Olio d’oliva e abbassamento della glicemia: L’olio extravergine d’oliva (EVO) è un pilastro della dieta mediterranea, conosciuto per i suoi numerosi benefici per la salute cardiovascolare, digestiva e metabolica. Tra le sue proprietà più interessanti c’è quella di aiutare a stabilizzare la glicemia, ovvero i livelli di zucchero nel sangue.
Un controllo efficace della glicemia è fondamentale per prevenire e gestire condizioni come il diabete di tipo 2, l’insulino-resistenza e la sindrome metabolica. Vediamo come l’olio EVO può contribuire a migliorare la risposta glicemica post-prandiale, secondo le evidenze scientifiche più recenti.
Cosa contiene l’olio extravergine d’oliva
L’olio EVO è ricco di:
- Acido oleico: un grasso monoinsaturo che modula la risposta insulinica
- Polifenoli: antiossidanti naturali (come oleuropeina, idrossitirosolo)
- Vitamina E: con funzione antinfiammatoria
- Fitosteroli: che proteggono l’endotelio e il metabolismo lipidico
Questi composti agiscono sinergicamente per migliorare il metabolismo glucidico.
Come l’olio d’oliva aiuta a controllare la glicemia
1. Rallenta l’assorbimento dei carboidrati
L’olio EVO, assunto insieme ai carboidrati (es. pane o pasta), modula il picco glicemico riducendo la velocità con cui gli zuccheri vengono assorbiti nel sangue. Questo è possibile grazie alla presenza di grassi e polifenoli, che rallentano la digestione e smorzano la risposta insulinica.
2. Migliora la sensibilità all’insulina
L’acido oleico ha un effetto diretto sulla funzionalità delle cellule beta pancreatiche e sulla sensibilità dei recettori insulinici. Un miglioramento dell’azione dell’insulina permette di utilizzare meglio il glucosio circolante.
3. Riduce l’infiammazione sistemica
Uno stato infiammatorio cronico è spesso associato a resistenza insulinica e diabete. I polifenoli dell’olio EVO hanno proprietà antinfiammatorie che aiutano a contrastare questo meccanismo, proteggendo i tessuti.
4. Agisce positivamente sul microbiota intestinale
L’olio extravergine ha effetti benefici sulla flora batterica intestinale, che svolge un ruolo importante nella regolazione della glicemia e nella modulazione della risposta insulinica.
Cosa dicono gli studi scientifici
- Uno studio pubblicato su Diabetes Care ha evidenziato che l’aggiunta di olio d’oliva a un pasto ricco di carboidrati riduce significativamente la glicemia post-prandiale, rispetto a un pasto senza grassi o con altri grassi vegetali.
- Un’altra ricerca dell’Università La Sapienza di Roma ha dimostrato che l’olio EVO riduce i livelli di glucosio nel sangue e di colesterolo LDL già poche ore dopo il pasto.
- I polifenoli dell’olio d’oliva si sono rivelati capaci di migliorare biomarcatori dell’infiammazione e dello stress ossidativo, due fattori strettamente collegati alla disfunzione metabolica.Come utilizzare correttamente l’olio d’oliva
- Preferisci sempre olio extravergine d’oliva spremuto a freddo
- Usalo a crudo, per mantenere intatti i polifenoli
- Evita cotture ad alta temperatura prolungate
- La dose consigliata è di circa 2-3 cucchiai al giorno
Assunto con verdure, cereali integrali e legumi, l’olio EVO amplifica i benefici antidiabetici e antinfiammatori della dieta mediterranea.
Chi può trarre beneficio dall’olio d’oliva
- Persone con prediabete o glicemia instabile
- Chi soffre di insulino-resistenza o sindrome metabolica
- Diabetici di tipo 2 (su indicazione medica)
- Soggetti che seguono diete ipocaloriche o di controllo del peso
In questi casi, l’olio EVO diventa non solo un condimento, ma un vero alleato metabolico.
Conclusione
L’olio extravergine d’oliva non è solo una scelta gustosa e salutare, ma anche uno strumento nutrizionale efficace per controllare la glicemia. Grazie ai suoi grassi buoni e polifenoli, contribuisce a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue, a migliorare l’azione dell’insulina e a contrastare l’infiammazione. Integrarlo con costanza in un’alimentazione equilibrata è un passo concreto per prevenire disturbi metabolici e migliorare la salute generale.
Fonti
https://diabetesjournals.org/care/article/38/5/e60/37271
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5537771/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29182496/