Nell’ambito della ricerca sulla malattia di Alzheimer, uno studio condotto dall’University College di Londra ha evidenziato un interessante collegamento tra l’ormone della crescita e la patologia neurodegenerativa. In questo articolo, esploreremo le scoperte di questo studio e le implicazioni tra l’assunzione dell’ormone della crescita e la malattia di Alzheimer.
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L’Ormone della Crescita e il suo Ruolo
L’ormone della crescita, un farmaco oggi non più utilizzato, è stato al centro di questa indagine. I ricercatori hanno osservato cinque individui nel Regno Unito che avevano ricevuto l’ormone della crescita nel corso della loro vita. Questi avevano sviluppato progressivi disturbi cognitivi associati alla malattia di Alzheimer. Tuttavia, è importante sottolineare che lo studio si basa su un numero limitato di persone e che l’ormone della crescita non viene più utilizzato in ambito medico.
L’Ipotesi delle Proteine ‘Seminate’ nel Cervello
La ricerca avanzata dall’University College di Londra sostiene un’ipotesi controversa, ovvero che le proteine legate all’Alzheimer possano essere ‘seminate’ nel cervello attraverso il materiale prelevato dai cadaveri. L’ormone della crescita incriminato era estratto dalle ghiandole pituitarie di individui deceduti, il che ha portato i ricercatori a considerare la possibilità che tale pratica possa aver contribuito allo sviluppo della malattia di Alzheimer in alcuni individui.
Scoperte Precedenti
Uno studio precedente condotto dallo stesso team di ricercatori aveva rivelato che il preparato ormonale in questione conteneva proteine beta-amiloide. L’iniezione di questo preparato nei topi aveva causato lo sviluppo di placche amiloidi e angiopatia amiloide cerebrale negli animali. Queste scoperte hanno spinto il team a interrogarsi se i preparati ormonali ‘contaminati’ potessero essere associati allo sviluppo della malattia di Alzheimer nelle persone.
Risultati dello Studio
Nel corso dello studio, i ricercatori hanno osservato che su un gruppo di otto individui che avevano ricevuto il trattamento ormonale durante l’infanzia, cinque di loro avevano sviluppato segni di demenza ad esordio precoce tra i 38 e i 55 anni. È importante notare che due di questi individui sono deceduti durante lo studio, mentre gli altri tre mostravano sintomi variabili di deterioramento cognitivo o neurodegenerazione.
Ormone della Crescita e Malattia di Alzheimer: Conclusioni
Sebbene questo studio non suggerisca che la malattia di Alzheimer sia contagiosa, getta luce su un interessante possibile collegamento tra l’ormone della crescita e lo sviluppo della patologia. È fondamentale tenere presente che l’ormone della crescita non è più in uso nel campo della medicina, eliminando così la preoccupazione per la demenza ‘trasmissibile’. Tuttavia, le scoperte aprono la porta a ulteriori ricerche e approfondimenti sulla teoria dell”Alzheimer trasmissibile’. Gli scienziati possono ora esplorare ulteriori prove per comprendere meglio questa complessa malattia neurodegenerativa.