Riso rosso fermentato, dalla tradizione alla nutraceutica un aiuto per il cuore

Malattie cardiovascolari, uno sguardo d’insieme

Uno dei gruppi di patologie che sta dilagando maggiormente negli ultimi anni è senz’altro quello delle malattie
dell’apparato cardiovascolare
. Infarto del miocardio, arteriosclerosi, dislipidemie ed ipertensione sono solo le più famose tra le patologie. In particolare, a causare queste problematiche sono alcuni fattori (Fig. 1) come

  • livelli di colesterolo LDL (altrimenti detto “cattivo”) superiori a 200mg/dL,
  • livelli di colesterolo HDL (colesterolo “buono”) inferiori a 50mg/dL e
  • trigliceridi superiori a 200mg/dL .
rischio cardiovascolare
Fig. 1 – Fattori di rischio cardiovascolare e possibili azioni per riportarli a valori normali

Il modo migliore per contrastare l’aumento di questi disturbi è senz’altro una buona prevenzione, fatta di educazione all’alimentazione e allo sport. Se però arriviamo troppo tardi, con livelli già fuori range, ci sono diverse proposte per normalizzare i valori, tra cui farmaci e integratori. Fra di essi, oggi parliamo del riso rosso fermentato (Fig. 2).

riso rosso fermentato
Figura 2 – Riso rosso fermentato

Prima si fanno le analisi, poi si va dal medico

La terapia farmacologica più diffusa attualmente è senz’altro quella con le statine, una classe di farmaci che
include simvastatina, lovastatina ed altre molecole simili. Il loro meccanismo d’azione è l’inibizione della sintesi di colesterolo endogeno. Queste molecole legano l’enzima l’HMG-CoA reduttasi, 3-idrossi-3-metilglutaril coenzima A reduttasi, l’enzima chiave che avvia l’intero processo. Si tratta di un’inibizione competitiva, perché questa classe di molecole possiede un residuo strutturalmente simile al mevalonato, che naturalmente si lega a questo enzima. La sua inibizione permette, oltre alla riduzione della produzione di colesterolo, di riflesso anche l’aumento dei recettori per le lipoproteine LDL e, quindi, una diminuzione della frazione circolante.
L’utilizzo di statine presenta però diversi effetti avversi. In particolare, i più frequenti sono:

  • Tossicità epatica, specialmente in caso di assunzione di farmaci metabolizzati da CYP3A4, come macrolidi, ciclosporina, amiodarone ed altri.
  • Miopatie, sono il problema riferito più di frequente e coprono un ampio ventaglio, che va dall’affaticamento muscolare leggero alla rabdomiolisi più grave.
    Entrambi i fenomeni sembrano derivare dal rallentamento del metabolismo ed eliminazione dei farmaci presi in simultanea. Questo satura il meccanismo di detossificazione e aumenta la probabilità di effetti avversi e tossicità derivanti dalla permanenza del farmaco in circolo.

Un aiuto dai cibi fermentati

Dalla tradizione alimentare ed erboristica del lontano Oriente arriva un superfood dalle proprietà interessanti. Si tratta del riso rosso fermentato. Questa preparazione è citata nel Bencao Gangmu (Compendio di Materia Medica), uno dei più importanti libri di medicina cinese, scritto nel 1596. La sua prima apparizione risale però al Nihiyo-Honzo, un libro di erboristeria cinese scritto da Duan Wu nel 1329. Tradizionalmente il riso rosso fermentato è considerato un alimento prezioso, che favorisce la digestione, migliora la circolazione ed ha proprietà batteriostatiche, utili anche nella conservazione della carne.

Si tratta di riso, che dopo un processo di fermentazione assume una colorazione rossa. Non l’avresti mai detto, vero? Il responsabile del cambiamento di colore è un fungo, Monascus purpureus. Il genere Monascus comprende funghi filamentosi ed appartiene alla classe degli Ascomiceti. È simile al genere Aspergillus, che vede alcune specie protagoniste nella produzione di cibi fermentati, come miso, salsa di soia e sake. Tradizionalmente, dopo aver fatto bollire il riso in acqua, si otteneva un substrato sterile su cui fare l’inoculo. Dopo la proliferazione, che richiedeva minimo una settimana, si otteneva un riso di colore rosso scuro, che veniva asciugato e macinato. Ad oggi la fermentazione avviene su substrato liquido, che permette di ottenere più facilmente e velocemente il prodotto finale (Fig. 3).

produzione riso rosso fermentato
Figura 3 – Confronto tra le fasi dei metodi di produzione del riso rosso fermentato tradizionale e moderno

La scoperta

Il riso rosso è presente nei compendi di cucina come spezia preziosa per la salute, e i suoi pigmenti sono stati individuati come polichetidi appartenenti alla classe degli azafiloni, tra cui monascina di colore giallo, monascorubramina di colore viola, monascorubrina di colore rosso. È solo nel 1979 però che Akira Endo (Fig. 4), professore di biochimica dell’Università di Tohoku in Giappone, scoprì la presenza di monacoline. Si tratta di polichetidi con una potente azione inibitoria sulla sintesi del colesterolo. Da qui partì lo sviluppo delle prime statine di sintesi.

Akira Endo
Figura 4 – Il professor Akira Endo dell’Università di Tohoku, nel 1979 ha scoperto che le monacoline e i polichetidi del riso rosso fermentato inibiscono la produzione di colesterolo [Fonte: Wikipedia]

Il riso rosso fermentato oggi

In Europa l’uso di riso rosso fermentato come novel food è stato accettato a partire dal 2015, anche se esistevano già in commercio prodotti che lo contenevano. Ad oggi è il nutraceutico d’elezione per il trattamento delle dislipidemie. Con un contenuto variabile di monacolina K da 3 a 10mg al giorno, il suo consumo può portare a un abbassamento del colesterolo LDL del 15-25% nell’arco di 6-8 settimane. Oltre all’azione sulla colesterolemia, sono evidenti anche effetti benefici sulla salute dell’endotelio dei vasi, spesso deteriorato dall’infiammazione nei quadri di dislipidemia.

Effetti previsti riso rosso fermentato
Figura 5 – Effetti previsti del riso rosso fermentato

Un’evidenza suggerisce, però, che la monacolina K sia identica dal punto di vista strutturale alla lovastatina. Questo correla anche questa molecola alla possibilità di insorgenza di effetti avversi, allo stesso modo delle statine di sintesi. L’Unione Europea negli ultimi anni ha preso provvedimenti, nonostante i problemi riportati per la monacolina K siano minori per frequenza ed entità.

Questo anche grazie al fatto che non è l’unico componente di quello che si può definire un vero e proprio complesso. Sono presenti, infatti, anche di carboidrati ed altre molecole che agiscono in sinergia, che hanno un’attività e una biodisponibilità diverse dalle componenti prese singolarmente. Per tutelare i consumatori dalla potenziale insorgenza di effetti avversi, per il Regolamento UE n.2022/860, a partire dal 20 giugno 2022 il dosaggio di monacolina K da 10mg è stato portato a inferiore di 3mg per dose giornaliera.

Non farti consigliare il riso rosso fermentato da zia Pina, anche se ti vuole bene!

Con l’attenzione dell’Unione Europea e le restrizioni poste a un alimento prezioso come il riso rosso fermentato non si vuole demonizzare un prodotto della medicina tradizionale. Secondo me, se ne vuole, anzi, sottolineare l’efficacia, che non è da sottovalutare o svalutare in confronto al farmaco. Bisogna fare sempre attenzione alle interazioni che ci possono essere tra i farmaci prescritti dal medico e prodotti che si possono acquistare per l’automedicazione. Non ascoltare solo zia Pina che prende il riso rosso e sta tanto bene! Prima di prendere integratori o erbe officinali, sempre meglio un consiglio da un professionista del settore: medico, farmacista o erborista che sia.

Fonti

Crediti immagini

Foto dell'autore

Marta Alberghini

Classe 1993, mi sono laureata in Scienze Farmaceutiche Applicate con curriculum Tecniche Erboristiche presso l'Ateneo di Bologna a marzo 2017. Da quell'anno lavoro come erborista professionista ed attualmente esercito in un negozio sotto le due Torri della mia amata Bologna. Nel frattempo, visto che non mi piace annoiarmi, sto frequentando la Laurea Magistrale in Biologia della Salute con curriculum Nutrizionale. Per me fare divulgazione scientifica in materia di erbe officinali e nutrizione è una vera e propria missione per salvare un patrimonio di sapere e tradizioni importantissimo, ma anche per cercare di trasmettere il grande valore dei piccoli gesti che possono migliorare la qualità della vita delle persone. Il mio motto è: le erbe funzionano, se sai come usarle!

Lascia un commento