La carie dentaria è una malattia degenerativa dei tessuti del dente (smalto, dentina) su base infettiva, che origina dalla superficie e procede in profondità, fino alla polpa dentale. A causarla sono i comuni microrganismi presenti nel cavo orale, che se non mantenuti sotto controllo attraverso le comuni pratiche di igiene orale riescono a dissolvere la matrice del dente, creando le comuni carie. I più comuni microorganismi cariogeni sono Streptococcus mutans, vari streptococchi (S. oralis, S. sanguis, S. mitis), lattobacilli e actinomiceti. Si tratta di una malattia a eziologia multifattoriale, i cui elementi fondamentali sono principalmente i batteri, gli zuccheri, fattori predisponenti ed il tempo. I batteri che vivono nel cavo orale convivono con l’individuo e sono normali commensali. Esistono però processi che possono alterare questi equilibri e inizializzare un processo patogenico che porta inevitabilmente alla formazione della carie dentaria, condizione in cui i batteri normalmente non nocivi provocano dei danni, attraverso la penetrazione dello smalto e la solubilizzazione della matrice del dente. I batteri, nutrendosi principalmente degli zuccheri producono metaboliti a pH acido che determinano la formazione di questa condizione di carie dentaria.
L’idea di un vaccino per le carie dentarie è sempre stato visto come un traguardo difficile da raggiungere per le caratteristiche stesse della flora del cavo orale e per l’impossibilità nell’eliminare totalmente la formazione di biofilm. L’ideazione di questo vaccino, incubo degli odontoiatri e sogno invece di molti pazienti, è in fase di studio e progettazione all’Accademia Cinese delle Scienze, ed è stato da poco descritto sulla rivista Scientific Reports. Gli studiosi del Wuhan Institute of Virology (WIOV) hanno testato su cavie da laboratorio una fusione di proteine, riscontrando risultati incoraggianti nel prevenire le infezioni che causano la carie. Il team di ricerca ha focalizzato il proprio interesse su uno dei microorganismi più cariogenici presenti nel cavo orale, ossia lo S. mutans.
Il team ha sperimentato diverse volte un mix di proteine ricombinanti, con risultati efficaci per la prevenzione delle carie, ma scoraggianti perchè aveva come effetti indesiderati lesioni infiammatorie del cavo orale. Dopo diversi studi il team ha perfezionato queste proteine e la somministrazione di queste nei topi da laboratorio senza carie ha dimostrato una copertura vaccinale del 64,2%, e del 53,9% in quelli già con carie dentarie. Un trattamento sperimentale che grazie a questi numeri risulta molto efficacie, con anche il plus dell’assenza di effetti collaterali, presenti invece nei primi esperimenti. E’ ancora presto per dire se questo vaccino possa diventare realtà, ma questi esperimenti di laboratorio possono farci sperare in un futuro in cui anche nelle aree più povere del mondo un vaccino contro le carie dentarie possa alleviare diversi dolori.
Francesco Centorrino
Fonti: Wikipedia ; Focus ; My-personaltrianer