Ambiente

L'orso polare ha una pelliccia antighiaccio

La pelliccia antighiaccio dell’orso polare

L’orso polare sopravvive al freddo Artico grazie alla sua pelliccia antighiaccio. La sua arma segreta sembra essere il sebo, diverso da quello di altri animali che vivono a basse temperature. La ricerca sulla pelliccia dell’orso polare potrebbe ispirare lo sviluppo di nuovi materiali antighiaccio ecocompatibili.

Piani urbani per la natura

Piani Urbani per la Natura

Le città, sempre più inquinate e caotiche, necessitano di maggiori aree verdi per migliorare la qualità della vita. I Piani Urbani per la Natura (PUN) servono proprio a questo. Quali sono i loro vantaggi?

Le microplastiche trasportano anche i virus

Le microplastiche trasportano anche i virus

La plastica è diventata una compagna inseparabile della vita quotidiana. Le conseguenze per l’ambiente e la salute sono disastrose. E non è tutto.
Le microplastiche, frammenti di plastica molto piccoli, sono ovunque: nei mari, nei fiumi, persino nell’aria che respiriamo. Formano un vero e proprio ecosistema, chiamato plastisfera, contenente microbi capaci di alterare le proprietà chimiche e fisiche della plastica.
Ma il vero pericolo è che queste microplastiche si trasformano in “zattere” per i virus, soprattutto quelli che infettano i batteri. Diventano una sorta di cavallo di Troia che permette ai virus di diffondersi nelle acque, entrando anche alla catena alimentare.

Inquinamento atmosferico da metalli pesanti: i muschi come bioindicatori

L’inquinamento atmosferico è un fenomeno ancora attuale, alimentato dalle attività umane che portano a un progressivo peggioramento della qualità dell’aria. Questo tipo di inquinamento è caratterizzato da presenza di grandi varietà di sostanze chimiche, tra cui i metalli pesanti, riconosciuti per essere dannosi per la salute umana.

Il monitoraggio degli inquinanti atmosferici è fondamentare per essere in costante conoscenza della loro concentrazione nel tempo, permettendo di mettere in atto tutte le misure di mitigazione quando vengono raggiunte concentrazioni eccessive.

Il biomonitoraggio è un tipo di monitoraggio che prevede l’uso di organismi viventi per rilevare la presenza di inquinanti in ambiente naturale. I muschi sono largamente riconosciuti come bioindicatori di metalli pesanti atmosferici, i quali li accumulano nei loro tessuti.

Degradazione batterica della plastica: il polietilene tereftalato (PET)

Il PET, un polimero di etilene tereftalato, è teoricamente riciclabile ma difficile da degradare a causa della sua stabilità. La ricerca ha quindi puntato sulla degradazione batterica, con il batterio Ideonella sakaiensis 201-F6, scoperto nel 2016, che produce enzimi specifici (PETasi e MHETasi) capaci di decomporre il PET in componenti base. La scoperta di questo sistema enzimatico rappresenta una potenziale soluzione sostenibile per la gestione dei rifiuti plastici, aprendo nuove prospettive economiche per un’economia circolare basata sulla biodegradazione e sul recupero delle risorse