Cos’è la dopamina?
La dopamina è un neurotrasmettitore della famiglia delle catecolammine ed è coinvolta in molte funzioni del sistema nervoso centrale dei mammiferi. Svolge un ruolo fondamentale nel controllo del movimento, nella capacità di attenzione, nella sensazione di piacere, nella ricompensa e persino nella regolazione del sonno.
Da sempre si associa la dopamina alla felicità e al piacere. Questa molecola contribuisce alle nostre sensazioni di piacere, ma non le causa direttamente e non ne è la sola molecola responsabile.
Come funziona questo neurotrasmettitore nel nostro corpo?
La dopamina agisce come un messaggero chimico che consente ai neuroni di comunicare tra loro. Degli enzimi la convergono a partire dall’amminoacido tirosina, che viene convertito a sua volta in un altro amminoacido, L-dopa. Successivamente, altri enzimi si occupano di convertire quest’ultimo in dopamina. Dal momento che viene sintetizzata a partire dalla tirosina, si pensa che l’assunzione di alimenti ricchi di questo importante amminoacido (come ad esempio pollo, latte, yogurt, banane e avocado) possa potenzialmente aumentare la produzione di dopamina nel cervello.
Gli effetti dipendono da quale regione del cervello è implicata nella risposta dopaminica. Ad esempio, nella corteccia motoria la dopamina influenza il movimento volontario, ma nella corteccia insulare e in diverse altre regioni del cervello svolge un ruolo nel sistema di ricompensa.
Quando alcune aree del cervello ricevono poca dopamina possono presentarsi deficit dell’attenzione o addirittura depressione (anche se quest’ultima è più associata a una mancanza di serotonina, un altro importante neurotrasmettitore). Invece, quando il cervello riceve troppa dopamina possono sorgere disturbi dell’umore. Bisogna quindi considerare questa molecola con un’accezione neutra ed è importante mantenere il suo equilibrio nel nostro organismo.

Dopamina: molecola della motivazione
Fino agli anni ottanta, la maggior parte dei ricercatori era convinta che la dopamina mediasse il piacere della ricompensa, per esempio l’effetto di un cibo particolarmente gustoso, di un acquisto importante o perfino quello di droghe che creano dipendenza. Tra gli anni ’90 e i primi 2000, numerosi studi hanno messo sempre più in discussione questa teoria, rivelando che gli animali con il sistema dopaminergico bloccato riuscivano ancora a provare piacere dalle ricompense, ma non avevano più la spinta a cercarne di nuove.
Si è quindi arrivati all’idea che la dopamina non fosse la molecola del piacere, ma la molecola della ricerca del piacere. Infatti, questo neurotrasmettitore non media quanto una ricompensa “ci piace” o “è gradita”, ma quanto vogliamo quella ricompensa. I meccanismi cerebrali che determinano quanto una ricompensa sia desiderata sono quindi diversi da quelli che determinano quanto la stessa ricompensa sia gradita.
Evolutivamente parlando, la dopamina è stata necessaria per farci sopravvivere. Ai giorni d’oggi, soprattutto nei paesi più ricchi, la maggior parte delle cose che desideriamo e di cui abbiamo bisogno è facilmente reperibile. I nostri antenati invece, avevano bisogno di dopamina per trovare la motivazione di correre lunghe distanze per cacciare o passare settimane a costruire un riparo.
Le scariche di dopamina coinvolgono molecole diverse
Quando svolgiamo attività piacevoli, come ad esempio ascoltare la nostra canzone preferita o mangiare una pizza, i nostri livelli di dopamina aumentano dandoci sensazioni gradevoli. Più nel dettaglio, in quei casi il nostro organismo rilascia anche altri neurotrasmettitori capaci di influenzare l’umore, come l’ossitocina, le endorfine e la serotonina. Quindi la dopamina non agisce da sola, ed è la sua complessa interazione con altre molecole e il loro sito di interazione a determinare come ci fa sentire.
Fonti
- https://www.nature.com/articles/s41586-020-2158-3
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC5171207
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10585240
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26424423
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22610946
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28289283
Crediti immagini
- Figura 1: https://s3.eu-central-1.amazonaws.com/pazienti-platform/contents/pictures/000/005/243/original/sinapsi.jpg?1493806852
- Immagine in evidenza: https://www.focus.it/site_stored/imgs/0005/025/shutterstock_432573415.1020×680.jpg