessi e il risultato è una località molto più inclusiva in cui ognuno può integrarsi armoniosamente.
Bologna, una città per tutti
Oltre alla vera e propria accessibilità fisica, il capoluogo emiliano lavora per poter dar vita ad un ambiente davvero friendly per tutti. Le iniziative di inclusione sociale si moltiplicano con corsi di lingua per migranti ai progetti di co-housing per persone con disabilità, passando per le attività di sensibilizzazione nelle scuole. L’obiettivo? Creare una comunità coesa, in cui nessuno si senta escluso. “Bolo” (come l’ha chiamata simpaticamente Lucio Corsi nel suo recente successo a Sanremo) si distingue per un impegno concreto nella lotta alle discriminazioni, basti pensare ai tanti eventi LGBTQ+ friendly.
Lo sport? Il collante che unisce
Un’opzione interessante che si dovrebbe valutare è il ruolo svolto dall’attività ludica e sportiva. Non si tratta solo di praticare allenamenti all’aperto in parchi attrezzati (che certamente non mancano) ma di creare programmi capaci di abbattere barriere e unire le persone. Bologna lo sa bene e ha investito molto realizzando impianti accessibili e programmi inclusivi.
Dai tornei di basket in carrozzina ai corsi di nuoto per persone con disabilità, la meta offre tante opportunità per chi vuole mettersi in gioco, indipendentemente dalle proprie condizioni fisiche o sociali. Lo sport diventa così un’occasione per socializzare, per superare i propri limiti e per dimostrare che la vera forza sta nella diversità. Le associazioni locali lavorano rendendo lo sport uno strumento di emancipazione.
C’è ancora molto da fare, eppure Bologna si mostra chiaramente decisa a compiere la differenza muovendosi in una direzione chiara che può risultare un’ispirazione al resto d’Italia. L’inclusività deve essere un obiettivo per il futuro, lavorando a più mani sull’abbattimento delle barriere architettoniche ma allo stesso tempo creando occasioni sociali in cui tutti possono creare un legame e sentirsi meno soli. Leggi il blog per altri articoli interessanti!