La scarlattina è una malattia esantematica – si presenta, cioè, con un caratteristico esantema, ovvero un’eruzione cutanea diffusa sulla pelle – e infettiva; è l’unica tra le malattie esantematiche (morbillo, rosolia, varicella, parotite, quarta malattia, quinta malattia, sesta malattia, sindrome bocca-mani-piedi) a non essere causata da un virus.
Di solito, si presenta in forma non molto grave, anche se altamente contagiosa, e può essere curata dal medico di famiglia mediante la prescrizione di antibiotici, anche se molto raramente, può presentarsi nuovamente nella stessa persona.
Caratteristiche
La scarlattina può presentarsi a tutte le età e in tutte le stagioni, soprattutto nel periodo dicembre-aprile, ma la fascia in cui si manifesta maggiormente è quella compresa fra i 5 e i 15 anni.
L’agente responsabile è lo Streptococcus pyogenes di gruppo A, che produce tossine eritrogeniche responsabili delle manifestazioni cliniche; poiché esistono diversi ceppi di Streptococco beta-emolitico di gruppo A, ci si può ammalare di scarlattina più volte. Prima dell’avvento degli antibiotici, il tasso di mortalità nei soggetti colpiti da scarlattina era rilevante, oggi si è quasi totalmente azzerato, la prognosi è decisamente buona e le complicanze sono piuttosto scarse.
Eziologia e patogenesi
La malattia, come detto, è causata da ceppi di Streptococco che producono una tossina, che, nei soggetti suscettibili, passa in circolo causando l’esantema e gli altri sintomi della malattia. L’infezione è trasmessa per via aerea con le goccioline di saliva (tosse, starnuti…) da un soggetto malato o portatore ed è di regola a carico del faringe (faringite streptococcica). La scarlattina presenta un tempo di incubazione variabile tra 1 e 7 giorni, il batterio è molto resistente alle condizioni ambientali (temperatura, umidità, …) e resiste a lungo anche su oggetti di uso quotidiano come le stoviglie, i libri e i giocattoli dei bambini infetti.
Generalmente un malato è contagioso da 1-2 giorni prima dell’inizio dei sintomi: se si instaura un’adeguata terapia antibiotica il paziente non è più contagioso (e può quindi tornare a scuola od al lavoro) dopo 24-48 ore dalla prima dose, diversamente rimane infettivo per due o tre settimane dopo la comparsa dei sintomi.
Possono verificarsi casi di portatore sano, ossia soggetti che non mostrano sintomi pur essendo in grado di contagiare altre persone.
Segni e sintomi
Fase prodromica
Giorno 1
La scarlattina ha un esordio improvviso caratterizzato dai seguenti sintomi:
- febbre alta fino a 39-40 °C (lieve nei bambini più piccoli)
- brividi
- mal di testa
- mal di stomaco
- vomito
- forte mal di gola con difficoltà nella deglutizione
- talvolta tonsille bianche
- linfonodi del collo ingrossati
I bambini di età inferiore ai 3 anni possono presentare anche congestione nasale, mentre nei neonati spesso si rileva irritabilità e diminuzione dell’appetito.
Fase esantematica
Giorno 2
Entro 12-48 h dall’esordio del mal di gola (che rimane sempre severo) compare l’esantema: tutto il viso appare di colore rosso acceso ad eccezione della zona compresa fra naso, bocca e mento. Persiste la febbre alta.
Giorno 3
La lingua si copre di una patina bianca che poi tende a desquamare lasciando la lingua stessa di un acceso color rosso fragola o lampone; le macchioline rosse, lievemente rilevate al tatto (come fosse cartavetro), dal viso e dal collo passano al torace e agli arti (Fig.1). Diventano particolarmente evidenti sulla superficie interna del gomito, nelle pieghe inguinali e sulla faccia interna delle cosce.
Fase desquamativa
Giorno 6
L’eruzione cutanea sfuma nel giro di una settimana circa e sulla pelle, successivamente, compare la desquamazione che può persistere anche per alcune settimane (normalmente da 10 a 14 giorni); in questa fase potrebbe comparire prurito.
Diagnosi
La diagnosi si basa essenzialmente sull’osservazione clinica e sulla comparsa del caratteristico esantema, soprattutto nelle forme conclamate. Nelle forme più lievi possono esservi problemi di diagnosi differenziale con i diversi esantemi scarlattiniformi, per questo motivo potrebbe essere utile un esame colturale con il tampone faringeo.
Test strumentali e di laboratori
In alcuni casi alla diagnosi si può giungere tramite esami ematici:
- l’emocromo, che rivelerà una notevole leucocitosi con neutrofilia (eccessivo aumento del numero dei neutrofili) e talvolta aumento degli eosinofili;
- il titolo antistreptolisinico (TAS), cioè il dosaggio dell’antistreptolisina, un anticorpo che l’organismo produce per contrastare la streptolisina, una proteina ad azione emolitica che viene prodotta dagli streptococchi; la presenza di questa proteina indica una reazione di difesa dell’organismo e, conseguentemente, l’esistenza di un’infezione da streptococco (il titolo antistreptolisinico nel siero aumenta progressivamente nel corso di 2-3 settimane).
Terapia
La terapia per la scarlattina consiste nella somministrazione di antibiotici per circa 8-10 giorni attivi sull’infezione streptococcica (penicillina, amoxicillina, cefalosporina).
Inoltre, vi sono alcune semplici regole da seguire sia per bambini che adulti per gestire più serenamente la situazione, in attesa che il trattamento segua il proprio decorso:
- In caso di dolore e febbre, alcuni farmaci da banco come il paracetamolo e l’ibuprofene possono aiutare ad attenuarli
- In caso di mal di gola, mangiare cibi morbidi, bevande fredde o ghiaccioli
- Bere molti liquidi
- Fare i gargarismi con acqua salata
- Rendere l’aria più umida per facilitare la respirazione
È consigliabile il riposo a letto, soprattutto fin quando il soggetto è febbricitante.
Complicanze e prevenzione
Se non adeguatamente trattata, la scarlattina può causare precocemente un quadro tossico generalizzato causato dalla tossina pirogenica con possibile coinvolgimento del cuore, dei reni, del fegato e delle articolazioni. Come nelle più comuni infezioni da streptococco, si possono manifestare complicanze immunologiche tardive come la malattia reumatica e la glomerulonefrite acuta post-infettiva.
Non esiste un vaccino per prevenire il mal di gola da streptococco né tantomeno la scarlattina e non esiste un modo sicuro per evitare il contagio, quindi quando un bambino è a casa malato è raccomandabile evitare la condivisione di posate e bicchieri in cui mangia e beve, per poi lavarli accuratamente con acqua calda e sapone.
Fondamentale il lavaggio frequente ed accurato delle mani.
Dr. Giosuè Ruggiano
Fonti:
- Scarlattina: Sintomi, incubazione, contagio e terapia (nurse24.it)
- Scarlattina – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (ospedalebambinogesu.it)
- Scarlattina | Auxologico Scarlattina: disturbi, cause e cura – ISSalute
- Scarlattina: incubazione, trasmissione e sintomi – Società Italiana di Pediatria (sip.it)
- SCARLATTINA: DAI SINTOMI ALLA CURA | Centro Medico Santagostino
- Scarlattina: le risposte a 12 domande frequenti – Uppa
- Immagine iniziale: Bambini e sviluppo delle capacità percettive – Uppa
- Figura 1: Scarlattina: cause, contagio, sintomi e cura – Sanioggi.it