I fitosteroli, o steroli vegetali, sono molecole presenti in molti alimenti di origine vegetale. Grazie a una struttura simile a quella del colesterolo, hanno la capacità di ridurne l’assorbimento a livello intestinale dimostrando quindi un’attività ipocolesterolemizzante.
Caratteristiche e struttura dei fitosteroli
I fitosteroli sono composti lipofili conosciuti fin dagli anni ’50 per le loro proprietà ipocolesterolemizzanti. Le principali fonti alimentari sono gli oli vegetali, la frutta a guscio, i cereali e vegetali come broccoli, cavolini di Bruxelles e cavolfiore. Sebbene siano stati identificati più di 250 fitosteroli diversi, i più comuni sono sitosterolo, campesterolo e stigmasterolo. Inoltre, nei vegetali sono presenti anche steroli saturi chiamati stanoli, caratterizzati dall’assenza di un doppio legame nella struttura chimica. Gli steroli vegetali possiedono una struttura (figura 1) simile a quella del colesterolo costituita da un anello tetraciclico e una catena laterale flessibile. Si differenziano però dal colesterolo per la presenza di gruppi metilici o etilici a livello della catena laterale.
Biosintesi
Nelle piante, la biosintesi degli steroli coinvolge un precursore chiamato cicloartenolo. Da questo composto si formano gli steroli più diffusi: il campesterolo e il sitosterolo, rispettivamente l’analogo 24-metil- e 24-etil- del colesterolo. Lo stigmasterolo, invece, rispetto al colesterolo contiene un doppio legame addizionale nella catena laterale. Dagli steroli vegetali tramite idrogenazione derivano i corrispondenti stanoli.
Assorbimento e metabolismo
Essendo molecole di natura lipofila, i fitosteroli sono assorbiti a livello intestinale (figura 2) con le stesse modalità dei lipidi. Una volta arrivati nel lume intestinale, infatti, sono emulsionati con i sali biliari a formare micelle che facilitano l’attacco delle lipasi. Entrano poi nella cellula intestinale grazie a specifici recettori presenti sulla membrana dell’enterocita. La somiglianza strutturale li porta a competere per gli stessi recettori che permettono l’ingresso del colesterolo nella cellula. All’interno dell’enterocita il colesterolo viene incorporato nei chilomicroni, lipoproteine che permettono il trasporto dei lipidi nel circolo sanguigno. I fitosteroli, invece, hanno minore affinità per l’enzima che permette l’incorporazione nei chilomicroni per cui, tramite specifiche proteine di efflusso, vengono nuovamente trasportati nel lume insieme al colesterolo non esterificato. Dal lume, infine, arrivano al fegato dove non sono metabolizzati ma escreti nella bile.
Funzioni biologiche dei fitosteroli
I fitosteroli possiedono un’attività ipocolesterolemizzante dimostrata da numerosi studi clinici. Già negli anni ’50 si osservò che la somministrazione di sitosterolo era in grado di ridurre in modo significativo i livelli di colesterolo plasmatico nell’uomo.
I meccanismi d’azione proposti per spiegare tale effetto sono differenti. In primo luogo, l’incorporazione di steroli e stanoli vegetali nelle micelle che si formano nel lume intestinale è più efficace rispetto a quella del colesterolo grazie alla loro maggiore lipofilia. Di conseguenza, si riduce la quantità del colesterolo che entra negli enterociti. In secondo luogo, i fitosteroli sono in grado di aumentare in modo indiretto l’efflusso del colesterolo dalla cellula intestinale al lume: attivano, infatti, dei recettori nucleari che a loro volta incrementano l’attività dei trasportatori coinvolti. La riduzione del colesterolo all’interno della cellula, infine, provoca un aumento della sintesi sia del colesterolo endogeno che dei recettori periferici delle LDL (Low Density Lipoprotein). In questo modo la captazione delle LDL da parte delle cellule dei tessuti è più efficace e si traduce nell’abbassamento dei livelli di colesterolo circolante.
Quindi, gli effetti ipocolesterolemizzanti di steroli e stanoli vegetali consistono nel ridurre l’assorbimento del colesterolo introdotto con la dieta e nel diminuire i livelli nel sangue delle LDL. Tali effetti sono dose-dipendente fino a 3 grammi al giorno, dopodichè un ulteriore aumento dell’assunzione non produce maggiori benefici. L’EFSA (European Food Safety Authority) ha stabilito che il colesterolo nel sangue può essere ridotto in media dal 7 al 10,5% consumando da 1,5 a 2,4 grammi di fitosteroli al giorno, con risultati accertati entro le prime 2-3 settimane. Se assunti alle dosi raccomandate, i fitosteroli non producono effetti collaterali significativi; dosi più elevate invece possono ridurre l’assorbimento di vitamine liposolubili.
E’ importante precisare che gli alimenti addizionati con fitosteroli vanno assunti in quantità tali da non superare i 3 grammi al giorno. Inoltre, l’ipercolesterolemia è correlata con il rischio di patologie cardiovascolari che richiedono un approccio multifattoriale per cui l’eventuale consumo di questi prodotti deve essere sempre abbinato ad una corretta alimentazione e all’adozione di uno stile di vita sano.
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Fonti
- Moreau RA, Whitaker BD, Hicks KB, Phytosterols, phytostanols, and their conjugates in foods: structural diversity, quantitative analysis, and health-promoting uses, Prog Lipid Res, 41: 457-500, 2002.
- Pollack OJ, Reduction of blood cholesterol in man, Circulation, 7: 702-706, 1953.
- Piironen V, Lindsay DG, Miettinen TA, Toivo J, Lampi AM, Plant sterols: biosynthesis, biological function and their importance to human nutrition, J Sci Food Agric, 80: 939-966, 2000.
- efsa.europa.eu
- nutrimenti.com (figura 1)
- wikipedia.com (figura 2)