10 curiosità su Posidonia oceanica

È molto famosa nel bacino del Mediterraneo. Vive sott’acqua, è verde e la sentiamo spesso nominare. Ecco 10 curiosità su Posidonia oceanica.

1. È una vera e propria pianta, non un’alga

Posidonia oceanica, anche se vive nel mare è una vera e propria pianta e non un’alga. In particolare, è una pianta marina endemica del mar Mediterraneo. Prende il nome da Poseidone, il dio del mare. Appartiene alla famiglia delle Posidoniaceae e fa parte delle angiosperme monocotiledoni.

Come tutte le piante ha delle radici (assenti nelle alghe) che la ancorano al terreno. Ha un fusto, chiamato rizoma, e delle foglie nastriformi di colore verde intenso. Inoltre, produce fiori e frutti.

2. Curiosità su Posidonia oceanica: deriva da piante terrestri

Posidonia oceanica si è evoluta dalle angiosperme che vivevano nella zona intertidale, cioè al confine tra la terra e il mare, e che erano in grado di sopportare brevi periodi di immersione in acqua. Quando l’impollinazione da anemofila è diventata idrofila (ovvero quando il polline trasportato dal vento ha iniziato ad essere distribuito dal flusso delle acque), le piante hanno completamente abbandonato la terraferma.

3. Forma delle praterie sottomarine

Posidonia oceanica forma estese praterie marine chiamati Posidonieti. Le praterie si formano sia sui fondali sabbiosi che su quelli rocciosi. Si trovano ad una profondità compresa tra circa mezzo metro e 40 metri. Tuttavia, la loro localizzazione precisa dipende dalla trasparenza delle acque. In quelle molto torbide raggiungono massimo i 9 metri di profondità.

I Posidonieti ospitano circa il 20-25% di tutte le specie presenti nel mar Mediterraneo

Le praterie limitano anche l’azione erosiva del moto ondoso sui litorali perché riescono a smorzare la forza delle onde. La regressione di circa un m2 di prateria causa l’erosione di circa 15 metri di litorale sabbioso.

10 curiosità su Posidonia oceanica: forma estese praterie sottomarine.
Figura 1 – 10 curiosità su Posidonia oceanica. La terza è: forma estese praterie sottomarine. [Fonte: Fotografia scattata da Elisabetta Cretella]

4. Funge da casa per i “piccoli” di diverse specie

Le praterie creano una sorta di nursery per molte specie di pesci, molluschi e crostacei. Qui, infatti, gli individui giovani trascorrono il primo periodo della loro vita perché vi trovano cibo in abbondanza e protezione dai predatori.

Un ettaro di prateria può ospitare fino a 350 specie diverse di animali, anche di importanza economica.

5. Le foglie di Posidonia sono poco gustose 

Gli animali che si nutrono direttamente delle foglie di Posidonia sono veramente pochi. Le foglie, infatti, non hanno un buon sapore perché sono ricche di fenoli e carboidrati.

Gli animali marini erbivori che vivono in questo habitat – come alcuni ricci (Paracentrotus lividus), pesci (Sarpa salpa) e crostacei – preferiscono nutrirsi di piccoli organismi e microalghe che vivono sulle sue foglie.

6. È considerata il polmone del mar Mediterraneo 

Grazie alla fotosintesi, Posidonia oceanica produce ossigeno. In particolare, una prateria di un m2 produce dai 10 ai 15 litri di O2 al giorno. Inoltre, cattura circa il 50% del carbonio in eccesso presente nell’atmosfera sotto forma di blue carbon

Il carbonio è immagazzinato nella matte, un intreccio di rizomi e radici che intrappola il sedimento e serve alla pianta per ancorarsi al terreno.

Cos’è il blue carbon? È il carbonio immagazzinato negli ecosistemi marini e costieri. Al contrario, il carbonio verde è immagazzinato dalle foreste e dai loro suoli. Il blue carbon, quindi, è catturato dagli organismi che vivono negli oceani e intrappolato sotto forma di biomassa e sedimenti principalmente nei mangrovieti, nelle torbiere e nelle praterie di fanerogame (come le praterie di Posidonia).

7. Non è sempre verde: la settima curiosità su Posidonia oceanica

Posidonia oceanica è una pianta stagionale. Infatti, perde le foglie più vecchie e lunghe in autunno quando produce fiori e frutti. La massima crescita delle nuove foglie avviene in primavera.

8. Protegge le coste dall’erosione

Le foglie di Posidonia oceanica si dispongono a ventaglio formando dei ciuffi. La parte esterna è occupata dalle foglie più vecchie mentre all’interno del ventaglio si trovano quelle più giovani. Il rinnovo delle foglie avviene dall’interno verso l’esterno. In autunno, le foglie adulte più esterne diventano senescenti (smettono di compiere la fotosintesi), si scuriscono e sono facilmente staccate dalle correnti. Il moto ondoso le trasporta a riva dove si ammassano.

Sulla battigia formano degli ammassi, insieme alla sabbia, chiamati banquettes. Queste ultime proteggono i litorali dall’azione erosiva del moto ondoso smorzando la forza delle onde. 

Inoltre, creano un habitat idoneo agli organismi detritivori (crostacei e insetti) a diversi stadi larvali, che si nutrono direttamente del materiale organico in decomposizione.

Tuttavia le banquettes non sono belle da vedere e spesso emanano un odore non proprio gradevole. Per questo motivo sono rimosse con mezzi meccanici e poco selettivi, generalmente prima dell’estate e dell’arrivo dei turisti. In questo modo, però, si eliminano anche grandi quantità di sabbia, cosa che favorisce il fenomeno dell’erosione costiera.

Figura 2 - Curiosità su Posidonia oceanica: protegge le coste dall'erosione formando delle banquettes.
Figura 2 – Curiosità su Posidonia oceanica: protegge le coste dall’erosione formando delle banquettes. [Fonte: wikipedia.org Di Etrusko25]

9. È fortemente minacciata

Ad oggi, le praterie di Posidonia oceanica sono in regressione in tutto il mar Mediterraneo. Questo fenomeno è aumentato negli ultimi anni a causa della crescente pressione antropica sulla fascia costiera. Inoltre, la regressione delle praterie comporta una perdita di biodiversità, venendo a mancare un rifugio per gli stadi giovanili di molte specie. 

Posidonia oceanica risente molto dei cambiamenti ambientali: dalle alterazioni chimico-fisiche dell’acqua agli interventi meccanici di ripascimento del litorale passando per i sistemi di ancoraggio delle imbarcazioni.

Le principali cause della regressione dei Posidonieti sono:

  • l’inquinamento: Posidonia oceanica è molto sensibile agli agenti inquinanti;
  • la pesca a strascico;
  • la nautica da diporto: dall’ancoraggio agli sversamenti di idrocarburi, detergenti e scarichi;
  • la costruzione di opere costiere e la conseguente immissione di scarichi fognari in mare che aumentando la torbidità dell’acqua ostacolano la fotosintesi;
  • la costruzione di dighe, porti e barriere che modificano il tasso di sedimentazione in mare;
  • il ripascimento delle spiagge a scopo turistico;
  • l’eutrofizzazione delle acque costiere con una conseguente crescita incontrollata delle alghe epifite (cioè che vivono su altre piante) che ostacolano la fotosintesi.

Inoltre è minacciata dalla proliferazione di alghe alloctone, accidentalmente immesse nel mar Mediterraneo e molto infestanti. Tra queste ci sono le alghe verdi Caulerpa taxifolia e Caulerpa racemosa. La prima, addirittura, è definita “alga assassina”.

10. E’ un ottimo indicatore biologico: la decima e ultima curiosità su Posidonia oceanica

Posidonia oceanica è utilizzata come bioindicatore della qualità delle acque marine costiere grazie alle sue caratteristiche:

  • è una specie bentonica cioè ancorata ai fondali e quindi immobile;
  • ha un ciclo vitale lungo;
  • è diffusa in tutto il mar Mediterraneo;
  • concentra nei suoi tessuti le sostanze inquinanti;
  • è molto sensibile ai cambiamenti ambientali.

Bibliografia:

  • Barret S.C.H., Eckert C.G., Husband, B.C., 1993. Evolutionary processes in aquatic plant populations. Aquatic Botany, 44: 105-145

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/Posidonia_oceanica#/media/File:Posidonia_oceanica_(L).jpg
  • Figura 1: Fotografia scattata da Elisabetta Cretella
  • Figura 2: Di Etrusko25 – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11354588
Foto dell'autore

Elisabetta Cretella

Elisabetta Cretella Dopo la laurea magistrale in Genetica e Biologia molecolare conseguita presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza e l'abilitazione alla professione di biologo, si appassiona alla divulgazione scientifica. Consegue il Master in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della Scienza presso l'Università degli studi di Ferrara e inizia a scrivere per il webmagazine 'Agenda17' del Laboratorio DOS (Design of Science) dell'Università di Ferrara. Intanto intraprende la strada dell'insegnamento. Ad oggi è docente di Matematica e Scienze presso le Scuole Secondarie di primo grado e di Scienze naturali alle Scuole Secondarie di secondo grado. Nel suo curriculum c'è anche un tirocinio svolto in un laboratorio di ricerca dell'Istituto di Biologia e Patologia molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBPM-CNR) e due pubblicazioni su riviste scientifiche peer reviewed.

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