Il Cadmio è un metallo bivalente del 12° gruppo della tavola periodica, di colore argenteo con riflessi azzurrognoli. Ha una consistenza solida ma malleabile, solubile in acqua ed ha un numero di ossidazione +2 e in casi rari +1. Il Cadmio è considerato un metallo pericoloso poiché può inquinare suolo e acque ed entrare nella catena alimentare causando un impatto negativo sull’alimentazione umana.
Come il Mercurio è usato per produrre batterie, dando problemi nello smaltimento.
È spesso associato a minerali di Zolfo (S), come il Solfuro di Cadmio che risulta essere un pigmento giallo-arancio usato anche dai pittori.
Un ulteriore suo utilizzo è di stabilizzante per materie plastiche come il PVC.
INQUINAMENTO DA CADMIO
Il Cadmio è un metallo molto raro, solitamente estratto come sottoprodotto dell’estrazione di Zinco, Rame e Piombo. Questo causa spesso inquinamento da Cadmio dei suoli adiacenti le miniere di estrazione di questi metalli.
L’inquinamento non riguarda solo il suolo ma anche le acque, che vengono contaminate proprio a causa degli scarichi da parte delle attività minerarie o delle industrie di smalti e vernici. Di conseguenza il Cadmio viene a contatto con animali e vegetali che fanno parte della nostra alimentazione.
Il Cadmio in acqua forma complessi stabili con gli ioni Cloro e viene assorbito abbondantemente dai molluschi, mentre nei pesci piuttosto poco, poichè è accumulato principalmente nei reni e nelle branchie, non edibili dall’uomo.
Questo metallo inquinante si trova anche nei cereali e nei vegetali a foglia larga, a causa dell’inquinamento del suolo e delle acque di irrigazione.
TOSSICITA’ DEL CADMIO NELL’ALIMENTAZIONE UMANA
Si parla di Tossicità Acuta quando si ingeriscono dosi di Cd elevate: 5mg/m3 è una dose letale che agisce in poche ore.
Più comunemente la tossicità del Cadmio risulta essere Cronica, poiché associata ad un’esposizione prolungata e costante a piccole quantità di Cd (20-50µg). In alcuni casi queste dosi assunte tramite gli alimenti possono essere tollerate dal corpo umano, il quale mette in atto un meccanismo di difesa: a livello del rene il Cd ha affinità con la Metallotioneina, una proteina plasmatica con diversi gruppi sulfidrilici. Questa si lega al Cd e viene espulsa con le urine se il Cd è in quantità tollerabili. Altrimenti questo complesso viene assorbito dalle cellule del tubulo prossimale in cui provoca tossicità.
MALATTIA ITAI-ITAI
Un’altra via di avvelenamento da Cadmio è quella denominata ‘Itai-Itai disease’: il nome di questa patologia nasce tra gli abitanti del bacino del fiume Jinzu nella prefettura di Toyama, in Giappone. Le compagnie minerarie della vicina montagna rilasciavano Cadmio nei fiumi, e perciò furono denunciate e condannate.
Itai in giapponese significa ‘doloroso’, poiché questo avvelenamento causava dolori e fragilità alle ossa e alla spina dorsale e mancanza di respiro a causa dell’anemia renale. La disfunzione tubolare renale porta a ipofosfatemia e diminuzione dei livelli sierici di Calcio, in quanto il Cd2+ è in grado di mimare il comportamento del Ca2+ e può quindi sostituirlo nelle ossa.
CADMIO NEL GRANO
Un importante veicolo di assunzione del Cadmio tramite alimentazione per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale è senz’altro il grano. Il Cadmio sfrutta i canali dei cationi bivalenti dei cereali (usati per assorbire nutrienti come Fe2+ , Zn2+ e Mg2+) per accumularsi al loro interno.
In particolare, nel grano il Cd si troverà nella piega del chicco, associato agli altri cationi bivalenti sopracitati che si accumulano proprio in questa parte e complessato con la Cisteina che è un amminoacido solforato. Durante la lavorazione dei chicchi per la produzione della farina la piega può essere eliminata, e con essa sia il Cadmio inquinante che gli altri cationi bivalenti che invece sono ottimi per la salute.
RIDURRE IL CADMIO NELL’ALIMENTAZIONE
I gruppi più esposti all’assunzione di Cadmio sono:
- Vegetariani e vegani, poiché ingeriscono grandi quantità di cereali, legumi e verdure potenzialmente contaminati;
- I bambini, che rispetto agli adulti consumano una quantità di cibo superiore in rapporto al peso corporeo;
- I fumatori.
Secondo l’EFSA la dose settimanale di Cadmio assunta tramite alimentazione non deve superare i 2,5 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo. Bisogna quindi avere un’alimentazione varia e ricca di nutrienti che possono ridurre l’assorbimento del Cd, come lo Zinco e il Selenio. Inoltre mantenere il peso forma e avere uno stile di vita sano possono essere un utilissimo strumento per ridurre l’esposizione a questo pericoloso elemento.
Cibi ricchi di Cadmio:
- Cereali
- Verdure a foglia larga
- Noci
- Legumi
- Radici e patate
- Alghe
- Frutti di mare
- Riso
Cibi che aiutano ad espellere il Cadmio:
- Curcuma
- Aglio
- Acqua
- Limone
- Frutta e verdura Biologica
- Olio di lino
- Agrumi
Fonte
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- ISS
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