Metalli pesanti nelle bevande analcoliche: un pericolo per la salute?

I metalli pesanti sono sostanze inorganiche che si trovano comunemente in natura, sia nell’ambiente terrestre che acquatico, nonché nell’atmosfera. Tuttavia, alcuni processi industriali, l’incenerimento dei rifiuti, il traffico delle auto e le pratiche agricole, possono anche spostare questi metalli dai loro siti naturali. Questo può portare all’esposizione umana attraverso l’aria e l’ingestione di acqua o cibi contaminati. La via di esposizione alimentare sembra essere la più rilevante al momento.

Un recente studio ha analizzato diverse bevande analcoliche e sono stati trovati livelli allarmanti di numerosi metalli pesanti.
Figura 1 – Un recente studio ha analizzato diverse bevande analcoliche e sono stati trovati livelli allarmanti di numerosi metalli pesanti.

Bevande analcoliche: la presenza di metalli pesanti minaccia la salute umana

Una volta che questi metalli pesanti vengono assorbiti nel corpo, hanno la capacità di legarsi alle strutture cellulari in cui si depositano, impedendone il corretto funzionamento. Se questi metalli si accumulano nel tempo nell’organismo, possono causare una serie di effetti dannosi sulla salute. Tra questi ci sono problemi neurologici, epatici, renali, ossei, fenomeni irritativi, intossicazioni e persino azione cancerogena. Pertanto, le autorità regolatorie per la tutela della salute pubblica hanno stabilito nei singoli Paesi valori massimi di alcuni contaminanti. I metalli pesanti, presenti nei prodotti alimentari, prevedendo limiti di legge in alcune tipologie di alimenti.

I metalli pesanti sono presenti in diversi alimenti, come cereali, verdure, ortaggi, patate, crostacei, molluschi e pesci. Ma ora, uno studio recente dell’Università della Tulane ha scoperto che alcune bevande analcoliche, come succhi di frutta, latte a base vegetale e bibite gassate, possono contenere livelli pericolosi di questi metalli.

Metalli pesanti nei succhi di frutta e latte a base vegetale: i bambini sono i più a rischio

I ricercatori della Tulane University, in Louisiana, hanno analizzato 60 tipi di bevande analcoliche. Tra questi ci sono succhi di frutta singoli e misti, latte vegetale, bevande gassate e tè, acquistati nei supermercati e negozi al dettaglio di New Orleans. In queste bevande, hanno misurato 25 diversi metalli tossici e oligoelementi. Hanno scoperto che cinque delle 60 bevande analizzate contenevano livelli di metalli tossici superiori agli standard federali per l’acqua potabile. In particolare, hanno riscontrato in due succhi di frutta misti livelli di arsenico superiori allo standard di 10 microgrammi/litro. Mentre un succo di mirtillo, un succo misto di carota e frutta e un latte di avena presentavano livelli di cadmio superiori allo standard di 3 microgrammi/litro.

In totale, 7 dei 25 elementi misurati dai ricercatori nel loro studio superavano gli standard dell’acqua potabile in alcune bevande, tra cui nichel, manganese, boro, cadmio, stronzio, arsenico e selenio. Il piombo è stato rilevato in oltre il 93% dei 60 campioni esaminati, sebbene la maggior parte contenesse livelli inferiori a 1 microgrammo per litro. Il livello più alto (6,3 microgrammi/litro) è stato riscontrato in una bevanda sportiva al lime. In questo caso il livello è ancora al di sotto degli standard per l’acqua potabile stabiliti dall’EPA e dall’OMS. Nel complesso, i succhi di frutta misti e il latte a base vegetale, tra cui quelli di avena e di mandorla, contenevano livelli più elevati di metalli tossici rispetto alle altre bevande analizzate nello studio.

Dati molto allarmanti

Questi risultati sono allarmanti. Infatti le bevande come i succhi di frutta, il latte vegetale, le bibite gassate, le bevande energetiche e il tè sono ampiamente consumate a livello globale, in particolare dai bambini. Questo fatto rende i bambini particolarmente vulnerabili all’esposizione ai metalli pesanti, in quanto consumano maggiormente queste bevande rispetto agli adulti, soprattutto i succhi di frutta.

Secondo l’autore principale dello studio, Tewodros Godebo, “È sorprendente che ci siano così pochi studi sulle sostanze tossiche ed essenziali presenti nelle bevande analcoliche. Questi risultati creano una consapevolezza importante e spingono ad avviare nuove indagini”. Pertanto, è necessario continuare a indagare sui livelli di metalli pesanti nelle bevande analcoliche e prendere misure per ridurre la loro presenza.

È importante notare che la maggior parte di questi metalli pesanti presumibilmente proviene da terreni contaminati, quindi sono necessarie normative e controlli ambientali per diminuirne la presenza e ridurre i rischi per la salute umana. Tuttavia, la tossicità dipende spesso dal dosaggio, quindi se il consumo di queste bevande è moderato, non c’è motivo di allarmarsi. Ma i genitori dovrebbero evitare di dare ai loro bambini bevande come succhi di frutta mista o latte a base vegetale in grandi quantità.

Inoltre, secondo i ricercatori, il prossimo passo sarà quello di condurre un’analisi del rischio basata sui dati raccolti per conoscere gli impatti dell’assorbimento di metalli tossici da parte di bambini e adulti. Ciò consentirà di comprendere meglio gli effetti di questi metalli sul corpo umano e adottare misure adeguate per proteggere la salute pubblica.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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