L’uomo è ciò che mangia
“La teoria degli alimenti è di grande importanza etica e politica. I cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello; in materia di pensieri e sentimenti. L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore. L’uomo è ciò che mangia”.
Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia, Ludwig Feuerbach 1862
L’espressione “l’uomo è ciò che mangia” in lingua tedesca (“der Mensch ist was er isst”) è un brillante gioco di parole, data la somiglianza tra “ist” (terza persona singolare del verbo “essere”) e “isst” (terza persona singolare del verbo “mangiare”).
L’obiettivo di Feuerbach è quello di sostenere un materialismo radicale e antidealistico. A tal punto da portarlo a sostenere che noi coincidiamo precisamente con ciò che ingeriamo.
Nella sua affermazione risuonano richiami etico-politici. Feuerbach insiste sulla necessità di risolvere gli urgenti problemi dell’epoca concernenti la sussistenza umana, invece di appagarsi di una cultura meramente speculativa: «La fame e la sete abbattono non solo il vigore fisico ma anche quello spirituale e morale dell’uomo, lo privano della sua umanità, della sua intelligenza e della conoscenza».
L’idea che lo guida è chiara. Se si vogliono migliorare le condizioni spirituali di un popolo, bisogna anzitutto migliorarne le condizioni materiali. Dato che esiste, per il filosofo, un’unità inscindibile fra psiche e corpo, ne consegue che per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio.
Drogati di Junk food
Nel lontano 1985 McDonald’s apriva il primo store a Bolzano e l’anno seguente a Roma. Oggi il mercato italiano dei Fast Food è caratterizzato da un crescente numero di player (tra cui Pizza hut, Burger King, Domino’s e KFC) e da un costante incremento in termini di fatturato, anche grazie al crescente uso di app per il delivery.
Gli acquisti di “junk food” e cibi definiti “comfort food” sono sempre in aumento, questo perchè il cibo agisce anche a livello celebrale. L’alimentazione non è solo un atto fisico ma anche psicologico in quanto il cervello è programmato per ricercare i comportamenti che rilasciano dopamina e serotonina. Ci sono alimenti che causano un moderato rilascio di questo neurotrasmettitore (per esempio una pera) e altri che sono talmente gratificanti da rilasciarne una quantità enorme, come il cibo spazzatura o il cioccolato, ma anche con la cocaina e l’anfetamina, che provocano una ricompensa molto maggiore delle altre cose a cui siamo esposti in natura.
Esistono altri alimenti, più sani ed equilibrati, la cui regolare assunzione stimola la produzione di serotonina e dopamina. Alcuni di questi alimenti sono: Avocado, yogurt, cereali, porridge, spinaci, pesce (tonno, salmone, sgombro), frutti rossi, semi di girasole, uova, frutta secca e tè verde.
La dieta mediterranea
La dieta mediterranea è soprattutto uno stile di vita ispirato agli stili alimentari tradizionali dei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo. I primi studi risalgono agli anni ’50 del secolo scorso, riscontrando un’influenza positiva sulla nostra salute. I risultati di tali studi non lasciavano molti dubbi: più ci si scostava dagli schemi mediterranei, maggiore era l’incidenza di malattie cardiovascolari.
Lo stile alimentare si basa sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale come cereali e derivati (pasta e pane integrali), legumi, frutta, verdura e olio extravergine di oliva. Ma anche su un consumo moderato di prodotti di origine animale come la carne, latticini e pesce.
L’effetto protettivo della dieta mediterranea sulla salute sta nel fatto che tale stile alimentare prevede il consumo di alimenti a bassa densità calorica come verdura, frutta, cereali e legumi che in più assicurano un apporto di fibre che proteggono dall’insorgenza di molte malattie croniche. Inoltre sono state riscontrate numerose attività biologiche positive per il nostro organismo da parte di composti presenti quasi esclusivamente in alimenti di origine vegetale. Ad esempio, due componenti fondamentali per la prevenzione di molte malattie: i polifenoli contenuti in frutta, verdura nei semi e nell’olio extravergine di oliva, i pigmenti come i carotenoidi e di vitamine come la C e la E che funzionano da antiossidanti.
L’ortoterapia
“Cibo” è anche socialità, cultura, tradizione perchè siamo legati ad esso in modo imprescindibile. L’ortoterapia è un’attività che unisce orticoltura e giardinaggio per specifici obiettivi terapeutici e riabilitativi. Questa terapia si basa su diversi studi scientifici, che suggeriscono una base evolutiva per le risposte positive sia di tipo emotivo che fisiologico, che hanno le persone a contatto con la vegetazione. Un esempio è l’aumento dell’attenzione, stimolazione della memoria, miglioramento degli stati depressivi, riduzione dello stress, sviluppo delle capacità sociali e affinamento delle capacità motorie più fini sono alcuni degli obiettivi che possono essere raggiunti con l’ortoterapia.
La terapia ortoculturale si rivolge a malati neuropsichiatrici, a persone con disabilità sia fisiche e psitiche, a pazienti in fase di riabilitazione, ad anziani, a soggetti socialmente emarginati e ai curiosi di imparare qualcosa sui cibi che mangiamo.
Per fare ortoterapia occorre uno spazio che sia accessibile a tutti, indipendentemente da disabilita o eventuali limitazioni fisiche. Per questo motivo si utilizzano bancali di coltivazione rialzati e tavoli regolabili in altezza. L’attività può essere svolta al chiuso o all’aperto, l’ambiente deve essere ricco di piante per valorizzare il contatto con la vegetazione sia attivo che passivo. Nel campo della ricerca scientifica l’obiettivo dell’attività di ortoterapia è capire e misurare i benefici e progettare al meglio gli spazi per svolgere questo tipo di attività.
La nutraceutica ed i Farmafood
È la scienza che studia gli effetti degli alimenti sulla salute umana. Gli alimenti con composti bioattivi benefici, vengono comunemente definiti Alicamenti, Alimenti funzionali o Farmafood.
Le sostanze nutraceutiche derivano dalle piante, dagli alimenti o dalle fonti microbiche. Alcuni esempi sono i probiotici, gli antiossidanti, gli acidi grassi polinsaturi come Ω-3 e Ω-6, le vitamine e i complessi enzimatici. I composti bioattivi vengono utilizzati tipicamente per prevenire le malattie croniche, migliorare lo stato di salute, ritardare i processi di invecchiamento e aumentare l’aspettativa di vita.
Farmafood assunti come alimento naturalmente nutraceutico
I Farmafood possono essere assunti sia sotto forma di “alimento naturalmente nutraceutico“, nei quali è presente un nutriente già contenuto naturalmente, alimento arricchito” di uno specifico principio attivo, ovvero nei quali si è potenziata la presenza di un nutriente già contenuto naturalmente (ad esempio, latte addizionato con vitamina D o acidi omega-3). Vi sono poi i “fortificati“, progettati per sopperire a una carenza diffusa in un determinato territorio, cioè viene addizionato un nutriente ex-novo. Possono essere assunti anche sotto forma di integratori alimentari in formulazioni liquide, in compresse o capsule.
Le Brassicaceae come Farmafood
Broccoli e cavolfiori sono le verdure che o ami o odi e sono ottimi Farmafood. Hanno un alto valore nutritivo, vengono coltivati e consumati in molti paesi del mondo, dall’Italia e dai Paesi Bassi al Giappone e agli Stati Uniti. È una ricca fonte di fibre, proteine, lipidi, minerali e vitamine. Sono delle cultivar (nome con cui si indicano le varietà agrarie di una specie botanica) che si raccolgono tutto l’anno, e, che essendo seminate sia in primavera che in autunno, hanno una breve shelf-life.
Il broccolo è originario dell’attuale Italia, coltivato in tutta la regione mediterranea fin dall’epoca romana. Si ritiene che le origini del cavolfiore siano la regione del Mediterraneo nord-orientale (Cipro).
Broccoli e cavolfiori (Brassica oleracea L. var itallica e var. botrytis rispettivamente) fanno parte della famiglia delle Brassicaceae o Cruciferae, che comprende altri membri ben noti come verza, cavoletti di Bruxelles, cavolo cinese, rutabaga, cavolo, cavolo rapa e senape. La parola broccoli deriva dalla parola italiana brocco, derivata a sua volta dal latino brocchus (che significa “sporgente”, un riferimento alla testa del Broccolo). In italiano broccoli è una parola plurale che si riferisce ai numerosi germogli a forma di infiorescenza della pianta. La parola cavolfiore deriva dalle parole latine caulis (cavolo) e flōs (fiore), a testimonianza della sua appartenenza alla famiglia dei cavoli.
I maggiori produttori mondiali di broccoli e cavolfiori sono Cina, India e Stati Uniti (media 1994 – 2016, FAOSTAT). All’interno dell’Unione Europea, i maggiori produttori di broccoli e cavolfiori sono Spagna, Italia e Francia.
I Glucosinolati delle brassiche: altri Farmafood
Negli ultimi anni molta attenzione è stata dedicata soprattutto ai composti fitochimici (phytochemicals) non nutrienti della matrice vegetale, dotati di numerose proprietà e attività biologica, come frutta e verdura.
Gli alimenti nutraceutici (o Farmafood), sono alimenti o parti di essi, dotati, indipendentemente dal loro valore nutrizionale, di proprietà benefiche sulla salute, in grado di migliorare una specifica funzione fisiologica o di ridurre il rischio di malattia.
I phytochemicals sono un insieme estremamente disomogeneo di composti, con alcune caratteristiche comuni. Sono sostanze organiche generalmente a basso peso molecolare, responsabili del colore e delle caratteristiche organolettiche del vegetale, hanno azione perlopiù protettiva sulla salute umana. Per esempio all’attività antiossidante, la capacità di influenzare il metabolismo, il sistema immunitario ed il sistema ormonale.
I glucosinolati sono una classe molto eterogenea di metaboliti secondari, che sono stati studiati per oltre 150 anni. In linea di massima, i glucosinolati possono essere suddivisi in diverse classi basate sulla aminoacido da cui sono sintetizzati, conosciamo circa 130 strutture. Da un punto di vista chimico i GLS sono costituiti da β-D-tioglucosio, una parte glucidica unita tramite legame tioglucosidico ad un’ossima sulfonata, ed una catena laterale (R) variabile di natura amminoacidica.
Alimenti funzionali per combattere il COVID-19
In questo libro “Immunity Boosting Functional Foods to Combat COVID-19“, il meccanismo delle proprietà di potenziamento immunitario e l’uso nei prodotti alimentari funzionali, sono stati trattati attraverso diciassette capitoli scritti da eminenti autori.
Ci sono diverse piante medicinali che hanno un ruolo significativo per aumentare l’immunità come: ashwagandha, tulsi, shatavari, giloy, aloe vera, amla, neem, liquirizia, aglio, zenzero, curcuma, rosmarino, cumino nero, cannella, salvia, timo, fieno greco, menta piperita, pepe nero, chiodi di garofano, ecc.
Il COVID-19, secondo gli studi, ha dimostrato di coinvolgere il recettore ACE2 attraverso la sua proteina spike. È stato notato che un composto specifico di diverse piante medicinali stacca l’interfaccia di legame di ACE2.
Anche il tè verde e i batteri probiotici hanno un ruolo nell’immunomodulazione mediata sia dalle risposte immunitarie innate che adattative. I prodotti lattiero-caseari fermentati (in quanto contengono batteri lattici e probiotici) e il formaggio (a causa dei batteri lattici e del caglio) contengono peptidi bioattivi ACE inibitori. Grazie a questo peptide bioattivo, secondo le ricerche, il consumo di formaggio e prodotti a base di latte fermentato può proteggerci dall’attacco del virus. Le proteine del siero del latte e dei derivati, contengono un peptide inibitore ACE molto attivo. Inoltre, comprendono diversi frazioni come B-lattoglobulina, a-lattoalbumina, immunoglobulina ecc., che hanno un ruolo efficace negli effetti di modulazione immunitaria per il corpo umano con diversi meccanismi. Oltre a componenti alimentari come alcune vitamine (D, E, C, B6, B9, B12), alcuni minerali (Zn, Se, Mg) hanno un ruolo di potenziamento immunitario.
Dobbiamo tenere presente che prevenire è meglio che curare, anche meno costoso. In questa direzione gli alimenti funzionali possono proteggere la nostra vita dalla gravità di questa malattia dopo l’infezione. È necessario condurre ulteriori ricerche sull’effetto di questi alimenti funzionali contro questa malattia.
Conclusioni sul Farmafood
Settori innovativi come quelli dell’alimentazione funzionale e dello “Smart Food” richiedono un’adeguata attività di ricerca finalizzata allo studio di idonee materie prime e allo sviluppo di prodotti competitivi. L’impatto di nuovi prodotti alimentari sul benessere della persona dipende anche dalle interazioni del cibo con il sistema immunitario che a sua volta è influenzato dai batteri della flora intestinale. Dal momento che sono diversi i fattori che caratterizzano il microbiota intestinale e che hanno un’influenza diversa in ogni individuo, è necessario individuare una dieta personalizzata, basando gli studi sulla nutrigenetica e nutrigenomica.
Si ringrazia Gabriele Sapienza per la stesura dell’articolo “Farmafood: il cibo che fa bene”
Fonti
- Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia, Ludwig Feuerbach, 1862.
- Magazine Fondazione Umberto Veronesi
- Immunity Boosting Functional Foods to Combat COVID-19
- The State of Food Security and Nutrition in the World 2021
- Globesity: the root causes of the obesity epidemic in the USA and now worldwide
- Of ‘junk food’ and ‘brain food’: how parental diet influences offspring neurobiology and behaviour
- Junk food-induced obesity- a growing threat to youngsters during the pandemic
- Trends in junk food consumption among US children and adults, 2001-2018
- Un EXPO per tutti
- Alimentación sana