R21: il nuovo promettente vaccino sconfiggerà la malaria?

Ridurre la mortalità del 90% entro il 2030.

Questa è l’ardua e coraggiosa sfida che il WHO si prefissò nel 2015 all’interno del “Global technical strategy for malaria 2016–2030”. Per quanto la malaria (Fig.1) sembri essere una malattia ormai dimenticata dai popoli occidentali, bastano pochi dati per far risvegliare la nostra memoria.

ciclo biologico della malaria.
Figura 1: il complesso ciclo biologico del Plasmodium spp, agente eziologico della malaria. [Fonte: https://www.stopmalaria.it/modulo/ciclomalaria/?tabla=s18]

La malaria, oggi

Secondo l’ultimo “World Malaria Report 2019

  • Nel 2018 si sono verificati circa 405000 decessi per malaria a livello globale, rispetto ai 416000 decessi stimati nel 2017 e 585000 nel 2010.
  • I bambini di età inferiore a 5 anni sono il gruppo più vulnerabile colpito dalla malaria. Nel 2018, hanno rappresentato il 67% (272000) di tutti i decessi per malaria nel mondo.
  • Quasi l’85% dei decessi globali per malaria nel 2018 si è concentrato in 20 paesi nella regione africana dell’OMS e in India; La Nigeria ha rappresentato quasi il 24% di tutti i decessi per malaria nel mondo, seguita dalla Repubblica Democratica del Congo (11%), dalla Repubblica Unita di Tanzania (5%) e da Angola, Mozambico e Niger (4% ciascuno).

Se questi numeri non vi hanno ancora impressionato, aggiungiamo un piccolo dettaglio:

Nel mondo, circa ogni 60 secondi, un bambino muore di malaria. 60 secondi.

Bene, ora che abbiamo ricordato cosa significa questa malattia, cerchiamo di capire il perché ancora, dopo anni, per quanto ci siano stati dei miglioramenti, la lotta contro la malaria è ancora una guerra in atto a spade sguainate.

Cosa rende la malaria difficile da sconfiggere?

I punti critici correlati a questa malattia sono:

Diagnosi

A livello teorico, le tecniche diagnostiche della malaria sono abbastanza semplici e prevedono:

  • Microscopia ottica di sangue (striscio sottile e goccia spessa) (Fig.2).
  • Test diagnostici rapidi in grado di rilevare antigeni o enzimi del Plasmodium, l’agente eziologico della malattia, nel sangue.
  • PCR per l’identificazione specie specifica.
striscio di sangue infetto con plasmodium spp.
Figura 2: come appare uno striscio di sangue infetto dal Plasmodium spp. al microscopio. [Fonte: https://labtestsonline.it/tests/striscio-di-sangue]

Il problema nasce a livello pratico nel momento in cui, in alcune zone endemiche, non si hanno a disposizione strumentazioni adeguate, personale o anche possibilità di accesso alle cure.

Trattamento

I farmaci antimalarici sono scelti in base a:

  • Gravità della malattia (criteri clinici e laboratoriali)
  • Plasmodium spp infettante
  • Modelli di resistenza noti dei ceppi presenti nell’area di acquisizione
  • Efficacia e effetti avversi dei farmaci disponibili.

Anche qui i problemi sono molteplici, in quanto la terapia deve essere iniziata tempestivamente per evitare complicanze o progressioni della patologia che poi rendono difficile l’eradicazione dal soggetto. E, per non farci mancare nulla, è sempre più diffuso il fenomeno di resistenza che tende ancor di più a complicare l’approccio terapeutico.

Prevenzione: RTS,S/AS01

Ad oggi, l’unico vaccino in nostro possesso è Mosquirix noto anche come RTS, S / AS01, un vaccino pre-eritrocitico che agisce nelle prime fasi dell’infezione targettando una proteina conservata dalle varie specie del parassita, la Circumsporozoita (CSP).

Questa proteina è strettamente coinvolta in tutte le fasi del ciclo del parassita ed in particolare nell’interazione di questo con gli epatociti dell’ospite. Il vaccino è stato sperimentato in 7 paesi africani ma i risultati ottenuti non sono stati quelli sperati: infatti si è visto che è stato possibile prevenire la malaria nel 56% dei bambini tra 7 e i 17 mesi e solo nel 31% dei bimbi tra le 6 e le 12 settimane. L’efficacia del vaccino è diminuita dopo un anno.

Solitamente un vaccino per essere utilizzato ed accettato, deve presentare un’ efficacia del 95-99%. Il fatto che comunque, si è permesso di poter utilizzare questo strumento, ci fa intuire quanto la situazione sia critica.

Una nuova scoperta: il vaccino R21

È proprio da questo ultimo punto che si apre l’argomento centrale di questo articolo. Il WHO ha richiesto alla ricerca scientifica di poter arrivare almeno ad un vaccino che possa avere una copertura del 75%, in modo tale da poter avvicinarsi sempre più ad adempiere la sfida incipit di questo articolo nel 2030.

Sono anni che si lavora duramente per cercare di giocare d’anticipo contro il nemico e finalmente in questi giorni, è arrivata una bella notizia che da subito è divenuta virale. Un articolo pubblicato in pre-print sulla rivista “The Lancet“, ha dichiarato di aver testato un nuovo vaccino su 450 bambini del Burkina Faso, in grado di raggiungere questo obiettivo. Il suo nome è R21.

R21 è anch’esso un vaccino pre-eritrocitico, costituito come l’RTS, S/ AS01, da antigeni di superficie derivanti dal virus dell’epatite B (HBsag) fusi con la parte terminale e centrale della proteina CSP, assemblati in una particella simil virale. R21 però è costituito solo da proteine di fusione e manca quindi dell’eccesso di HBsag di cui è caratterizzato Mosquirix, che invece presenta il 20% di proteine di fusione e l’80% di monomeri di antigeni dell’epatite B. Una delle motivazioni che potrebbe spiegare la sua bassa efficacia e copertura contro la malattia.

Lo studio

Lo studio clinico di fase II, in doppio cieco, è stato condotto su 450 bambini, con età compresa tra i 5 ed i 17 mesi, divisi in 3 gruppi: il primo gruppo è stato destinato all’inoculazione del vaccino miscelato ad una concentrazione minore di adiuvante, il secondo gruppo destinato all’inoculazione del vaccino con una concentrazione maggiore di adiuvante ed un terzo, il controllo, a cui è stata destinata l’inoculazione del vaccino della rabbia. Le dosi sono state somministrate per via intramuscolare, tra i mesi di maggio ed agosto 2019, prima del periodo di picco stagionale della malaria che solitamente ha luogo intorno al mese di luglio.

La sicurezza, il potenziale immunogenico e l’efficacia sono stati determinati dopo 24 mesi con un primo endpoint a 6 mesi a seguito della prima serie di vaccinazioni (3 dosi).

I risultati

R21 è stato progettato per migliorare il potenziale immunogenico e l’efficacia di Mosquirix ed infatti grazie alla sua struttura precedentemente sovra descritta, sembra avere un’attività molto più forte. I ricercatori hanno osservato un’elevata efficienza nel gruppo in cui R21 era stato somministrato con alte concentrazioni di adiuvante, in particolare hanno riscontrato un’efficienza del 77% (rispetto al 44% riportato dal RTS,S/AS01) che è scesa al 71% nei bambini con vaccino con una dose inferiore di adiuvante. I livelli di anticorpi specifici contro la malaria nei bambini sono diminuiti in 12 mesi, ma la dose di richiamo li ha ripristinati. In aggiunta, i soggetti dello studio hanno manifestato una percentuale minore e meno grave di effetti collaterali.

Alla luce di questi risultati davvero sorprendenti, i ricercatori stanno pianificando uno studio cruciale di fase III da avviare entro la fine dell’anno, arruolando 4800 bambini in Burkina Faso, Mali, Kenya e Tanzania. Anche se la strada è ancora lunga e tortuosa, fino ad oggi, nessun candidato aveva mostrato tali risultati nei trial clinici e questa cosa riempie di speranza tutta la comunità scientifica.

Anche se qualcuno sembra a volte dimenticare, in questo mondo, ormai focalizzato solo sull’emergenza di una pandemia in corso, esistono anche altre malattie che, nel 2021, mietono ancora troppe vittime. Tuttavia, la grande macchina della ricerca scientifica continua a macinare, continua a non smettere di ricordare e a combattere affinchè, al posto di una vita, a quei 60 secondi corrisponda solo il tempo per permettere la contrazione dei muscoli del sorriso di un bambino sano.

Vinciamola questa sfida, il 2030 è vicino.  

Ilaria Bellini

Fonti

  • “High efficacy of a low dose candidate malaria vaccine, R21 in adjuvant Matrix-M™, with
    seasonal administration to children in Burkina Faso”. Mehreen S. Datoo MRCP et al. 2021.
  • Figura 1: https://www.stopmalaria.it/modulo/ciclomalaria/?tabla=s18
  • Figura 2: https://www.google.com/search?q=striscio+di+sangue+al+microscopio+malaria&tbm=isch&ved=2ahUKEwiN38278a_wAhWUOewKHWb6ACgQ2-cCegQIABAA&oq=striscio+di+sangue+al+microscopio+malaria&gs_lcp=CgNpbWcQAzoCCAA6BAgAEB5QizRYsUlghEtoAnAAeACAAV-IAagFkgECMTCYAQCgAQGqAQtnd3Mtd2l6LWltZ8ABAQ&sclient=img&ei=EiuRYI0OlPOwB-b0g8AC&bih=722&biw=1536#imgrc=Teu507cYFBNWM
  • Immagine in evidenza: https://www.gbchealth.org/events-cama-partners-to-discuss-malaria-control-in-lagos/

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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