Agricoltura verticale

Le aziende che praticano agricoltura verticale (vertical farming) sono in aumento, estendendosi in superficie ed altezza, in ogni continente. Patogeni? No, grazie. Agricoltura verticale? Si, esatto. La bassa diffusione di patogeni in agricoltura verticale, è una delle caratteristiche sorprendenti della tecnica. Di seguito, una descrizione più approfondita della tematica con immagini, video e testi.

Il sistema

Ogni pianta ha il suo sistema di acqua e nutrienti, che sono pompati ogni ora ed ogni giorno. Ogni sistema è gestito secondo la tecnologia dell’ambiente controllato (CEA) che monitora i parametri di:

  • temperatura, luce ed umidità;
  • crescita della pianta;
  • il flusso e la pressione idrica;
  • concentrazione dei fertilizzanti;
  • presenza di patogeni;
  • l’accuratezza del ritorno di acqua e fertilizzanti.

Esiste un rapporto costante giornaliero, tra raccolta di piante e semina/trapianti di future.

La valida alternativa dell’Agricoltura verticale

In accordo con l’aumento della popolazione, lo sviluppo industriale e l’urbanizzazione, gli scienziati stanno valutando alternative valide alla diminuzione di terre arabili nel mondo. L’agricoltura verticale, infatti, è la pratica produttiva di cibo vegetale posto su superfici inclinate e/o verticali. Invece di distribuire semi su ettari di campo o in comuni serre, essi diverranno grattacieli di piante.

Caratteristiche tecniche

L’utilizzo di acqua è molto basso, in questa tipologia di agricoltura. L’acqua che circola tramite pompaggio è sempre la stessa, grazie alla presenza di filtri che ne regolano la pulizia. Non esistono danni da piogge, dato che le piante sono coltivate in sistemi protetti.

La presenza di microrganismi patogeni è praticamente bassa, salvo continui controlli e monitoraggi. Il sistema, protetto e chiuso, infatti, permette di isolare completamente le piante da agenti contaminanti e patogeni presenti nelle comuni aree agricole. In più, le aziende mostrano un ambiente più sicuro per la salute degli operatori. Quest’ultimi, a differenza di una coltivazione in pieno campo, non usano ed indossano protezioni pesanti, così come sono salvi da malattie come la malaria, e da avvelenamenti chimici. Non disturbando gli animali e gli alberi, questa tecnologia favorisce la biodiversità del sistema geografico.

Fonti

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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