La malaria, seconda malattia infettiva al mondo
La malaria, malattia diffusa in oltre 100 paesi al mondo, ma confinata in determinate aree geografiche dal clima tropicale, rappresenta da molti anni uno dei pericoli principali per gli abitanti di queste zone. Nonostante negli ultimi decenni la mortalità per malaria sia calata notevolmente, passando dai 736 mila del 2000 a 409 mila nel 2019, questa patologia continua ad avere un alto tasso di mortalità nei bambini sotto i 5 anni (84% nel 2000 e 67% nel 2019). Più di 260.000 bambini africani muoiono di malaria ogni anno. Per questo si studia da anni alla ricerca di un perfetto vaccino antimalarico.
La difficoltà che da sempre affligge medici e ricercatori è la difficoltà nell’arginare la diffusione di questa malattia, causata causata da Emosporidi (Sporozoi) appartenenti al genere Plasmodium (fig.1), inoculati nel sangue dalla puntura di zanzare femmina appartenenti al genere Anopheles (fig 2).
La difficoltà di diagnosi di malaria, per via della mancanza di strumentazioni adeguate, ma anche le numerose fasi del ciclo vitale del Plasmodium, e la difficoltà nel bonificare le aree coinvolte, hanno reso questo nemico difficile da sconfiggere.
Se le terapie esistenti, non povere di effetti collaterali, stanno sviluppando sempre più resistenze e sono quindi sempre meno efficaci nel prevenire lo sviluppo delle fasi più gravi della malattia, un’importante notizia ha fatto riaffiorare una speranza.
L’approvazione del primo vaccino
Dopo 30 anni di studi, il 6 ottobre 2021 è stato approvato il primo vaccino contro la malaria, capace di dare una speranza di prevenzione alla patologia anziché l’uso delle terapie. In particolare, L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne ha raccomandato un uso diffuso tra i bambini dell’Africa subsahariana e in altre regioni con trasmissione della malaria da P. falciparum da moderata a elevata.
Un momento storico, l’ha definito il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS.
Gli studi sull’efficacia e la sicurezza di questo vaccino antimalarico sono iniziati nel 2003. Nel 2015 l’Ema (European Medicines Agency) ne aveva approvato l’uso nei bambini di età compresa tra 6 e 17 mesi. Nel 2019 è stato avviato poi il programma pilota di somministrazione di RTS,S ai bambini in regioni selezionate in Ghana, Malawi e Kenya per valutarne meglio sicurezza ed efficacia.
Il vaccino antimalarico, dal nome Mosquirix jab, nato grazie alla sinergia della GSK e della Path Malaria Vaccine Initiative, noto anche come RTS, S/AS01 è un vaccino pre-eritrocitico che agisce nelle prime fasi dell’infezione, ed ha come target una proteina conservata dalle varie specie del parassita, la Circumsporozoita (CSP) (fig. 3). La sperimentazione è avvenuta anche grazie al supporto di una rete di centri di ricerca africani e a fondi giunti dalla collaborazione di importanti organismi di finanziamento della salute globale: Gavi, Vaccine Alliance. Anche il Fondo globale per la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria e Unitaid hanno contribuito. Infine, c’è stato anche un importante finanziamento della Bill & Melinda Gates Foundation tra il 2001 e il 2015.
I principali risultati dei progetti pilota sul vaccino contro la malaria
I risultati ottenuti da due anni di vaccinazione nelle cliniche per la salute dei bambini in Ghana, Kenya e Malawi riportano:
– aumenta l’equità nell’accesso alla prevenzione della malaria (ad esempio per chi non può predisporre di sistemi di barriera come le zanzariere nelle ore notturne);
– ha un profilo di sicurezza favorevole;
– riduzione significativa (30%) della malaria grave e mortale, anche se introdotta in aree in cui le reti trattate con insetticida sono molto utilizzate;
– economicamente vantaggioso.
Secondo le raccomandazioni dell’OMS, il vaccino contro la malaria RTS,S/AS01 dovrebbe essere somministrato in un programma di 4 dosi nei bambini dai 5 mesi di età per la riduzione della malattia e del carico di malaria.
Il programma pilota proseguirà nei 3 paesi pilota per monitorare se la quarta dose di vaccino può essere un valore aggiunto e per misurare l’impatto a lungo termine sulla mortalità infantile. PATH, UNICEF e GSK sono in prima linea per donare fino a 10 milioni di dosi del vaccino per il progetto pilota. Ci auguriamo che, in un’ottica sia individuale che umanitaria, questo vaccino possa rappresentare un perfetto punto di partenza per poter salvare milioni di vite.
Fonti:
- https://www.epicentro.iss.it/malaria/epidemiologia-mondo
- https://www.who.int/immunization/sage/meetings/2015/october/1_Final_malaria_vaccine_background_paper_v2015_09_30.pdf
- https://www.microbiologiaitalia.it/immunologia/r21-il-nuovo-promettente-vaccino-sconfiggera-la-malaria/
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3039851/
- https://www.who.int/news/item/06-10-2021-who-recommends-groundbreaking-malaria-vaccine-for-children-at-risk