Introduzione alla glicolisi
In tutti gli organismi (piante, animali, batteri, lieviti) il glucosio svolge un ruolo fondamentale come primaria fonte di energia. Il suo catabolismo è infatti la via principale con cui le cellule ricavano ATP e comprende una serie di reazioni, nel complesso esoergoniche, che sono rimaste pressoché invariate nel corso dell’evoluzione.
In particolare, ciò che accumuna il metabolismo di lieviti, batteri, animali e piante sono 10 tappe fondamentali che nel loro insieme prendono il nome di glicolisi.
La glicolisi (dal greco glykys ovvero dolce e lysis scissione), analogamente al tronco di un albero, rappresenta la via principale dalla quale si dipartono una serie di metabolismi alternativi. Alla fine di questa serie di reazioni, l’energia rilasciata viene recuperata sotto forma di ATP e NADH e vengono prodotte due molecole di piruvato. Quest’ultimo rappresenta un composto chiave da cui si dipartono i rami del nostro albero.
La glicolisi: una visione d’insieme
Prima di descrivere le singole reazioni e gli enzimi convolti, è bene avere un’immagine chiara e generica di quel che succede nel corso della glicolisi. Abbiamo già accennato che alla fine del processo si ottengono due molecole di piruvato, due di ATP e due di NADH. Bisogna però specificare che in realtà le molecole di ATP formate sono quattro ma, poiché ne sono utilizzate due per questo processo, diremo che la produzione netta è di due molecole di ATP. Basandoci proprio sul consumo e la produzione di energia divideremo la nostra glicolisi in due parti: la fase preparatoria e la fase di recupero energetico.
La fase preparatoria, costituita da 5 reazioni, inizia con una molecola di glucosio e termina con la sua scissione in due composti a tre atomi di carbonio.
La fase di recupero energetico, costituita dalle rimanenti 5 reazioni, costituisce invece la fase di produzione di energia e termina con la produzione delle due molecole di piruvato.
I tre eventi principali che si verificano durante la glicolisi possono quindi essere riassunti in questo modo:
- Degradazione del glucosio in due molecole a tre atomi di carbonio
- Fosforilazione dell’ADP ad ATP
- Formazione di NADH
Glicolisi tappe
Fase preparatoria
Tappa 1: fosforilazione del glucosio
La glicolisi si apre con il consumo di una molecola di ATP al fine di fosforilare il glucosio a livello del carbonio 6 e produrre glucosio 6-fosfato. L’enzima che si occupa di trasferire il gruppo fosfato dall’ATP al glucosio è l’esochinasi, enzima facente parte della classe delle chinasi.
Affinché la reazione possa avvenire è necessaria anche la presenza dello ione Mg2+ che, formando il complesso MgATP2-, rende l’atomo di fosforo terminale maggiormente accessibile all’attacco nucleofilo del glucosio.
Tappa 2: conversione a fruttosio 6-fosfato
A questo punto il glucosio 6-fosfato è convertito in fruttosio 6-fosfato, zucchero appartenente alla famiglia dei chetoesosi. La struttura dello zucchero viene quindi cambiata anche se non è stata apportata nessuna modifica agli atomi presenti.
L’enzima che catalizza la conversione è il fosfoglucosio isomerasi e la reazione è del tipo reversibile.
Tappa 3: fosforilazione del fruttosio
La seconda e ultima tappa che utilizza ATP è questa: l’enzima fosfofruttochinasi-1 (PFK-1) catalizza il trasferimento di un gruppo fosforico dall’ATP al fruttosio 6-fosfato con formazione di fruttosio 1,6-bifosfato.
Come la prima reazione anche questa è irreversibile in ambiente intracellulare.
Tappa 4 e 5: scissione del fruttosio
La quarta tappa è particolarmente importante: Il fruttosio, zucchero a 6 atomi di carbonio, è scisso in due molecole a tre atomi di C: gliceraldeide 3-fosfato e diidrossiacetone fosfato.
Il diidrossiacetone fosfato è poi convertito a gliceraldeide 3-fosfato cosi da ottenere due molecole identiche che parallelamente continueranno la glicolisi.
Gli enzimi che prendono parte a queste due reazioni sono rispettivamente: fruttosio 1,6-bifosfato aldolasi e triosio fosfato isomerasi.
Fase di recupero energetico
Tappa 6 e 7: ossidazione della gliceraldeide
Le tappe 6 e 7 della glicolisi sono due reazioni accoppiate, in quanto la prima reazione endoergonica (assorbe energia dall’esterno) è compensata dalla seconda reazione esoergonica (rilascia energia).
Durante questo processo la gliceraldeide 3-fosfato è convertita in 3-fosfoglicerato, mentre l’1,3-bifosfoglicerato rappresenta l’intermedio comune. Si formano inoltre una molecola di NADH (tappa 6) e una molecola di ATP (tappa 7).
Tappa 8: conversione del 3-fosfoglicerato
L’ottava tappa ha lo scopo di creare una situazione di instabilità. Il gruppo fosforico legato al carbonio 2 è trasferito dall’enzima fosfoglicerato mutasi al carbonio 3. Il composto che si forma prende quindi il nome di 2-fosfoglicerato.
Tappa 9: disidratazione
Il 2-fosfoglicerato va incontro alla perdita di una molecola d’acqua generando il fosfoenolpiruvato (PEP), un enolo instabile che verrà trasformato nella tappa successiva. La reazione è catalizzata dall’enzima enolasi.
Tappa 10: formazione del piruvato
Per finire, l’ultima tappa della glicolisi consiste nel trasferimento del gruppo fosfato presente del fosfoenolpiruvato ad una molcola di ADP con conseguente formazione di ATP e piruvato.
L’enzima che catalizza la reazione è la piruvato chinasi che per funzionare richiede la presenza di K+ e Mg2+ o Mn2+.
Bisogna inoltre ricordare che dalla scissione del fruttosio sono due le molecole che vanno incontro alle restanti tappe della glicolisi, quindi le molecole di piruvato sono in realtà due.
Il destino del piruvato
Abbiamo già accennato all’importanza del composto piruvato: esso rappresenta un punto chiave all’interno del metabolismo e da qui in poi si dipartono gli immaginari rami del nostro albero.
Nei nostri tessuti e nei microrganismi aerobi il piruvato seguirà la via della respirazione cellulare, composta a sua volta da due stadi distinti: il ciclo di Krebs e la catena di trasporto degli elettroni.
La seconda via metabolica possibile è la fermentazione lattica. Caratteristica di alcuni batteri anaerobici ma presente talvolta anche nei nostri muscoli, essa è la responsabile della produzione dell’acido lattico.
Una terza via possibile è la fermentazione alcolica. Di fondamentale importanza a livello industriale, essa produce in condizione ipossiche anaerobiche etanolo e CO2.
Infine, il piruvato può seguire la via dell’anabolismo e fornire lo scheletro carbonioso per la sintesi di alanina o acidi grassi.
Fonti
- I principi di biochimica di Lehninger – di Albert Lester Lehninger, David L. Nelson e Michael M. Cox – ISBN: 9788808920690
- Biologia molecolare della cellula – Bruce Alberts Alexander Johnson Julian Lewis David Morgan Martin Raff Keith Roberts Peter Walter – ISBN: 9788808621269
- https://www.pianetachimica.it