Un parassita che potrebbe aver dato origine al simbolo dell’odierna medicina, e che sembra essere presente addirittura nel libro dei Numeri nella Bibbia. Ecco Dracunculus medinensis, un parassita degno di un film horror.
Introduzione
Dracunculus medinensis (conosciuto anche come filaria di Medina o verme di Guinea) è un nematode parassita un tempo presente in Asia, India, Medio Oriente e Pakistan, ma ora endemico solo in certi stati africani e agente eziologico della dracunculiasi. Le dimensioni raggiunte da questo nematode sono ragguardevoli: la femmina può arrivare anche a 120 cm (contro i 4 cm del maschio), e da essa possono nascere anche 3 milioni di larve.

Ciclo vitale
Le larve di D. medinensis si trovano in acqua; qui la loro sopravvivenza è variabile, infatti mentre in acqua limpida è di soli sei giorni, in acque torbide può arrivare anche a 2-3 settimane. Se le larve riescono a sopravvivere, vengono ingerite da un crostaceo del genere Cyclops.
Al suo interno, i parassiti fuoriescono dall’intestino, raggiungendo la cavità celomatica (cavità interna), dove compiono due mute. A questo punto, se un mammifero (tra cui anche l’uomo) beve l’acqua contenente il crostaceo si infetta.
Infatti, mentre il crostaceo viene digerito, i nematodi sono ancora vivi e vegeti, in quanto protetti da una guaina resistente. Le larve passano quindi dall’intestino alla cavità addominale e qui si differenziano sessualmente in maschi e femmine.
A questo punto avviene l’accoppiamento, e il maschio (più piccolo) muore e viene assorbito dalla femmina. Questa migra, sfruttando i vasi linfatici, fino ai connettivi sottocutanei (nel 90% dei casi negli arti inferiori), e qui si accresce fino a raggiungere lunghezze ragguardevoli che possono arrivare anche al metro.
Successivamente essa “partorisce”, in quanto vivipara, fino a 3 milioni di larve, dopodichè migra ancora, stavolta verso l’epidermide, dove forma una vescica molto dolorosa contenente le larve. Quando viene a contatto con l’acqua, la vescica si rompe e le larve fuoriescono chiudendo il ciclo.

Patologia e diagnosi
La malattia causata da D. medinensis è, come detto precedentemente, la dracunculiasi. Questa può essere completamente asintomatica, o esordire circa un anno dopo l’infezione con sintomi generici come febbre non elevata, nausea, vomito, diarrea, capogiri e irritazione pruriginosa a cui segue (in entrambi i casi) la formazione della vescicola rotonda e dolente. È comune l’infezione della vescicola aperta con conseguenze che vanno dalla formazione di ascessi alla sepsi.
La diagnosi si basa sulla fuoriuscita del parassita dalla vescicola.
Cura e prevenzione
Non esiste un trattamento specifico efficace o un vaccino per questa malattia, e il trattamento prevede l’estrazione manuale della femmina che viene quindi arrotolata su un bastone o su un pezzo di garza, a cui segue la pulizia della ferita onde evitare l’infezione secondaria.
Questo processo d’estrazione è lungo e doloroso, e se non fatto nel modo corretto, provoca la rottura del verme all’interno del paziente, che quindi deve ricorrere ad asportazione chirurgica. È possibile una semplice prevenzione, ovvero la filtrazione dell’acqua da bere, anche con un semplice pezzo di garza, così come il cuocere i crostacei destinati all’alimentazione.

Epidemiologia
La dracunculiasi non è una malattia letale, anche se sono stati registrati casi di decessi in seguito all’infezione batterica secondaria.
È importante segnalare come i casi di dracunculiasi nel 2019 siano stati solo 54, con un continuo calo di casi, cosa che sembrerebbe mostrare come la malattia sia vicina all’eradicazione. Attualmente D. medinensis è endemico solo in Angola, Ciad, Sud Sudan e Camerun.
Curiosità
Ma ora veniamo alla curiosità! Come detto nell’introduzione, il bastone di Asclepio, simbolo dell’odierna medicina, secondo alcuni autori deriverebbe dall’antica tecnica (probabilmente nominata persino nel libro dei Numeri nella Bibbia e tuttora in uso) di estrazione di D. medinensis. Mostrerebbe infatti un esemplare del parassita avvolto attorno al bastone utilizzato per l’estrazione.
Andrea Borsa
FONTE:
– L’orologiaio miope,
– orpha.net,
– centro salute globale.
Articolo stupendo