Caratteristiche della patologia
Il fuoco di Sant’Antonio (herpes zoster) è un’infezione virale a carico della cute e delle terminazioni nervose causata dalla riattivazione del virus varicella zoster, responsabile della varicella.
L’infezione è chiamata fuoco di Sant’Antonio, in quanto, durante il XII secolo veniva invocato Sant’Antonio Abate per la sua guarigione.
Il fuoco di Sant’Antonio causa una dolorosa eruzione cutanea, caratterizzata da vescicole ripiene di liquido, localizzata in specifiche regioni del corpo. Solitamente si manifesta in una sola striscia di pelle a livello del tronco.
Alcuni giorni prima della comparsa dell’infezione, i soggetti interessati avvertono dolore e prurito nella regione in cui compariranno le vescicole, all’interno delle quali è contenuto il virus. Quest’ultimo viene tramesso, tramite un contatto diretto, ad un individuo sano provocando la varicella.
Dopo alcuni giorni, le vescicole iniziano a seccare formando una crosta. Lo sfregamento delle vescicole può indurre infezioni batteriche che aumentano il rischio di sviluppare cicatrici.
I sintomi, oltre al dolore bruciante, sono: mal di testa, mal di stomaco, prurito, febbre, spossatezza e brividi.
La guarigione da herpes zoster generalmente non comporta conseguenze, ma in alcuni casi possono residuare iperpigmentazione della pelle o fibrosi.
Inoltre, circa il 20% di persone che sono state colpite dal virus, (soprattutto anziani) nonostante la risoluzione delle lesioni, avvertono ancora forte dolore nell’area precedentemente infetta. Questa complicanza prende il nome di nevralgia posterpetica e può essere molto grave ed invalidante.
Ulteriori complicanze dell’herpes zoster sono: polmonite, miocardite, encefalomielite.
Eziologia
L’agente eziologico del fuoco di Sant’Antonio è il virus varicella zoster, virus a DNA a doppia elica, causa della varicella ed appartenente alla famiglia degli Herpesviridae.
Il virus della varicella diffonde nel torrente circolatorio ed infetta i gangli sensitivi craniali e del midollo spinale. Il virus rimane per molti anni nei gangli in uno stato inattivo, per poi riattivarsi molti anni dopo causando l’herpes zoster.
Il fuoco di Sant’Antonio, come affermato, induce la comparsa di una bruciante eruzione eritematosa in regioni del corpo che ricoprono le fibre nervose infette da varicella zoster riattivato.
Quindi, l’herpes zoster può manifestarsi solo in un individuo che ha già avuto la varicella.
Nel paragrafo precedente si è evidenziato anche che l’infezione virale si sviluppa solitamente a livello del tronco, ma ad essere infettate sono anche le fibre nervose che innervano l’occhio e l’orecchio provocando l’herpes zoster oftalmico e l’herpes zoster oticus (sindrome di Ramsay Hunt).
Le cause della riattivazione del virus della varicella sono sconosciute, ma è probabile che ciò si verifichi quando c’è un calo delle difese immunitarie (dovuto a patologie quali AIDS e linfoma di Hodgkin), stress psicofisico, utilizzo di farmaci immunosoppressori, o quando si tratta di soggetti fragili come gli anziani o sottoposti a radioterapia e chemioterapia.
Epidemiologia
L’herpes zoster presenta un alto livello d’infettività ed una prevalenza mondiale. È importante ricordare che non è correlato con le stagioni e non si verifica in epidemie.
Circa il 90% delle persone in una popolazione si ammala di varicella ed il 10% di questi viene successivamente colpito da herpes zoster.
Si verifica generalmente un solo evento di herpes zoster nella vita, meno del 4% delle persone manifesta più episodi.
In Italia ogni anno si registrano circa 157.000 casi.
Il 26% dei pazienti infetti può presentare anche delle complicanze ed il 20% sviluppano nevralgia posterpetica.
Il fuoco di Sant’Antonio può manifestarsi a qualsiasi età, ma più frequentemente dopo i 50-65 anni d’età, infatti il tasso di incidenza annuale varia da 1,2 a 3,4 casi per 1000 individui, ma aumenta a 3,9-11,8 casi per 1000 individui che hanno più di 65 anni.
Diagnosi e test di laboratorio
La diagnosi del fuoco di Sant’Antonio è immediata, è sufficiente l’ispezione visiva dell’eruzione cutanea che compare sul corpo, solo in rari casi, si effettua l’analisi o la biopsia di un campione prelevato dalle vescicole per confermare la diagnosi.
Esistono anche dei test di laboratorio per diagnosticare il fuoco di Sant’Antonio, il più comune consiste in un esame del sangue per ricercare anticorpi IgM legati alla presenza del virus varicella zoster.
In altri casi, invece, mediante PCR, è possibile ricercare il DNA del virus ed effettuare il dosaggio delle particelle virali.
Terapia e prevenzione
L’infezione da herpes zoster, così come la varicella, guarisce spontaneamente, ma per poterne ridurre i disturbi, viene utilizzata una terapia farmacologica.
I farmaci antivirali costituiscono il trattamento primario dell’herpes zoster, essi devono essere assunti prima della comparsa delle vescicole, altrimenti risultano essere inefficaci. Questi farmaci non combattono il dolore, ma servono ad alleviare i sintomi, a limitare la durata e la diffusione della lesione e a ridurre la frequenza di nevralgia posterpetica.
Spesso si ricorre ad impacchi umidi che hanno una funzione lenitiva, ma per cercare di alleviare il dolore si utilizzano farmaci antidepressivi e anticonvulsivanti a cui si associano corticosteroidi, antinfiammatori e antidolorifici oppioidi.
Per la prevenzione è consigliabile non avere contatti diretti con individui affetti dall’infezione e vaccinarsi. Il vaccino contro l’herpes zoster, somministrato a bambini e ad adulti, riduce lo sviluppo del fuoco di Sant’Antonio e della nevralgia posterpetica.
Fonti
- https://www.humanitas.it/malattie/herpes-zoster-fuoco-di-sant-antonio
- https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/infezioni/infezioni-da-herpesvirus/herpes-zoster
- https://www.nurse24.it/studenti/patologia/herpes-zoster-fuoco-di-sant-antonio.html
- https://it.wikipedia.org/wiki/Herpes_zoster
Crediti immagini
- Immagine in evidenza: https://www.ambientebio.it/rimedi-naturali/fuoco-di-santantonio-sintomi-rimedi-alleviare-disturbi/
- Figura 1: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Herpes_zoster_back.png
- Figura 2: http://scielo.isciii.es/scielo.php?pid=S0213-12852011000100002&script=sci_arttext
- Figura 3: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Herpesviridae_EM_PHIL_2171_lores.jpg
- Figura 4: https://www.flickr.com/photos/communityeyehealth/49722911703/in/photostream/