Comunemente chiamati parassiti oculari, i nematodi del genere Thelazia risiedono nel sacco congiuntivale di differenti specie di animali a sangue caldo. Gli ospiti definitivi di questo organismo sono prevalentemente cani od altri canidi, bovini e cavalli, ma i nematodi sono stati riscontrati anche in bufali d’acqua, capre, cervi, conigli, gatti e pecore. Gli esseri umani sono ospiti incidentali.
Le specie di Thelazia possono essere diversificate dalla profondità e larghezza della cavità boccale, dall’aspetto delle striature cuticolari, dal posizionamento dell’apertura vulvare rispetto alla giunzione esofago-intestinale, dall’apertura anale e dalla morfologia della coda.
Thelazia callipaeda è coinvolto nella maggior parte delle infezioni zoonotiche, mentre Thelazia californiensis e Thelazia gulosa sono agenti causali meno comuni.
Thelazia callipaeda
I Paesi dell’Estremo Oriente (Cina, Giappone e Thailandia) costituiscono i luoghi in cui il parassita è stato originariamente identificato. Considerato per lungo tempo confinato in questi territori ed in quelli appartenenti alle ex repubbliche sovietiche, dagli anni 2000 è si sono registrate segnalazioni di parassiti oculari in Italia, in molti altri Paesi Europei ed in Svizzera. Recentemente il parassita Thelazia callipaeda è stato rilevato anche nei Balcani.
In Europa, il drosofilo Phortica variegata è il responsabile della diffusione del nematode. Le femmine adulte rilasciano larve di primo stadio nelle secrezioni lacrimali, che costituiscono il nutrimento dei moscerini. Le larve quindi hanno accesso all’ospite intermedio. Qui, dal tratto digestivo, le larve invadono altri organi e tessuti dove si sviluppano per due/tre settimane, fino al raggiungimento del terzo stadio. Queste ultime, a completo sviluppo, migrano nell’apparato boccale della mosca e vi restano sino a quando essa non si nutre delle lacrime dell’ospite definitivo.
Sintomatologia causata dai parassiti oculari
La thelaziosi comporta manifestazioni cliniche attribuibili al danno meccanico degli epiteli congiuntivali e corneali associato al numero di parassiti presenti ed alle dentellature laterali della cuticola propria del nematode. Segni clinici e lesioni quali congiuntivite, lacrimazione, prurito e ulcere corneali sono riscontrabili sia negli animali che negli esseri umani e sono inclusi problematiche più impattanti quali perforazione corneale e cecità.
Segnalazioni di questa tipologia provengono da Cina ed Estremo Oriente, dove bambini ed anziani vivono o visitano comunità rurali di basso livello socio economico e la parassitosi si verifica in coloro che sono a stretto contatto con animali infetti. In Europa la thelaziosi è occasionale ed avviene in aree in cui l’infezione è prevalente nei cani ed in altri canidi selvatici.
Approccio One Health
One Health è un approccio collaborativo, multisettoriale e transdisciplinare che mira a promuovere, migliorare e proteggere la salute ed il benessere di tutte le specie, rafforzando comunicazione e collaborazione tra gli operatori sanitari. Al fine di comprendere i rischi per gli esseri umani, gli animali e la salute dell’ecosistema, l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) incorpora il concetto come un approccio globale collaborativo.
Al fine di valutare il rischio e prevenire l’infezione zoonotica dei parassiti oculari appartenenti al genere Thelazia, sarebbe fortemente consigliato un approccio One Health, basato sulla cooperazione tra veterinari e medici. Dovrebbe, inoltre, essere condotta un’indagine locale nei focolai enzootici al fine di comprendere l’ecologia dei vettori e dei parassiti in queste aree.
Fonti:
- https://meridian.allenpress.com/journal-of-parasitology/article-abstract/92/4/872/3811/Human-Thelaziosis-A-Neglected-Parasitic-Disease-of
- https://wordpress.utoledo.edu/disastermedicine/category/thelaziasis/
- https://www.ijo.in/article.asp?issn=0301-4738;year=1996;volume=44;issue=2;spage=99;epage=101;aulast=Mahanta
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7926304/
- https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0147957116300029
- https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0001706X22001346
- https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0304401718300712