Alzare le mani sui bambini non è mai educativo, eppure capita spesso che ai più piccoli vengano riservate non solo sgridate, spesso a gran voce, che fanno leva sulla pubblica umiliazione, ma anche qualche sberla o scappellotto. I gesti violenti, che in altri contesti sarebbero giudicati deplorevoli, sui bambini sono ben tollerati, perché «si diventa grandi anche così», secondo alcuni genitori che usano le mani più delle parole. È ovviamente un falso mito culturale, estremamente nocivo, contro cui stanno lottando i medici del Royal College of Pediatrics and Child Health.
Punizioni fisiche: una questione di legge
In Inghilterra e Irlanda del Nord (a differenza di Scozia e Galles), i bambini sono l’unico gruppo di persone non completamente tutelato dalla legge contro le aggressioni fisiche. I pediatri inglesi hanno quindi presentato una richiesta formale alla Segretaria di Stato per l’Istruzione, Gillian Keegan, affinché modifichi la legge prima delle elezioni, previste entro la fine dell’anno, perché i genitori non possano più affermare che picchiare i propri figli sia una «punizione ragionevole», come consentito dalla legge attuale. «Le leggi sulla punizione fisica allo stato attuale sono ingiuste e pericolosamente vaghe», ha affermato il professor Andrew Rowland, responsabile della protezione dell’infanzia del Royal College of Pediatrics and Child Health al Guardian. «Creano un’area grigia in cui alcune forme di punizione fisica possono essere legali e altre no».
Conseguenze sulla salute
Gli schiaffi e le sculacciate, oltre a non essere educativi, sono pericolosi per la salute dei piccoli, secondo quanto emerge nel report «Equal protection from assault in England and Northern Ireland: the health, education, and legal case for legislative change to remove the “reasonable punishment” defence and to prohibit all physical punishment of children». I bambini che subiscono punizioni corporali hanno quasi tre volte (2,6 volte) più probabilità di sviluppare problemi di salute mentale e più del doppio (2,3 volte) delle probabilità di subire gravi aggressioni fisiche e abusi nel corso della vita, probabilmente perché faticano a riconoscerle o le reputano «normali». La violenza aumenta anche la probabilità di disturbi del comportamento durante l’infanzia, rapporti meno sani con i genitori e con la famiglia e aggressività in età adulta.
I diritti dei bambini
La Scozia e il Galles sono tra gli oltre 60 Paesi in tutto il mondo che hanno adottato misure per garantire ai bambini la stessa protezione dalle aggressioni che hanno gli adulti, tutelando pienamente il diritto dei piccoli a essere protetti dalla violenza. «Ciò significa che esiste una discrepanza nel Regno Unito per quanto riguarda i diritti dei bambini. A livello internazionale, 65 Stati vietano completamente le punizioni fisiche sui bambini. Altri 27 Stati si sono impegnati a riformare le proprie leggi per ottenere un divieto legale completo», hanno ricordato i pediatri inglesi.
La situazione in Italia
A criminalizzare la «violenza educativa» sui bambini sono numerosi Paesi in Europa e nel mondo, tra cui la Svezia, che è stata la prima nel 1979, la Finlandia, la Norvegia, l’Austria, la Croazia, la Bulgaria, Israele e molti altri. Manca però l’Italia, che non ha una legge specifica. Molti genitori sono convinti che uno schiaffo ogni tanto faccia bene, anzi sia formativo. Non la pensano nello stesso modo pediatri e pedagogisti, che da anni si battono affinché si ripensi il modello educativo nazionale per il bene dei nostri bambini. «La Società Italiana di Pediatria (Sip) si è già espressa in passato su tale argomento promuovendo, insieme a Save the Children, una campagna contro le punizioni corporali e volta a favorire l’adozione di modelli di educazione basati su dialogo e regole», ha commentato la presidente della Sip, Annamaria Staiano.
Il ruolo educativo dei genitori
«Ritengo che il giusto equilibrio risieda nel rifiuto dei castighi fisici nei confronti dei bambini, senza che ciò comprometta il ruolo educativo dei genitori», prosegue Staiano. «È importante valorizzare la comunicazione, l’ascolto e il dialogo come strumenti primari di educazione e incoraggiare i genitori a sviluppare relazioni basate sulla fiducia e il rispetto reciproco, dove i confini e le regole vengano impostati in modo chiaro e coerente, senza l’utilizzo di violenza fisica. In questo modo si può garantire un ambiente sicuro e amorevole in cui i bambini possano crescere e svilupparsi pienamente, con il sostegno e la guida dei loro genitori».
Conclusione sull’educazione non violenta
La violenza fisica sui bambini non è mai giustificabile e comporta gravi conseguenze sulla loro salute fisica e mentale. È fondamentale che i genitori adottino metodi educativi non violenti, basati su dialogo, ascolto e rispetto reciproco, per garantire uno sviluppo sano e armonioso dei loro figli. Solo così possiamo costruire una società più giusta e sicura per le future generazioni.
FAQ – L’educazione non violenta
1. Perché le punizioni fisiche sono ancora accettate in alcuni paesi? Le punizioni fisiche sono ancora accettate in alcuni paesi a causa di retaggi culturali e della convinzione che possano essere metodi educativi efficaci. Tuttavia, numerosi studi dimostrano che sono dannose per la salute mentale e fisica dei bambini.
2. Quali sono le alternative alle punizioni fisiche nell’educazione dei bambini? Le alternative includono la comunicazione, il dialogo, l’ascolto, l’imposizione di regole chiare e coerenti, e il rafforzamento positivo. Questi metodi promuovono un ambiente di rispetto e fiducia reciproca.
3. Quali sono le conseguenze a lungo termine delle punizioni fisiche sui bambini? Le punizioni fisiche possono portare a problemi di salute mentale, comportamenti aggressivi, rapporti familiari difficili, e una maggiore probabilità di subire o infliggere violenza in età adulta.
4. Come possono i genitori cambiare il loro approccio educativo? I genitori possono cambiare il loro approccio educativo partecipando a programmi di formazione sulla genitorialità, cercando il supporto di pediatri e psicologi, e adottando strategie educative non violente.
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