Secondo delle credenze popolari, la prima causa dell’ingrigimento dei capelli sarebbe da attribuire a spavento, stress, dolore. Questo non trova alcun riscontro scientifico, sebbene questa tematica sia al centro di numerosi studi volti, in particolare, a scoprire i meccanismi alla base dell’auto-rinnovamento delle cellule staminali.
Alcuni studi, condotti sui topi, hanno messo in evidenza come l’ingrigimento del pelo possa essere associato ad una differenziazione prematura delle cellule staminali dei melanociti (Figura 1) e/o al loro probabile esaurimento.
Ma nell’uomo potrebbe avvenire lo stesso?
Se lo sono chiesti i ricercatori del National Institutes of Healt (NIH) e dell’Università dell’Alabama che hanno condotto alcuni studi, da cui è emerso che la probabile causa di questo fenomeno sia da imputare ad eventi di disregolazione del sistema immunitario innato.
Sembra, però, che le due ipotesi non debbano escludersi, anzi sono correlate: il legame è dato da un fattore di trascrizione associato alla melanogenesi, detto MITF.
Dagli studi è emerso che questo fattore colpisce sia i geni che regolano il colore dei capelli, sia quelli che attivano la risposta immunitaria in presenza di un agente patogeno.
Il primo meccanismo di risposta all’ingresso nell’organismo di un patogeno è dato dall’immunità innata. Le cellule che si occupano di individuare questi corpi estranei sono essenzialmente le cellule dendritiche, che danno vita alla risposta immunitaria, producendo molecole di segnalazione, quali gli interferoni.
Il ruolo degli interferoni è essenzialmente quello di segnalare ad altre cellule del nostro organismo (in primis quelle che mediano una risposta immunitaria adattativa) di attivare quei geni che inibiscono la replicazione virale. In questo modo si incrementano le difese dell’organismo.
Nei melanociti, in particolare, si è scoperto come la risposta all’interferone sia regolata proprio dal fattore MITF.
Si è visto come nei topi, quando viene meno questo controllo, a livello delle cellule staminali dei melanociti, si ha l’ingrigimento del pelo.
Inoltre, studiando la segnalazione immunitaria in quegli stessi topi, si è visto come andando ad attivare artificialmente la risposta immunitaria innata si avesse un incremento del fenomeno.
I risultati della ricerca sono apparsi lo scorso 3 maggio sulla rivista PLOS Biology in un articolo basato essenzialmente sulla correlazione tra sistema immunitario e melanociti, mediata da MITF.
I risultati ottenuti, soprattutto all’inizio, sono stati sorprendenti per gli stessi ricercatori.
È, infatti, sempre più importante comprendere come l’espressione genica cambi in diverse condizioni ambientali o dell’organismo (ad esempio l’attacco da parte di un agente patogeno) e a volte in modi imprevedibili. Gli studi si focalizzano principalmente sui geni che si occupano del mantenimento delle cellule staminali (Figura 2).
A partire dalla scoperta di un fattore di regolazione comune tra cellule staminali dei melanociti e risposta immunitaria innata, si potrebbero aprire nuove strade per lo studio e la possibile cura di patologie della pelle che coinvolgono anche il sistema immunitario, come la vitiligine (Figura 3), che attualmente colpisce lo 0,5-1% degli esseri umani, caratterizzata dalla presenza sulla pelle, sui peli o sulle mucose di chiazze non pigmentate (zone in cui è assente la melanina).
Una domanda a cui però i ricercatori devono ancora rispondere è perché topi suscettibili all’ingrigimento del pelo lo siano anche per la disregolazione della rispota immunitaria.
Forse rispondere a questa domanda ci aiuterà anche a comprendere come mai alcune persone sviluppano precocemente l’ingrigimento dei capelli.
Emanuela Pasculli
Fonte: Genetic Engineering & Biotechnology News