Le mestruazioni sono spesso sinonimo di malessere e dolore fisico per milioni di donne. In Italia, infatti, dal 60% al 90% delle donne soffre durante il ciclo mestruale. Tuttavia, un nuovo studio dell’Institute of Sport, Exercise and Health (ISEH) dell’University College London (UCL) ha rivelato un aspetto sorprendente: le donne, durante il ciclo mestruale, ottengono i migliori risultati in termini di performance cognitive. Questo articolo esplorerà i dettagli di come le mestruazioni possono aumentare le performance cognitive.
Indice
L’importanza dello studio
Lo studio condotto dal ISEH dell’UCL ha misurato i tempi di reazione, i livelli di attenzione e la precisione mentale su un gruppo di 241 partecipanti. I risultati hanno mostrato che, nonostante le partecipanti riferissero di non sentirsi bene, le loro performance cognitive erano significativamente migliori durante il ciclo mestruale.
Perché è stato condotto questo studio
L’obiettivo principale dello studio era investigare un dato emerso da precedenti ricerche di Medicina dello Sport: le donne sarebbero più predisposte agli infortuni durante la fase luteale del ciclo mestruale, ovvero quella tra l’ovulazione e le mestruazioni. Si ipotizzava che la causa fosse legata ai cambiamenti ormonali, ma non era ancora chiaro come questi influenzassero il rischio di infortuni durante lo sport.
Metodologia dello studio
I ricercatori hanno sottoposto 241 partecipanti a una serie di test cognitivi per 14 giorni, monitorando i tempi di reazione e il numero di errori. Contestualmente, veniva chiesto alle partecipanti di fornire indicazioni sul loro umore e la presenza di sintomi legati al ciclo. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neuropsychologia.
I risultati dello studio
Attività mentale e mestruazioni
Dai test è emerso che, durante i giorni delle mestruazioni, le partecipanti hanno commesso meno errori e hanno mostrato tempi di reazione migliori rispetto agli altri giorni del ciclo. Questo è stato un risultato sorprendente, poiché le donne avevano dichiarato di sentirsi male e si aspettavano performance peggiori.
Fase luteale e rischio di infortuni
Durante la fase luteale, le partecipanti hanno mostrato tempi di reazione più lenti, pur non commettendo un numero maggiore di errori. Secondo i ricercatori, questo conferma l’ipotesi che le atlete abbiano un rischio di infortuni maggiore durante la fase luteale, a causa del ruolo degli ormoni sul corpo. L’effetto inibitorio del progesterone e quello stimolante dell’estrogeno sulla corteccia cerebrale sembrano giocare un ruolo cruciale.
Implicazioni dei risultati
I risultati di questo studio rovesciano completamente i luoghi comuni che pesano sulle prestazioni professionali e sportive delle donne durante le mestruazioni. Nonostante il malessere fisico, le donne dimostrano di avere migliori prestazioni cognitive durante il ciclo mestruale, il che potrebbe avere importanti implicazioni nella prevenzione degli infortuni e nella pianificazione degli allenamenti sportivi.
Conclusione
In conclusione, questo studio rappresenta una svolta nella comprensione dell’impatto delle mestruazioni sulle performance cognitive delle donne. Nonostante il malessere fisico, le donne dimostrano di avere migliori prestazioni cognitive durante il ciclo mestruale. Questo risultato potrebbe portare a una nuova considerazione delle capacità delle donne in ambito sportivo e professionale.
FAQ:
1. Le mestruazioni influenzano negativamente le performance cognitive delle donne?
No, lo studio ha dimostrato che durante le mestruazioni, le donne ottengono migliori risultati in termini di performance cognitive.
2. Qual è la fase del ciclo mestruale più a rischio per le atlete?
La fase luteale, ovvero quella tra l’ovulazione e le mestruazioni, è stata identificata come la fase in cui le atlete sono più predisposte agli infortuni.
3. Cosa hanno misurato i ricercatori nello studio?
I ricercatori hanno misurato i tempi di reazione, i livelli di attenzione e la precisione mentale delle partecipanti.
4. Qual è la novità di questo studio rispetto ai precedenti?
Questo è il primo studio a valutare l’impatto dell’attività cognitiva anche sulle prestazioni sportive delle donne, aprendo nuove prospettive nella prevenzione degli infortuni.