Tutti conosciamo il world wide web, la “rete” attraverso cui ci scambiamo di tutto, dai file, alle immagini, ai video, alla notizia riportata in questo articolo. Tuttavia pochi sanno che anche in natura esiste una struttura simile: il wood wide web, che permette alle piante di un’intera foresta di comunicare e scambiarsi nutrienti attraverso una rete di ife fungine.
Ammettiamolo: chi più, chi meno, tutti pensiamo alle piante come degli organismi immobili, incoscienti, che crescono e si riproducono senza provare nessuna sensazione. Eppure in questi ultimi anni sono molti gli studi che dimostrano come questa convinzione sia sbagliata: dalla valutazione del rischio alla capacità di ricordare gli eventi salienti della loro esistenza, le piante dimostrano di avere una parte senziente e “decisionale” che normalmente non penseremmo mai di attribuire loro. Date queste premesse, non è quindi strano pensare che gli organismi vegetali siano anche in grado di “comunicare” tra loro. Questo avviene grazie ad una relazione simbiotica con i funghi, definita micorriza. Questa è composta dall’apparato radicale della pianta e da miceli fungini, e si estende nella rizosfera (la parte di terreno che circonda le radici, e da cui una pianta assorbe i nutrienti e l’acqua di cui necessita). La simbiosi consiste nel passaggio del carbonio dalla pianta, fotosintetica, al fungo, e di azoto e fosforo nel senso opposto. Esistono diversi tipi di micorrize in base alla localizzazione del fungo rispetto alla radice: si parla di ectomicorrize quando un “manicotto” fungino ingloba l’apice radicale (cosa che avviene nella maggior parte delle angiosperme arboree e nelle conifere), mentre nel caso di una endomicorriza le ife fungine penetrano in parte le cellule della radice (situazione che interessa principalmente le specie erbacee).
Le ife fungine si diramano poi nel suolo connettendosi anche alle piante vicine e andando così a formare una rete di piante interconnesse. Riprendendo l’analogia con il World Wide Web, i “file” scambiati in questa rete sono sostanze nutritive e molecole segnale. Ad esempio, in caso di attacco da parte di afidi, la pianta rilascia nell’ambiente sostanze che richiamano i predatori naturali degli afidi in modo da contrastare l’infestazione. Fino a qui tutto normale, la particolare azione della wood wide web si riflette nel fatto che anche le piante vicine collegate da micorrizze alla pianta parassitata inizieranno a produrre le stesse sostanze (Zdenka Babikova et al.)!
Si ipotizza inoltre che la rete micorrizica sia un mezzo tramite cui gli alberi adulti si prendono cura della loro progenie, passando ai giovani nutrienti per aiutarne la crescita. Inoltre, anche piante adulte inadatte alla vita possono sopravvivere grazie a questo sistema: in California esistono esemplari di sequoie bianche, prive di clorofilla, che vivono grazie al nutrimento proveniente dalle radici di altre sequoie; inoltre, alberi tagliati possono vivere per anni grazie al nutrimento proveniente dalle piante a cui sono connessi.
Un ultimo caso che vi propongo, secondo me il più affascinante, trova a parer mio un interessante parallelismo con l’essere umano: infatti, proprio come sul web esistono persone che si appropriano indebitamente dei dati degli altri utenti, l’orchidea Cephalanthera austiniae (Fig.2) si appropria, tramite la rete di micorrize, delle sostanze nutritive scambiate tra le piante, tramite la stessa rete, e senza contribuire! In pratica siamo davanti ad un parassita più che un simbionte, in quanto in questo caso chi trae vantaggio da questa relazione è solo Cephalanthera austiniae.
Come sempre, la natura non smette di stupirci. Pensavamo di essere stati i primi a creare una rete che permettesse lo scambio d’informazioni, eppure anche stavolta siamo stati anticipati.
Andrea Borsa
Vi lascio al video preso dal sito TED in cui Suzanne Simard, la scopritrice del wood wide web, parla della sua scoperta
FONTE: Wood wide web
http://www.onlinefullmovies.us/watch-wer-wenn-nicht-wir_9890.html