Infezione: come curarla?

Infezione: come curarla in modo semplice e considerando batteri, virus, funghi e protozoi

L’infezione è il risultato dell’ingresso e della moltiplicazione di microrganismi nei tessuti di un ospite. Può essere causata da batteri, virus, funghi o protozoi. Si parla di infezione endogena quando l’agente infettivo scatenante è già presente nell’organismo; esogena quando proviene dall’ambiente esterno.

Il processo infiammatorio si articola in diverse fasi che riguardano l’interazione dell’ospite con il patogeno. Nel momento in cui i patogeni penetrano nell’organismo umano manifestano la loro capacità di evadere i principali sistema di difesa dell’organismo. Se questo si verifica si ha l’inizio della colonizzazione. Il corpo umano risponde all’infezione attivando diversi meccanismi di risposta infiammatoria e immunitaria che grazie alle loro peculiarità si rivelano utili ai fini della diagnosi. Tuttavia, curare un’infezione non è sempre semplice; è dunque fondamentale individuare la giusta strategia.

Infezioni batteriche

Le infezioni batteriche sono il risultato dell’invasione e della colonizzazione di batteri nei tessuti e /o nel sangue di un individuo. Le infezioni sono favorite nel caso in cui vi è un indebolimento delle difese immunitarie che può dipendere da fattori generici (età, malnutrizione, scarse condizioni igieniche, malattie metaboliche, ecc.) oppure da fattori specifici riguardanti trattamenti che riducono le difese immunitarie (uso di corticosteroidi, chemioterapia) o che alterano la normale flora batterica.

Come si sceglie un antibiotico?

Si sceglie sulla base del patogeno più probabile che è a sua volta identificato inseguito all’analisi dei sintomi del paziente. Si interviene in maniera empirica quando si può, altrimenti si fanno analisi colturali più approfondite (urocoltura, emocoltura, ecc). Quando il medico non riesce a identificare il patogeno più probabile associato all’infezione, si possono utilizzare antibiotici capaci di uccidere più batteri facendo ricorso al loro spettro d’azione: lo spettro di un antibiotico è tanto più alto quanto maggiore è il numero di batteri che quell’antibiotico riesce ad uccidere.

Si parla di:

  • Antibiotici ad ampio spettro, quando sono capaci di uccidere diversi batteri (Gram + e -)
  • Spettro intermedio
  • Spettro ristretto
  • Antibiotici specifici per un solo batterio

Una volta identificato il patogeno si procede con l’antibiogramma, un test in cui si verifica la sensibilità di quel patogeno nei confronti di diversi antibiotici.

Classificazione degli antibiotici

Gli antibiotici utilizzabili in caso di infezione inoltre si possono classificare in base al loro meccanismo d’azione:

  1. Antibiotici che agiscono sulla sintesi della parete cellulare: comprendono antibiotici noti come beta-lattamici, si tratta di una famiglia che comprende gruppi diversi di antibiotici tra i quali le penicilline, le cefalosporine e le beta-lattamine non penicilline e non cefalosporine.
  2. Antibiotici che agiscono sulla sintesi delle proteine: ci sono varie classi di antibiotici che agiscono in questo modo tra cui quella degli aminoglicosidi (es. Gentamicina) che non si possono somministrare per via orale e sono attivi nei confronti dei Gram negativi a patto che questi siano aerobi o aerobi facoltativi. Altri farmaci che inibiscono la sintesi proteica sono i macrolidi rappresentati dall’Eritromicina che costituisce la base per la sintesi dei macrolidi semi-sintetici tra cui la Claritromicina, l’Azitromicina. Appartengono anche a questo gruppo le tetracicline che rappresentano il farmaco di scelta nell’infezione da Mycoplasma, nei confronti delle clamidie, rickettsie, delle spirochete e nei confronti del vibrione del colera.
  3. Antibiotici che agiscono sul metabolismo dell’acido folico: comprendono antibiotici noti come i Sulfamidici che ad oggi, a causa dell’insorgere di molte resistenze, si usano solo in associazione con una diaminopirimidina (nome commerciale Bactrim).
  4. Antibiotici che inibiscono la sintesi del DNA: un’altra possibilità per inibire la proliferazione batterica è quella di inibire la sintesi del DNA; capacità dei chinolonici, antibiotici che bloccano la DNA girasi impedendo al batterio di srotolare il DNA e quindi di sintetizzarne delle nuove copie. Comprendono inoltre i Fluorochinolonici che sono molto efficaci, ma molto costosi per cui si cerca di non usarli come farmaci di prima scelta ma solo laddove si deve curare un’infezione che altrimenti non si potrebbe curare. Questi sono ancora attivi nei confronti dello Pseudomonas aeruginosa.
  5. Antibiotici che inibiscono la sintesi dell’RNA: a questa categoria appartengono le rifamicine che hanno sostituito ad oggi la streptomicina nel trattamento della tubercolosi.
 Figura 1 - Meccanismo d'azione antibiotici.
Classificazione degli antibiotici  usati per curare un'infezione con meccanismo d'azione. Infezione: come curarla? Ecco una panoramica sulle principali infezioni e sui farmaci utilizzati per curarle.
Figura 1 – Meccanismo d’azione antibiotici

Infezioni virali

L’infezione virale è una patologia scatenata da un virus che può manifestarsi per via cutanea, respiratoria, oro-fecale, venera e parenterale. Il nostro sistema immunitario generalmente è in grado di difendersi dai virus mediate il rilascio di interferoni, prodotti da macrofagi, monociti e linfociti, che contribuiscono alla sintesi di proteine in grado di degradare gli RNA messaggeri dei virus inibendo cosi la sintesi delle proteine virali. Tuttavia spesso per curare le infezioni virali è necessario ricorrere agli antivirali.

Come agiscono gli antivirali?

Gli antivirali sono farmaci che uccidono i virus e soggiacciono alle stesse regole della chemioterapia a cui si rifanno gli antibiotici, ma mettere a punto degli antivirali è stato ed è tuttora estremamente difficile perché i virus sono organismi molto poveri e semplici, inoltre hanno bisogno delle strutture delle nostre cellule per potersi replicare: questa loro povertà li rende dei bersagli farmacologici estremamente difficili da affrontare perché, siccome hanno così poche molecole essenziali per loro, offrono pochi bersagli.

Una malattia virale comincia a manifestare i sintomi quando la carica virale è già molto elevata, quindi se si comincia ad assumere un farmaco quando la malattia è conclamata, questo antivirale si trova a dover contrastare un numero elevato di particelle virali e questo rende il suo compito ancora più difficile. Per questi due motivi, ad oggi, nei confronti delle malattie virali quella che continua a funzionare meglio è la prevenzione, quindi in assoluto i vaccini.

Antivirali

Quando si parla di virus di importanza umana, si parla sia di virus a DNA sia ad RNA che sono responsabili di malattie benigne, che spesso si risolvono da sole come l’influenza, le infezioni delle alte vie respiratorie, ecc.; tuttavia ci sono patologie più gravi come AIDS, l’encefalite, la rabbia, che necessitano di una cura. Fra i farmaci antivirali più importanti troviamo l’Aciclovir che è un farmaco indicato per il trattamento delle infezioni da Herpes simplex I e II e dal virus della varicella Zoster. Può essere somministrato sia per via topica (pomata) sia per via orale o per via endovenosa.

Esiste un farmaco analogo all’aciclovir che si chiama Ganciclovir che funziona esattamente come l’Aciclovir, ma la differenza è che è più attivo nei confronti del Citomegalovirus e del virus di Epstein-Barr. Esiste al momento un farmaco utilizzato in alternativa al ganciclovir e aciclovir, quando questi due non possono più essere utilizzati per insorgenza di resistenze, si chiama Foscarnet. Esso ha un meccanismo d’azione completamente diverso in quanto è un inibitore diretto della DNA ed RNA-polimerasi virale, in questo modo viene arginato il problema delle resistenze crociate.

Per le infezioni da virus dell’influenza si può usare come antivirale l’Amantadina che previene l’infezione da virus dell’influenza A, in quanto inibisce dei canali di membrana fondamentali per il rilascio del genoma da parte del virus all’interno della cellula ospite. Ci sono studi che dimostrano che se questo farmaco viene usato in prevenzione, riduce dal 50 al 90% il rischio di infezione, E’ invece poco efficace quando l’infezione è già in atto.

Meccanismo d'azione degli antivirali
Figura 2 – Meccanismo d’azione degli antivirali

Infezioni fungine

La micosi è una condizione nella quale funghi (miceti) passano le barriere di resistenza del corpo e stabiliscono dei foci infettivi. I miceti potenzialmente patogeni per l’uomo si trasmettono o per contatto diretto o attraverso la diffusione di spore. Il rischio di contrarre micosi aumenta in caso di:

  • somministrazione di antibiotici per periodi prolungati
  • HIV
  • chemioterapia
  • terapia immunosoppressiva a seguito di trapianti

La diagnosi

La diagnosi viene effettuata mediante un attento esame clinico seguito da conferma mediante esame colturale e microscopico. I sintomi possono essere diversi e variano in base alla localizzazione e alla tipologia dell’infezione. In caso di micosi delle unghie (onicomicosi) si può riscontrare un cambiamento di colore dell’unghia che diventa giallastra e/o nera e un indebolimento della stessa.

Se la micosi invece riguarda la pelle (tigna) si possono riscontrare macchie rossastre circolari accompagnate da prurito e desquamazione e talvolta da pus. La micosi a livello genitale e invece associata a prurito più o meno intenso e a perdite biancastre. Le micosi possono rimanere localizzate a livello superficiale come nel caso delle micosi delle unghie, della pelle, nelle candidosi della bocca e della gola o in quelle che causano vaginiti e balaniti. In casi rari invece possono intaccare gli organi interni compromettendo in modo grave e potenzialmente mortale.

Il trattamento con antimicotici

Trattandosi di infezioni fungine il trattamento prevede l’utilizzo di antimicotici a livello topico e solo nei casi più gravi a livello sistemico. Questi farmaci in base al loro meccanismo di azione possono essere classificati in:

  • antimicotici che agiscono sul metabolismo fungino (antimetaboliti)
  • antimicotici che agiscono sulla membrana cellulare compromettendo l’attività infettiva del fungo (morfoline, azolici, polienici)
  • antimicotici che agiscono sulla sintesi della parete cellulare del fungo rendendola vulnerabile all’azione di anticorpi e farmaci (poliossine e echinocandine)

Purtroppo alcuni antimicotici, seppur efficaci, possono risultare tossici per fegato e reni. La durata del trattamento varia molto da caso a caso: alcune infezioni fungine si risolvono dopo pochi giorni di trattamento, mentre altre possono rendere necessario proseguire la terapia per diverse settimane.

Meccanismo d'azione degli antimicotici
Figura 3 – Meccanismo d’azione degli antimicotici

Infezioni da protozoi

I protozoi sono microrganismi eucariotici unicellulari. Sono noti per essere responsabili di alcune malattie infettive come: la toxoplasmosi, la malaria, la giardiasi, la ticomoniasi, amebiasi e la leishmaniosi umana. I protozoi sono dotati di una struttura cellulare più complessa di quella dei batteri. In caso di condizioni sfavorevoli sono in grado di dare origine ad una forma cistica che non ne permette la riproduzione ma che, tuttavia, garantisce una diffusione ambientale del protozoo fino a quando non verranno ripristinate le condizioni favorevoli che ne permettono la replicazione e l’azione patogena.

Le infezioni da protozoi possono colpire ogni individuo ma sono più diffuse nei bambini e nei paesi meno sviluppati dove spesso infettano i bacini idrici. Inoltre spesso, come nel caso della malaria, queste infezioni sono veicolate dagli insetti.

Farmaci antiparassitari

Per la cura dei protozoi è necessario ricorrere a farmaci antiprotozoari (o antiparassitari) che vengono classificati in base al loro meccanismo di azione in:

  • farmaci che inibiscono la sintesi proteica: tetraciclina
  • farmaci he inibiscono la sintesi della membrana cellulare: amfotercina
  • farmaci che inibiscono la sintesi degli acidi nucleici: cholorchina, metronidazolo, ecc.
  • farmaci che inibiscono la sintesi dei cofattori: trimethoprim, sulfadossina, ecc.

La cura per le infezioni da protozoi dura mediamente 5 – 7 giorni e può essere anche prescritta come profilassi se assunta 24 – 48h prima e fino a 7 giorni dopo l’arrivo in una zona a rischio.

Fonti:

  • www.issalute.it
  • https://www.humanitas.it/
  • https://www.msdmanuals.com/
  • Genomics, systems biology and drug development for infectious diseases” Tomoyo Sakata, Elizabeth A Winzler. Mol. Biosyst. 2007 Dec,3 (12):841-8. doi: 10.1039/b703924g
  • Mycosis fungoides. Clinical study and therapy”. F Bono, A Volta. Radiobiol Radioter Fis Med. 1969 Mar-Apr;24(2):99-123.

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: https://magazine.zhermack.com/public/uploads/2019/08/fonti_infezione.jpg
  • Figura 1: https://scontent.ftrn3-1.fna.fbcdn.net/v/t1.6435 9/142077722_ 776776992930123_ 2467282570872324678_ n.jpg