Distimia o disturbo depressivo persistente

La distimia o disturbo distimico, fa parte dei disturbi dell’umore ed è molto poco conosciuta rispetto alla depressione maggiore. E’ definita anche Disturbo Depressivo Persistente, poiché, affinché si arrivi ad effettuare questa diagnosi, i sintomi devono perdurare per almeno un lungo periodo di tempo.

Caratteristiche della distimia

Il disturbo distimico è una forma cronica di depressione, che differisce dalla depressione maggiore per la lieve gravità dei sintomi, come una tristezza e un’apatia costante, che perdurano nel tempo. Si stima che si manifesti nel 3-6% della popolazione e possa aumentare anche il rischio di andare in contro alla depressione maggiore.

La distimia può comparire in qualsiasi fase della vita, in adolescenza, età adulta o senile. In genere si parla di esordio precoce prima dei 21 anni, tardivo se accade successivamente a tale età. Può succedere però che il disturbo non venga diagnosticato, vista la natura insidiosa e poco chiara dei sintomi, che vengono spesso confusi con tratti appartenenti ad una personalità negativa, tendente al pessimismo. Questo porta a non chiedere aiuto tempestivamente, con un possibile aggravamento dei sintomi.

Sintomi

Sintomi della distimia.
Figura 1 – Sintomi della distimia. [Fonte: https://www.facebook.com/]

Sebbene i sintomi della distimia siano più lievi e meno intensi rispetto a quelli caratteristici della depressione maggiore, risulta essere un disturbo invalidante, poiché insidioso e di difficile riconoscimento. I sintomi quali umore depresso, perdita di interesse verso le attività quotidiane, tristezza, insonnia, bassa autostima, astenia, scarso o eccessivo appetito e difficoltà di concentrazione, arrivano a compromettere la vita affettiva e lavorativa di chi ne soffre.

Nel disturbo depressivo persistente, come anche nella depressione, la persona che ne soffre può tendere ad evitare contesti sociali e l’esecuzione di compiti lavorativi, innescando un circolo vizioso di evitamento/scarsa autostima che aggraverebbe i sintomi del disturbo.

Cause della distimia

Non esiste un’unica causa che possa provocare il disturbo distimico. Tuttavia, vi sono numerosi fattori di rischio, che insieme possono portare all’insorgenza della patologia: fattori biologici, ambientali, comportamentali e cognitivi.

Nei pazienti con distimia è stata riscontrata un’anomalia della fase di latenza del sonno, che risulta ridotta rispetto a chi non soffre di questo disturbo. Inoltre, l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene risulta sovrastimolata.

Altri fattori che possono aumentare il rischio di andare in contro a distimia riguardano le esperienze negative dell’individuo, soprattutto se avvenute in età precoce, che possono aprire la strada verso la mancanza di fiducia e speranza verso il futuro, possibile preludio ad un disturbo depressivo. Anche avere un parente di primo grado con un disturbo dell’umore e avere un’anamnesi di disturbi mentali possono contribuire all’aumento del rischio.

Diagnosi

Per diagnosticare la distimia, secondo il DSM-V-TR, l’umore depresso deve essere presente per un periodo continuativo di almeno due anni. Negli adolescenti è sufficiente che sia presente per almeno un anno. Talvolta, in questa fascia d’età, il soggetto può essere particolarmente irritabile più che d’umore deflesso.

In questo periodo di due anni (o uno negli adolescenti) i sintomi non devono essere assenti per più di due mesi. Oltre all’umore depresso, in concomitanza devono essere presenti due tra i seguenti sintomi: disturbi del sonno come insonnia e ipersonnia, disturbi dell’appetito, bassa autostima, sentimenti di disperazione, sintomi cognitivi come difficoltà a concentrarsi o nel prendere decisioni.

Inoltre, non devono sussistere altri disturbi che possano altrimenti spiegare la presenza di alcuni sintomi, come episodi maniacali ed ipomaniacali del disturbo bipolare, schizofrenia, disturbi psicotici, e i sintomi non devono essere attribuibili ad altre cause mediche o da imputare ad abuso di sostanze (droghe o alcol). I sintomi devono inoltre compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane, della socialità e delle attività lavorative.

Trattamento

Per trattare la distimia, un buon aiuto per alleviare il disturbo può essere dato dal cambiamento di stile di vita a favore di abitudini più salutari, come una dieta equilibrata, miglioramento della qualità e regolarizzazione del sonno, regolare attività fisica, evitando inoltre il consumo di alcol e sostanze.

Ai cambiamenti salutari nel proprio stile di vita, si aggiunge la psicoterapia per fare in modo che il paziente possa affrontare eventuali conflitti irrisolti. Particolari protocolli di terapia cognitivo comportamentale sono utilizzati al fine della modifica di schemi di pensiero sbagliati. Le persone con distimia hanno una tendenza alla ruminazione, oltre a pensieri ricorrenti riguardo l’essere un fallimento e sulla propria incapacità nell’affrontare gli ostacoli della vita o nel raggiungimento dei propri obiettivi. Lo scopo della terapia cognitivo comportamentale è quindi quello di modificare questi pensieri disfunzionali, portando il paziente a considerare tutto da un’altra prospettiva, migliorando la propria capacità di coping e gestione dei problemi.

Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, in genere vengono prescritti gli stessi farmaci utilizzati per altre forme di depressione. Di conseguenza, i trattamenti di prima linea per la distimia consistono nella somministrazione degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), prescritti più frequentemente rispetto agli antidepressivi triciclici e agli inibitori della monoaminossidasi, per via dei minori effetti collaterali. In genere questi ultimi includono: nausea, diarrea, mal di testa, insonnia e agitazione.

Conclusioni

Vista l’alta incidenza e la natura multifattoriale di questo disturbo, sono necessari un maggior numero di studi, sia per quanto riguarda la determinazione delle cause, sia per avere delle terapie farmacologiche più specifiche.

Si fa presente inoltre che questo articolo è stato scritto puramente a scopo informativo e non si sostituisce al supporto e alla diagnosi del medico.

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Roberta Maria Serra

Futura biologa, nutro un forte interesse per temi quali la salute e la prevenzione, di cui scrivo e curo una rubrica social per Microbiologia Italia. Altre mie passioni riguardano l’astronomia, la bioinformatica, la biostatistica e la ricerca clinica. Ritengo che saper comunicare argomenti di carattere scientifico con chiarezza e rigore sia importantissimo, soprattutto nel periodo in cui viviamo.

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