Tossina DSP

Il consumo dei molluschi Bivalvi è considerato uno dei principali responsabili di sindromi a decorso acuto e cronico a carico dell’apparato digerente e del sistema nervoso legate alla presenza di tossine algali, soprattutto a causa della diffusa abitudine di consumarli poco cotti o addirittura crudi. Il problema legato alla presenza delle tossine algali nei molluschi sta assumendo grossa rilevanza dal punto di vista igienico-sanitario; infatti, progressivamente, nel mare Adriatico, si è assistito alla proliferazione di un’alga (Dinophysis sp.) produttrice della tossina DSP (in inglese, Diarrhetic Shellfish Poisoning), fenomeno che ha reso necessario impostare una continua vigilanza sanitaria.

Generalità

Il consumo di prodotti ittici, in particolare di molluschi bivalvi, può costituire un rischio per la salute
pubblica, in quanto dotati di un meccanismo di filtrazione dell’acqua in cui vivono particolarmente attivo, sono maggiormente implicati nella trasmissione di queste tossinfezioni. Attualmente il problema delle alghe tossiche è maggiormente avvertito, a livello mondiale, sia per l’aumentare del numero delle specie tossiche sia per l’aumento dei
fenomeni di fioriture algali (i cosidetti “blooms“).

Questi sono dovuti all’eutrofizzazione delle zone costiere, all’immissione di contaminanti, ai cambiamenti climatici e all’aumento degli scambi commerciali attraverso estese aree geografiche; è quindi necessario effettuare un monitoraggio continuo su molluschi e acque per assicurarne la salubrità.

Le tossine DSP provocano una tossinfezione a carico dell’apparato digerente, si tratta di un gruppo eterogeneo di composti tossici (acido okadaico, pectenotossine e yessotossine) che differiscono per struttura chimica e per gli effetti che inducono. Le specie algali responsabili della produzione di tali tossine sono alcune specie di Dinoflagellate (Dinophysis, Prorocentrum, Protoceratium e Lingulodinium).

Proprietà biochimiche

Le tossine DSP sono stabili al calore, sebbene l’ebollizione prolungata può diminuirne la concentrazione, sono dei polieteri ciclici, composti liposolubili, divisi nelle tre seguenti classi strutturali, completamente diverse per effetti tossicologici, meccanismi d’azione e alterazioni biochimiche (Fig.1):

  • acido okadaico e suoi derivati (OAs)
  • pectenotossine (PTXs)
  • yessotossina e suoi derivati (YTXs)
Struttura chimica delle DSP
Figura 1 – Struttura chimica delle DSP Fonte [slidetodoc.com]

Meccanismo d’ azione

Il meccanismo d’azione dell’acido okadaico e analoghi consiste nell’inibizione dell’ attività delle proteine fosfatasi che
defosforilano i residui di serina e treonina, per cui vengono fosforilate le proteine che controllano la secrezione del sodio da parte delle cellule intestinali o c’è la fosforilazione di elementi giunzionali che regolano la permeabilità ai soluti. Il risultato finale è comunque un accumulo di fluidi nel lume intestinale che conduce ad una forte diarrea.

In cellule epatiche in vitro, le pectenotossine inducono una diminuzione del numero e una perdita dell’arrangiamento radiale dei microtubuli; il danno alle cellule epatiche è reversibile se le cellule sono trattate con concentrazioni inferiori a 0,5 µg/ml per meno di 4 ore. Dopo 24 ore dalla rimozione della tossina gli epatociti recuperano le condizioni di normalità.

Negli studi sugli effetti tossici della yessotossina come tale e della sua forma desulfatata, è risultato che la prima ha come organo bersaglio il miocardio mentre la seconda il fegato e il pancreas. La causa di morte nel topo (alla dose di 0,10 mg/kg) è dovuta ad un’insufficienza cardiaca acuta per azione della yessotossina e ad un’alterazione del fegato e del pancreas per la yessotossina desolfatata.

Sintomi da avvelenamento

I sintomi predominanti nell’uomo includono diarrea, nausea, vomito e dolore addominale; l’ insorgenza dei sintomi, mai letali, varia da 30 minuti a poche ore dopo l’ingestione dei molluschi tossici, con completa guarigione entro tre giorni. L’intensità dei sintomi nell’uomo dipende dalla quantità di tossina ingerita ed il ricovero in ospedale di solito non è necessario.

Terapia

Non esiste una terapia specifica, è necessario una terapia sintomatica:

  • idratare adeguatamente il paziente
  • somministrare antiemetici e antispastici

Legislazione

In Italia il Decreto del Ministero della Salute del 16 maggio 2002 stabilisce: il tenore massimo di tossine algali (DSP, PSP,
ASP, azaspiracido)
oltre il quale è necessario vietare la vendita dei molluschi e i metodi che devono essere utilizzati per determinarlo (test in vivo sul topo, HPLC, spettrometria di massa).

Dr. Giosuè Ruggiano

Fonti:

Foto dell'autore

Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

Lascia un commento