La storia Italiana del lisozima

Tagliare le cipolle, mettersi le dita nel naso, leccarsi le dita e lasciar cadere un uovo a terra macchiando sia col tuorlo che con l’albume il pavimento. Che immagini schifose…ma collegate tra loro. Da cosa? Dal lisozima!

Il lisozima è una proteina che possiamo infatti trovare nelle lacrime, nel muco nasale, nella saliva, nell’albume d’uovo e in molto altro ancora. Costituito da 129 amminoacidi, questo enzima ha un’attività batteriolitica, ovvero è in grado di idrolizzare il legame tra l’N-acetil-glucosammina e l’acido N-acetil-muramico (costituenti il peptidoglicano nelle pareti batteriche). Fu scoperto involontariamente nel 1922 da Alexander Fleming, più o meno come successe sei anni più tardi per la penicillina. Cosa c’entra però l’Italia in tutta questa storia?

Anno 1947. Finita la Seconda Guerra Mondiale, in Italia c’era bisogno di ricostruire le case, le infrastrutture, l’economia e anche il sistema sanitario. Carlo Callerio e Rodolfo Ferrari, due illustri scienziati, fondarono a Milano la SPA (Società Prodotti Antibiotici), per favorire la produzione su scala industriale di farmaci all’epoca rivoluzionari come per l’appunto penicillina e lisozima. Ed è proprio grazie al brevetto sull’enzima scoperto da Fleming che Callerio e Ferrari acquisirono importanza e fatturato per la loro società.

La storia Italiana del lisozima: Immagine che mostra un negozio del secondo dopoguerra che espone un manifesto pubblicizzante la penicillina
Figura 1 – Negozio espone la scritta della disponibilità di penicillina nel secondo dopoguerra.

Nel 1963 poi, per seguire la sua passione, il signor Callerio si trasferì a Trieste con la moglie e fondò un laboratorio per continuare gli studi sul lisozima e sugli antibatterici. Rimarrà in questa città fino al 1999, anno della sua morte, contribuendo ad istituire la facoltà di medicina dell’università e gestendo con passione la fondazione che ancor oggi prosegue l’opera da lui intrapresa. Ma lasciamo raccontare un po’ di questa storia e degli studi effettuati da questi due scienziati all’attuale direttore scientifico della fondazione stessa, Gianni Sava…

La storia Italiana del lisozima: incontro tra Fleming e Callerio
Figura 2 – Sir Alexander Fleming ed il Dott. Gottlieb si congratulano con il Prof. Callerio che per primo ha introdotto in medicina l’uso del lisozima. (Credits: Fondazione Callerio).

Perchè il lisozima dovrebbe meritare un maggior interesse medico?

“Il lisozima è stato tanto apprezzato dal suo scopritore, il premio Nobel Alexander Fleming, da preferirlo alla penicillina. Oggi la realtà è differente. Molti conoscono la penicillina e solo pochi il lisozima. Perché? Ovvio. La penicillina ha tracciato la nascita della chemioterapia antibatterica mentre il lisozima non ha fatto nascere alcuna scuola terapeutica di rilievo.

Dimentichiamo per un momento questa proprietà estremamente importante della penicillina ed analizziamo liberamente le caratteristiche biologiche del lisozima.”

“Il termine lisozima va attribuito ad un insieme di almeno 80 diversi composti” afferma il dottor. Sava. “Il lisozima potrebbe avere un ruolo nella medicina ma il suo scarso uso non permette di far emergere questo ruolo in modo inequivocabile. Perde buona parte della sua potenzialità se usato per via endovenosa: è una proteina, e come tale implica l’ovvio rischio implicito nella somministrazione endovenosa di ogni proteina: l’anafilassi. Ma può venir usato anche per via orale.” Ci sono lavori che dimostrano come “sia in grado di controllare le infezioni delle vie digerenti superiori se usato come gomma da masticare.”

“Un altro aspetto importante riguarda gli effetti sul sistema immunitario…”. “Ad esempio, in uno studio inteso ad accertare la sua capacità di favorire il recupero del paziente dall’immunodepressione dovuta al cancro ed alle terapie anticancro, oltre a produrre una considerevole normalizzazione dei globuli bianchi il lisozima ha dimostrato un’inattesa efficacia contro diverse affezioni tipiche della stagione fredda. Certo, il lisozima tratto dalla chiara d’uovo è molto meno nobile di un moderno prodotto biotecnologico; tuttavia in un periodo in cui le terapie “soft” sono particolarmente apprezzate esso merita maggior attenzione di quanta attualmente gliene venga dedicata.” – Gianni Sava.

 

Roberto Amadio

 

Bibliografia e approfondimenti

http://www.treccani.it/enciclopedia/lisozima/

http://spaspa.it/it/storia.htm

http://www.callerio.org/Fondatori_i.htm

http://www.callerio.org/linfa-plain-it.html

Crediti foto

http://www.callerio.org/Fondatori_i.htm

www.pixabay.com

http://curiosando708090.altervista.org/penicillina-il-nostro-antibiotico/

 

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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