Koch vs Pasteur: la guerra dei batteri

Cronaca di una guerra microbiologica annunciata: Koch vs Pasteur

Una guerra è utile alla microbiologia? Domanda strana? Per rispondere, ti porterò negli ultimi decenni del XIX secolo quando, sullo sfondo della guerra franco-prussiana, due scienziati danno vita ad un conflitto microbiologico per stabilire chi per primo abbia verificato scientificamente che le malattie infettive sono trasmesse dai microbi.

Una guerra tra due menti geniali e due nazioni, in cui l’enzima del positivismo scientifico fa da terreno di coltura dell’epoca moderna della microbiologia.

L’inizio della guerra microbiologica

Iniziamo da un ambiente familiare ai microbiologi: un Congresso internazionale di igiene. È il 1862. A Ginevra lo scienziato-star internazionale Pasteur (1822-1895) è circondato dal solito codazzo accademico. Koch (1843-1910), medico e batteriologo tedesco, inamidato nel suo abito perfettamente stirato in stile prussiano, si alza col suo taccuino degli appunti che brandisce come un’arma.

«Non sono d’accordo» osa dire e la sala si volta a guardare il prussiano. 

Lasciamo la sala del congresso congelata per qualche riga. Ci torneremo tra poco.

Nel 1862 la tensione tra Francia e Prussia è alle stelle. La guerra è vicina. La vinceranno i tedeschi e sarà un colpo tremendo alla grandeur francese, che si impegnerà in una vendetta contro la Germania senza esclusione di colpi, compresi i colpi «scientifici».

Ma chi sono i due paladini che si scontrano?

Biografia di Robert Koch

Figlio di un ingegnere minerario, a cinque anni ha già imparato a leggere da solo, il che la dice lunga sulla intelligenza e sulla caparbietà e metodicità del ragazzino destinato a cambiare le sorti della microbiologia.

Fa studi liceali umanistici, ma si laurea in medicina, dove rimane folgorato dall’idea del suo maestro Jacob Henle, secondo cui le malattie infettive sono causate da organismi parassiti viventi.

Campanellina! Ti ricorda niente? Sì, è la stessa idea di Pasteur. Vedremo più giù.

Nel 1870 si arruola volontario nella guerra franco-prussiana ed è proprio «sul campo» che inizia la sua vera guerra contro Pasteur: gli studi sul carbonchio. È in questo periodo che le parole del maestro Jacob Henle gli risuonano in testa: la causa va trovata in organismi parassiti viventi. 

Attraverso il microscopio regalatogli dalla consorte, scopre dei bacilli nel sangue degli animali infetti. Mai regalo di moglie fu più utile e la storia della microbiologia ha rischiato di rallentare, se la moglie gli avesse regalato, come tutte, la solita cravatta. 

La domanda a cui Koch deve assolutamente rispondere è: i bacilli sono l’origine della malattia, o la conseguenza?

Per rispondere non gli resta che applicare un metodo più «scientifico» possibile, utilizzando i dettami del positivismo scientifico, corrente che proprio in quel periodo sta fiorendo. Per verificare la sua intuizione, il batterio va:

  1. isolato;
  2. coltivato;
  3. trasmesso in un animale in laboratorio, scatenando la stessa malattia.

È qui che la caparbietà dimostrata a cinque anni si mostra utile, perché il metodo produce i risultati aspettati: i bacilli sono la causa, non la conseguenza!

Fin qui Koch, ora è il turno di Pasteur.

Robert Koch
Figura 1 – Robert Koch

Biografia di Pasteur

Se la carriera scientifica di Koch è caratterizzata dall’esperienza maturata «sul campo», completamente opposta è quella di Pasteur, accademico della nazione, in quel periodo, più importante d’Europa. Incalzano ormai a poca distanza l’Inghilterra in piena rivoluzione industriale e la smania tedesca di «Deutschland über alles» (la Germania sopra tutti), ma la Francia resiste aggrappata coi denti.

Anche Pasteur inizia con studi umanistici (visto che il liceo classico serve a qualcosa?) ma poi si laurea in chimica e fisica con una tesi sul dimorfismo, all’École Normale Supérieure, l’istituto di formazione dell’élite scientifica francese, il che all’epoca è come dire «del mondo».

Nel 1862 vince il premio dell’Accademia francese delle scienze per la dimostrazione della verità della teoria della biogenesi, a discapito della teoria della generazione spontanea, il che rafforza sicuramene la sua autostima, conferendogli la patente di genio universale, che in seguito conosceranno personaggi del calibro di Einstein e Rubik (l’inventore del «cubo magico» per intenderci).

«Biogenesi». Campanellina! È la stessa idea di Jacob Henle, il maestro di Koch, secondo cui le malattie infettive sono causate da organismi parassiti viventi.

«Ex nihilo nihil», che significa «nulla mai si genera dal nulla». Lucrezio l’aveva intuito nel I sec. A.C. nel «De rerum natura», Koch e Pasteur lo dimostrano, quest’ultimo con il famoso esperimento del contenitore a becco d’oca, in cui mostra come la vita si generi sempre e solo dalla vita stessa.

Ed eccoci di nuovo nel 1862, nella Sala congressi a Ginevra. Koch è ancora lì che critica in pubblico il metodo utilizzato dallo scienziato francese per il vaccino contro l’antrace. Bel coraggio criticare un metodo dimostrato valido nel 1881 a Pouilly-le-Fort. 

Da qui in poi è guerra aperta. À la guerre comme à la guerre.

pasteur
Figura 2 – Pasteur

Koch contro Pasteur

Su una cosa sola i due rivali vanno d’accordo: la definitiva confutazione della generazione spontanea.

“Mai la teoria della generazione spontanea potrà risollevarsi dal colpo mortale inflittole da questo semplice esperimento” dice Pasteur stesso dell’esperimento in quesitone, mostrandoci il proprio livello di autostima. Beato lui!

Per il resto, guerra totale, al punto che non viene risparmiato neanche il vocabolario come arma, la stessa scienza viene infatti chiamata «microbiologia» dai seguaci di Pasteur e «biologia» da quelli di Koch. 

La «disfida di Barletta» in salsa franco-tedesca ha ormai scelto il campo di battaglia: il carbonchio. Entrambe le fazioni si arrogano il primato nell’aver individuato l’eziologia e la profilassi della malattia.

Ecco le in breve le tappe della disputa dopo il fatidico Congresso del 1862:

  • 1876 colpo ben assestato da Koch: il tedesco rivendica di essere stato il primo ad aver provato la causalità della malattia carbonchiosa;
  • 1876 Pasteur assorbe bene il colpo di Koch: il francese non riconosce questi risultati avocando a sé la scoperta;
  • 1881 Pasteur contrattacca: al VII Congresso internazionale di medicina di Londra, il francese si attribuisce la scoperta dell’attenuazione del batterio agente del colera dei polli e della sua importanza per l’intero processo di vaccinazione, ma riconosce il contributo di Koch nella scoperta delle spore carbonchiose;
  • 1881 Koch vacilla e tenta il contrattacco: al VII Congresso internazionale di medicina di Londra Koch critica duramente i lavori di Pasteur; 
  • 1885 colpo duro per Koch: Pasteur presenta il vaccino contro la rabbia;
  • 1890: Koch perde definitivamente? Il tedesco presenta la tubercolina, rimedio segreto contro la tubercolosi, ma ben presto si rivela il suo nullo potere terapeutico.

Gioco, partita, incontro?

Chi vince la sfida tra Koch e Pasteur?

Ci chiedevamo se una guerra possa essere utile alla microbiologia. Nel caso della guerra tra Pasteur e Koch la risposta è decisamente sì. 

Chi ha vinto la sfida? 

Se dal punto di vista del revanscismo possiamo sicuramente assegnare la vittoria ai punti a Pasteur, dal punto di vista invece della scoperta della correlazione tra la presenza del bacillo dell’antrace e l’insorgenza della malattia carbonchiosa, la risposta è semplice: hanno vinto tutti e due, perché i loro lavori sono complementari, non competitivi. 

L’importante è che a vincere sia stata la capacità dell’essere umano di indagare il microcosmo, modalità di sguardo che promette di portarci a nuove sfide e nuove comprensioni.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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