L’etanolo, quando un prodotto di “biotecnologia classica” diventa tossico per il nostro microbiota intestinale
Nella cultura occidentale si consumano abitualmente bevande che contengono naturalmente etanolo, come vino, birra ecc. Questi prodotti di “biotecnologia classica” sfruttano dei microorganismi per far si che i carboidrati presenti nell’orzo e nell’uva, attraverso la fermentazione alcolica, possono essere trasformati in etanolo. Un eccesivo consumo di alcol può portare alla disbiosi intestinale.
L’etanolo come ben noto in letteratura è un cancerogeno di tipo 1. Si considera un rischio basso assumere in media 2 unità alcoliche al giorno per le donne (24 g di etanolo) e 3 per gli uomini (36 g di etanolo), indipendentemente dalla bevanda assunta: vino, birra o super alcolici. Ricordiamo che rischio basso non significa rischio zero.
Questa guida non ha l’obbiettivo di demonizzare le bevande a base d’alcol e ne di analizzare nel complesso i rischi che queste sostanze apportano al corpo umano. Ci andremo a concentrare in modo specifico su come questa sostanza modula il microbiota intestinale.
Ruolo del microbiota nell’asse intestino-fegato nelle malattie epatiche
L’intestino ed il fegato sono due organi che comunicano attraverso il sistema portale.
Molti metaboliti prodotti dalle comunità microbiche che colonizzano il colon raggiungono le ghiandole epatiche tramite questa via di comunicazione.
E facile quindi intuire che il microbiota intestinale gioca un ruolo chiave nell’asse intestino-fegato, ed in diverse complicazioni come la malattia epatica alcolica (ALD, alcoholic liver disease).
Partiamo col dire che solo il 15-20% dei pazienti che abusano di alcol sviluppano la ALD.
Questi cambiamenti sono in gran parte collegati a modificazioni del microbiota, quindi si deduce l’importanza del ruolo di queste comunità microbiche che ci colonizzano.
Consumo di alcol e disbiosi intestinale e l’ALD
L’ALD è una delle principali cause di malattia epatica cronica al mondo.
Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su alcol e salute, l’alcol è causa del 50% delle cirrosi epatiche e del 10% dei decessi per cancro al fegato.
Il consumo eccessivo a lungo termine di alcol è il principale fattore eziologico dell’ALD e può portare ad una massiccia necrosi delle cellule epatiche, aumentando il rischio di insufficienza epatica.
Da studi sull’uomo è stato dimostrato che le funzioni microbiche, in particolare quelle relative al metabolismo dell’acido biliare, possono regolare i danni al fegato legati all’alcol.
Oltre ad avere un effetto positivo sullo sviluppo di sintomi psicotici dipendenti dall’alcol, il microbiota intestinale può anche aumentare il rischio e la gravità delle malattie ad esso correlate.
Quando si verifica una malattia epatica correlata all’alcol, il numero e il rapporto della composizione
dei microrganismi intestinali cambia.
Questo porta all’aumento della permeabilità intestinale mettendo a contatto diretto l’epitelio intestinale con le comunità microbiche che lo colonizzano. Questo evento scatena un’infiammazione profusa.
Il metabolismo intestinale dell’alcol, da parte dei batteri, produce una grande quantità di acetaldeide,
molecola tossica che modula la permeabilità intestinale e la stabilità del microbiota. Concentrazioni eccessive di questa molecola causano una compromissione diretta degli epatociti.
Una prolungata esposizione all’alcol causa la crescita eccessiva di batteri Gram-negativi, con conseguente endotossiemia e iperstimolazione del sistema immunitario.
L’etanolo modula il microbiota, aumentando i phyla Proteobacteria e Fusobacteria e riducendo i generi Bacteroides e Lactobacillus.
Inoltre, nel microbiota dei pazienti affetti da ALD si riscontra una notevole crescita di Candida.
La variazione del microbiota intestinale nell’ALD
Negli alcolisti abbondano le famiglie di Enterobacteriaceae e Halomonadaceae, con relativo l’incremento delle endotossine da loro prodotte.
Si riscontra invece una notevole diminuzione del numero di Spirillaceae e Clostridiaceae.
In genere, l’assunzione di alcol porta all’aumento Bacteroides, Megamonas e Veillonella e a una riduzione dei Lactobaciullus.
Si può quindi affermare che l’assunzione cronica di alcol può provocare disbiosi enterica, che è solo parzialmente reversibile.
Consumo di alcol e disbiosi intestinale: principali conseguenze
I pazienti alcolisti presentano una permeabilità dell’intestino significativamente aumentata.
Si evidenzia infatti la “perdita” di metaboliti batterici intestinali, inclusi DNA batterico, acido biliare, peptidoglicano e flagellina.
Successivamente, i batteri e i loro metaboliti vengono trasferiti dai lumi intestinali al fegato, provocando lesioni epatiche. Tutto questo porta ad uno stato infiammatorio, causato da una cascata di molecole di segnalazione, che parte con il rilascio di TNF-α e interleuchine come IL-1, IL-10 e IL-12.
L’assunzione di etanolo, inoltre, altera ulteriormente la composizione del microbiota intestinale a causa della minore concentrazione degli acidi grassi a corta catena, prodotti dagli stessi batteri.
I livelli intestinali di questi acidi grassi sono infatti più bassi dopo il consumo di alcol, ad eccezione dell’acido acetico che è un metabolita dell’etanolo.
Conclusioni
Studi preliminari, hanno mostrato che la somministrazione di probiotici (Bifidobacterium bifidum e Lactobacillus plantarum), per 5 giorni in pazienti con lieve epatite indotta da alcol, ha notevolmente migliorato i livelli degli enzimi epatici (ALT, AST, GGT).
Anche la somministrazione di prebiotici come le inuline ha degli effetti benefici.
Detto ciò, possiamo concludere dicendo che, nel cercare di ripristinare le condizioni fisiologiche dell’intestino e del fegato in seguito ad un abuso di alcol, è fondamentale cercare di ripristinare la normale fisiologia del microbiota intestinale.
Fonti:
- https://etd.adm.unipi.it/t/etd-06052021-131655/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33053357/
- https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S0140-6736%2818%2931310-2&fbclid=IwAR3xAToWaODmY3P2A3xPDgI9lHXoyoinY4zljEQJXpwLR03zktAb-Uamqm0
Crediti immagini:
Immagine in evidenza: https://liborioquinto.altervista.org/bevande-alcoliche-quel-brindisi-uccide-batteri-lattici-intestinali/
Figura 1: https://www.didascienze.it/metabolismo_dellalcool.html