Resistenza antibiotica: un problema mondiale

Resistenza antibiotica: illustrazione di un batterio che combatte un principio attivo antibiotico
Figura 1 – Il grande problema della resistenza antibiotica: illustrazione di un batterio che combatte un principio attivo antibiotico

Quanti di voi hanno assunto un antibiotico ai primi sintomi di mal di gola?
Quanti medici prescrivono ogni giorno questi farmaci senza una reale necessità?
Il fenomeno della resistenza agli antibiotici (AMR) ha un cruciale impatto sull’uomo: oggi valuteremo insieme alcuni aspetti e le possibili conseguenze sulla salute umana.

Che cos’è un antibiotico?

Antibiotico vuol dire “contro la vita”, si tratta infatti di un potenziale farmaco in grado di uccidere i batteri in maniera più o meno selettiva. La terapia antibiotica viene utilizzata per il trattamento delle infezioni provocate da batteri, andando a rallentare la loro proliferazione o fermarla del tutto. È per questo motivo che vengono suddivisi in:

  • BATTERIOSTATICI: limitano la replicazione
  • BATTERICIDI: in grado di uccidere del tutto una o più specie batteriche.

Il primo a scoprire questa tipologia di farmaci fu il microbiologo Alexander Fleming: la sua fu una scoperta per serendipity o così detto “colpo di fortuna” che permise allo scienziato di vincere il Nobel per la medicina e, da quel giorno, rivoluzionare la vita di tutti noi.

Fleming scoprì essenzialmente che una muffa, appartenente alla specie Penicillium notatum, riusciva a ridurre la crescita di alcuni ceppi batterici che lo scienziato stava studiando.

E da lì questa intuizione portò allo sviluppo del primo antibiotico: la Penicillina.

Quando e come assumere un antibiotico?

Gli antibiotici vanno assunti solo se necessari ed esclusivamente per contrastare le malattie causate da batteri. Bisogna fare molta attenzione a non confondere i sintomi di un’influenza con quelli di un’infezione batterica.

L’influenza è un’infezione di tipo virale e gli antibiotici non sono adatti per la terapia anti-virale. Gli antibiotici possono essere assunti solo dopo valutazione da parte di un medico. Non sono, infatti, medicinali da automedicazione e possono essere venduti esclusivamente con presentazione di ricetta medica.

Un comportamento non corretto nell’assunzione di questi farmaci potrebbe ridurre l’efficacia degli stessi aumentano il rischio di sviluppo di resistenza agli antibiotici (AMR).

Che cos’è il fenomeno dell’AMR? Perché è un problema per la salute umana?

La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale che esiste da sempre. Gli stessi batteri, così come i funghi, fabbricano le “armi” per potersi difendere dai farmaci antibatterici o per attaccare altre forme di vita.

Allora perché una cosa così naturale può diventare pericolosa?

Perché ogni volta che assumiamo degli antibiotici, i batteri capaci di resistere alla loro azione sopravvivono e approfittano dell’eliminazione dei batteri sensibili per proliferare e, ad ogni utilizzo di antibiotici, solo i batteri resistenti sopravvivono, diventando dominanti (essendo gli unici in grado di continuare a crescere).

Ma il fenomeno più allarmante per la salute umana e in piena espansione a livello mondiale è l’accumulo di più forme di resistenza in alcuni batteri generatori di malattie. Questi batteri sono detti multi-resistenti perché riescono a proliferare normalmente anche in presenza di più classi di farmaci antibatterici. Alcuni sono addirittura in grado di resistere a qualsiasi antibiotico conosciuto.

Antibiotico resistenza: come prevenirla e perchè è un grande problema?

Il modo più diretto per prevenire la resistenza antibiotica è sicuramente l’utilizzo di questi farmaci in casi strettamente necessari. È spesso eccessivo assumere un antibiotico per delle infezioni leggere quali mal di gola o bronchiti.

Sarebbe opportuno consumare anche alimenti privi di antibiotici, tra questi vi sono senz’altro alcune tipologie di carne controllata. È, inoltre, importante prevenire l’infezione da parte di batteri antibiotico-resistenti attraverso una corretta igiene sia della persona che degli alimenti.

Fonti

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