Oggi parliamo delle amebe del genere Acanthamoeba, parassiti facoltativi che infettano occasionalmente l’uomo causando cheratiti o encefaliti.
Caratteristiche di Acanthamoeba
Il genere Acanthamoeba racchiude ben 25 specie di amebe a vita libera, presenti in tutto il mondo. Questi protozoi vivono in tantissimi ambienti terrestri e acquatici e possono provocare infezioni opportunistiche. Le specie più comuni nell’uomo sono A. castellanii, A. culbertsoni, A. polyphaga, A. hatchetti, A. griffin, A. rhysodes, A. lugdunensis e A. quina. Queste amebe possono causare danni alla cornea, mentre nei casi più gravi attaccare il cervello provocando l’encefalite amebica granulomatosa.
Filogenesi
Dominio | Eukaryota |
Regno | Protista |
Phylum | Rhizopoda |
Classe | Lobosea |
Ordine | Centramoebida |
Famiglia | Acanthamoebidae |
Genere | Acanthamoeba |
Specie | castellanii (specie tipo) |
Ciclo vitale di Acanthamoeba
Le amebe del genere Acanthamoeba sono parassiti facoltativi e si possono trovare nelle acque, nei suoli, sulla vegetazione, nella polvere, nei condizionatori e nei sistemi di riscaldamento, o nelle piscine. Il ciclo vitale di questi organismi (Figura 1) è molto simile ad altre amebe come Naegleria fowleri e Balamuthia mandrillaris. Ci sono due stadi di sviluppo: da una parte i trofozoiti che sono attivi e conducono vita libera, dall’altra le cisti si formano quando l’ambiente è sfavorevole. Quando i trofozoiti entrano nel corpo umano attraverso gli occhi, il naso o tramite abrasioni sulla pelle, possono causare gravi danni alla cornea e al cervello.
Morfologia strutturale
Le amebe del genere Acanthamoeba attraversano due stadi di sviluppo (Figura 2), che sono ben distinti dal punto di vista morfologico e metabolico:
- La ciste è lo stadio metabolicamente “dormiente”. Essa si forma quando le condizioni ambientali sono sfavorevoli (temperature troppo basse o troppo alte, disidratazione etc.). Le cisti hanno un diametro di 10-25 micrometri e un doppio rivestimento: quello esterno (esocisti) è fibroso e irregolare, mentre quello interno (endocisti) può apparire sferico, esagonale, poligonale o a forma di stella. Inoltre le cisti hanno un solo nucleo con un grosso cariosoma.
- Il trofozoita è la forma metabolicamente attiva, è mobile e ha un aspetto tipicamente irregolare. Il citoplasma ha spesso protrusioni a forma di spillo (acantapodi), ed è presente un solo nucleo (se non è in divisione) con un grosso cariosoma senza cromatina periferica.
Patogenesi
L’infezione da Acanthamoeba può causare la cheratite amebica a carico della cornea oppure l’encefalite amebica granulomatosa (granulomatous amebic encephalitis, GAE) a carico del cervello.
La cheratite amebica si verifica quando il parassita entra nell’occhio, ed è più comune nelle persone che usano le lenti a contatto. Microlesioni della cornea favoriscono l’ingresso dei trofozoiti, che ne danneggiano la struttura e la funzionalità rilasciando enzimi che attaccano le proteine (proteasi). Le lesioni si manifestano tipicamente con dolore e la sensazione di corpo estraneo, se non curate possono portare a cecità.
Le amebe possono attaccare il sistema nervoso centrale dopo essere entrate nel corpo attraverso il naso o abrasioni cutanee. Questo avviene quasi esclusivamente in soggetti immunocompromessi o debilitati per altre ragioni. L’esordio dell’encefalite amebica granulomatosa è insidioso e si manifesta con sintomi neurologici non specifici tra cui cefalea, epilessia o alterazione dello stato mentale. Purtroppo Il tasso di sopravvivenza è molto basso, e la morte può sopravvenire tra i 7 e i 120 giorni dall’insorgenza dei sintomi.
Infine si possono verificare infezioni disseminate a carico della pelle, soprattutto nei pazienti colpiti da AIDS.
Metodi di identificazione di Acanthamoeba
La diagnosi si basa sull’identificazione al microscopio dei trofozoiti e delle cisti (Figura 2) negli strisci corneali o nelle biopsie (tessuto nervoso, ulcerazioni alla pelle, cornea). I campioni possono essere colorati con ematossilina eosina, Giemsa, colorazione tricromica, lattofenolo blu, arancio di acridina, argento o bianco calcofluoro. Inoltre, questi coloranti possono essere usati per osservare il parassita in campioni ambientali come il liquido delle lenti a contatto.
Acanthamoeba può essere coltivata in laboratorio su terreni specifici a partire da campioni ambientali o clinici, e la microscopia confocale e l’immunofluorescenza diretta vegono usate per identificare le amebe.
Test molecolari basati sulla PCR (single step e real-time) sono disponibili per l’amplificazione del DNA dei parassiti dai campioni elencati sopra.
L’encefalite amebica granulomatosa può essere diagnosticata visualizzando le lesioni nei lobi cerebrali parietali e temporali tramite tomografia computerizzata (TC) con mezzo di contrasto o risonanza magnetica (RM). Malgrado la conta leucocitaria nel liquido cerebrospinale possa aiutare nella diagnosi, ulteriori test sono necessari dato che i trofozoiti sono raramente presenti.
Infine è bene ricordare che nel caso della cheratite amebica l’intervento di un oftalmologo e una diagnosi rapida risultano fondamentali dato che i sintomi sono simili ad altre forme di cheratite (batterica, virale o fungina).
Terapia
La cheratite amebica può essere trattata rimuovendo le lesioni e somministrando a livello locale clorexidina o poliesametilene biguanide (0,02%), o entrambe. È possibile usare anche propamidina e esamidina (0,1%) come adiuvanti. In parallelo, si può somministrare itraconazolo a livello sistemico. L’intervento chirurgico e la cheratoplastica sono necessari quando la terapia farmacologica non produce risultati.
Non è chiaro quale sia il trattamento ottimale per l’encefalite granulomatosa. Si raccomanda l’utilizzo sistemico di miltefosina con uno o più dei seguenti farmaci: sulfadiazina, pentamidina, trimetoprim/sulfametossazolo, un azolico (fluconazolo, itraconazolo, voriconazolo), flucitosina, amfotericina B o rifampicina.
Prevenzione
La prevenzione si basa su un’adeguata pulizia e disinfezione delle lenti a contatto, evitando soluzioni “fai da te” che potrebbero non essere adeguatamente sterili. Inoltre, è sconsigliato indossare le lenti a contatto quando ci si fa la doccia o si nuota. Tuttavia bisogna ricordare che l’esposizione a queste amebe è molto comune attraverso l’ambiente data la loro ubiquità e resistenza ai comuni disinfettanti, ma le infezioni nell’uomo sono rare.
Fonti
- CDC
- MSDS – Cheratite amebica
- MSDS – Encefalite amebica granulomatosa
- de Lacerda AG, & Lira M. Acanthamoeba keratitis: a review of biology, pathophysiology and epidemiology. Ophthalmic Physiol Opt. 2020. https://doi.org/10.1111/opo.12752.
- Immagine in evidenza: Trofozoite di A. polyphaga. Janice Haney Carr, Catherine Armbruster, Margaret Williams; USCDCP (CC0)
- https://www.microbiologiaitalia.it/batteriologia/la-socialita-delle-amebe/