Ambiente

Inquinamento atmosferico da metalli pesanti: i muschi come bioindicatori

L’inquinamento atmosferico è un fenomeno ancora attuale, alimentato dalle attività umane che portano a un progressivo peggioramento della qualità dell’aria. Questo tipo di inquinamento è caratterizzato da presenza di grandi varietà di sostanze chimiche, tra cui i metalli pesanti, riconosciuti per essere dannosi per la salute umana.

Il monitoraggio degli inquinanti atmosferici è fondamentare per essere in costante conoscenza della loro concentrazione nel tempo, permettendo di mettere in atto tutte le misure di mitigazione quando vengono raggiunte concentrazioni eccessive.

Il biomonitoraggio è un tipo di monitoraggio che prevede l’uso di organismi viventi per rilevare la presenza di inquinanti in ambiente naturale. I muschi sono largamente riconosciuti come bioindicatori di metalli pesanti atmosferici, i quali li accumulano nei loro tessuti.

Degradazione batterica della plastica: il polietilene tereftalato (PET)

Il PET, un polimero di etilene tereftalato, è teoricamente riciclabile ma difficile da degradare a causa della sua stabilità. La ricerca ha quindi puntato sulla degradazione batterica, con il batterio Ideonella sakaiensis 201-F6, scoperto nel 2016, che produce enzimi specifici (PETasi e MHETasi) capaci di decomporre il PET in componenti base. La scoperta di questo sistema enzimatico rappresenta una potenziale soluzione sostenibile per la gestione dei rifiuti plastici, aprendo nuove prospettive economiche per un’economia circolare basata sulla biodegradazione e sul recupero delle risorse

inquinamento da petrolio Candida tropicalis

Biorisanamento: una biotecnologia verde per un futuro sostenibile

Il biorisanamento è una tecnica che sfrutta microrganismi per degradare sostanze inquinanti. Questi organismi, come batteri e funghi, trasformano inquinanti pericolosi in sostanze innocue come acqua e anidride carbonica. Il processo prevede diverse fasi: caratterizzazione del sito contaminato, bioaumento (aggiunta di microrganismi specifici), biostimolazione (fornire nutrienti ai microrganismi) e monitoraggio.