Introduzione
Halteria è un genere di protisti ciliati planctonici tipici delle acque dolci, stagni e laghi; questi sono tra i microrganismi scoperti e studiati da più tempo e la loro caratterizzazione è in corso ancora oggi. Predati soprattutto dai metazoi, i microrganismi Halteria, già noti per la loro saltuaria capacità di inserire i virus nella loro dieta, sono facilmente riconoscibili dalla loro tipica forma a cupola e dal loro movimento a salti, possibile grazie alla presenza, lungo la loro struttura, di cirri rigidi che battono all’unisono.
Si possono trovare sia in forma trofica, globulari e molto piccoli, sia in forma incistata, maggiormente allungata e appiattita; svolgono la riproduzione perlopiù in maniera asessuata mediante fissione binaria trasversale ma, come nel caso di Halteria grandinella, sono stati rilevati anche momenti di coniugazione sessuata.

Tassonomia
Regno | Chromista |
Superphylum | Alveolata |
Phylum | Ciliophora |
Classe | Oligotrichea |
Ordine | Halteriida |
Famiglia | Halteriidae |
Genere | Halteria |
Halteria: virovori per eccellenza
Che in natura esistano prede e predatori è ormai noto, così come si sa che questo avvenga anche, se non soprattutto, tra i microrganismi. Sappiamo bene, ad esempio, come molti virus prediligano una dieta a base di batteri, tant’è che i batteriofagi, ad oggi, sono un’arma molto importante, sia in medicina, sia nelle produzioni alimentari destinate all’uomo e agli animali;
in alcuni casi, inoltre, si verifica l’esatto opposto, con microrganismi capaci di nutrirsi di virus, se ce ne dovesse essere la necessità.
Eppure, la natura non smette mai di stupire e la ricerca scientifica, ancora una volta, dimostra quanto sia importante e decisiva nel progresso umano. È stato scoperto, infatti, che Halteria, genere già noto per la sua capacità virovora, in alcune delle sue specie segue una dieta solo a base di virus, rendendo praticamente asettici a questi gli habitat in cui prolifera.

Halteria: lo studio che ha portato all’incredibile scoperta
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica PNAS e condotto da un team di ricerca dell’Università del Nebraska, guidato dal professore John P. DeLong, ha analizzato il comportamento di un ceppo di protisti appartenente al genere Halteria e un ceppo appartenente al genere Paramecium, immersi in un campione di acqua dolce contenente un’importante concentrazione di virus infettivi del genere Chlorovirus, dal DNA opportunamente colorato dagli scienziati.
Al termine delle analisi, si è concluso che entrambi i generi di protisti sono capaci di cibarsi dei virus presenti nel loro habitat, ma, in particolare, Halteria basava la sua dieta solo su di essi, sfruttandoli per proliferare fino a 15 volte tanto e riducendone la popolazione di più di un ordine di grandezza.
Inoltre, il risultato ci indica come la proliferazione e lo sviluppo di colonie di virus infettivi non passi solo dalle condizioni ambientali in cui si trova, bensì anche dalla presenza o meno di alcuni predatori, come Halteria.
I risultati potrebbero aprire ad importanti svolte in campo medico, motivo per il quale il Team composto da scienziati del dipartimento di scienze biologiche, del dipartimento di patologia vegetale e del centro di virologia dell’Università del Nebraska, condurrà degli ulteriori studi direttamente nei laghi contenenti colonie virali, al fine di comprendere a pieno il comportamento in natura sia dei virus, sia di Halteria.

Fonti
- https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2215000120
- https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2023/01/04/organismo-si-ciba-scoperta
- https://www.galileonet.it/strano-organismo-mangia-
- https://en.wikipedia.org/wiki/Halte
Crediti immagini
- Immagine in evidenza: https://ilbolive.unipd.it/it/news/minuscolo-coronavirus-immagine-scienza
- Figura 1: https://eol.org/pt-BR/pages/488647
- Figura 2: https://it.wikipedia.org/wiki/Batteriofago
- Figura 3: https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2215000120