Prostatite e problematiche dell’apparato riproduttivo maschile e disfunzione erettile

Alterazioni del microbioma possono causare prostatite e problematiche dell’apparato riproduttivo maschile

L’apparato riproduttivo maschile è dotato di una nicchia biologica in cui i batteri prosperano, dette le vescicole seminali. Sono le ghiandole che producono il liquido seminale e si trovano in un ambiente a temperatura controllata, ricco di carboidrati. Nel campione istologico di vescicole seminali, sono visibili le ghiandole e il fluido in cui i batteri si possono insediare.

Un gruppo di ricerca ha raccolto e isolato il liquido seminale dei topi maschi e sequenziato il DNA dei batteri localizzati negli organi riproduttivi.

La mole di dati emersa è stata elaborata con l’aiuto dell’Informatics Research Core Facility, struttura dell’Università del Missouri specializzata in biologia computazionale, che ha aiutato a restringere il campo della ricerca e identificare i microorganismi.

«I dati mostrano che la composizione batterica riscontrata nel tratto riproduttivo maschile contiene batteri potenzialmente dannosi, trasmissibili alla prole e alle partner» ha dichiarato la Rosenfeld. «Tali batteri potrebbero essere la causa scatenante della prostatite cronica, che secondo alcuni studi è un potenziale precursore del tumore alla prostata» ha proseguito la ricercatrice. «La comprensione di come questi fattori genetici e ambientali influenzino questo particolare microbioma potrebbe aiutare a capire come avviene il passaggio di malattie e disturbi dello sviluppo dal padre alla prole Ciò che ha fatto nostro padre prima della nostra nascita potrebbe influenzare il nostro futuro ».

Un team di ricercatori dell’Università del Missouri, negli Stati Uniti, ha scoperto che nel microbioma dell’apparato riproduttivo dei topi possono essere presenti batteri in grado di causare prostatiti e ridurre la capacità riproduttiva.

Cheryl Rosenfeld, che ha coordinato lo studio, spiega che sono molti i fattori che possono influenzare questo tipo di microbioma, tra cui la temperatura, il pH e le sostanze nutritive a disposizione dei batteri.

La disfunzione erettile: una patologia sistemica

I fattori che possono provocare una disfunzione erettile nell’uomo sono molti:

  • Variazioni dell’equilibrio ormonale;
  • Problemi vascolari di natura arteriosa o venosa (come può accadere nel diabetico, iperteso, fumatore);
  • Disturbi di natura neurologica;
  • Problemi di natura psicogena;
  • Disfunzione erettile causata da farmaci.

E’ difficilmente valutabile incidenza reale della disfunzione erettile data la naturale reticenza da parte degli uomini a parlarne apertamente. Recenti stime statistiche calcolano che in Italia gli uomini che soffrono sono tra i 3 e i 5 milioni. E l’incidenza aumenta all’aumentare dell’età. 

L’obbiettivo di questo articolo non è quello di un’analisi dei vari problemi organici e psichici che possono produrre problemi di disfunzione erettile, quanto analizzare aspetti solitamente poco considerati.

Intestino e disfunzioni erettili

Non possiamo non considerare come una volta instaurata un’ansia da prestazione questa aggravi il problema, ma il ruolo dell’ansia nella prestazione sessuale ci permette di prendere in considerazione il ruolo dell’intestino nelle disfunzioni erettili.

Sappiamo, infatti, che produrre infiammazioni intestinali, rende il comportamento degli animali ansioso. D’altra parte, diversi studi riportano la presenza di marker e di mediatori dell’infiammazione sub‐clinica in pazienti con disfunzione erettile. 

Così come è stato riportata una correlazione tra le disfunzioni erettili e un aumentato stato infiammatorio in soggetti con sindrome metabolica o obesità.  

Non solo la disfunzione erettile, ma anche la potenza sessuale, valutata attraverso l’ International Index of Erectile Function 5 correla inversamente con i livelli delle interleuchine pro‐infiammatorie.

Stimolazioni ambientali e alimentazione nei disturbi sessuali maschili

Oggi comprendere il ruolo dell’intestino, organo maggiormente soggetto ad infiammazioni  per il suo ruolo di maggiore interfaccia con il mondo esterno, ci permette di valutare meglio il ruolo delle stimolazioni ambientali e dell’alimentazione nei disturbi sessuali maschili, dato che, oggi sappiamo, l’intestino è in grado di percepire le stimolazioni ambientali e che queste insieme alle interazioni nutriente‐intestino modulano la sua risposta.

Il paziente con problemi di impotenza si rivolge quindi più spesso all’urologo-andrologo o agli specialisti in sessuologia clinica che, attraverso una accurata indagine anamnestica, una visita completa, e gli opportuni accertamenti, ricercano i segni suggestivi di patologie dell’apparato genitourinario, della sfera psico-sessuale ma anche di altri apparati distanti allo scopo di impostare il programma terapeutico più appropriato.

Possono emergere così alterazioni o segni di una malattia sistemica come:

  • Diabete mellito
  • Ipertensione arteriosa
  • Malattie vascolari
  • Alterazioni endocrinologiche complesse 

o di organi ed apparati apparentemente non strettamente collegati con la sfera sessuale quali:

  • L’apparato digerente 
  • Il fegato

Organi, fino ad allora ignoti al paziente e di cui si rende necessario stabilire la precisa responsabilità nel determinare il disturbo oggetto delle indagini.

Urologo/Andrologo e Gastroenterologo: una collaborazione multidisciplinare

Per quanto concerne i disturbi riferibili alla patologia dell’apparato digerente, del fegato e del pancreas, tipicamente di competenza dello specialista gastroenterologo, i dati epidemiologici indicano che il 7% della popolazione “sana” accusa rigurgiti acidi (sintomo tipico della malattia da reflusso gastroesofageo) tutti i giorni, ed il 15 % almeno una volta al mese; dal 48 al 79% delle donne in gravidanza presenta questo disturbo. Circa il 25-30% della popolazione soffre di “cattiva digestione” (dispepsia) per periodi prolungati nell’arco della propria vita ed il 10% dell’umanità soffrirà durante la propria esistenza di ulcera.

Fino al 50% ed oltre dei soggetti che vivono nei paesi industrializzati è portatore dell’Helicobacter pilori, che viene attualmente considerato uno dei principali fattori di rischio per patologie come: 

  • La gastrite cronica
  • L’ulcera duodenale 
  • Le neoplasie dello stomaco

Almeno il 2% soffre di stitichezza cronica severa ed il 14% delle donne soffre di “colite-spastica“. L’elenco potrebbe continuare, con dati che lascerebbero sicuramente stupiti molti.

Poiché la frequenza della patologia gastroenterologia è così elevata, l’associazione con patologie o fenomeni a prima vista non collegati, come l’impotenza maschile, è sicuramente possibile da valutare e non può essere del tutto casuale, ma “degna” di attenzione e di approfondimenti.

I pazienti affetti da morbo celiaco o da altre sindromi di malassorbimento (patologie di natura complessa con alterazioni dell’epitelio assorbente intestinale) possono manifestare disturbi della sfera riproduttiva:

  • Amenorrea e infertilità nella femmina
  • Impotenza e infertilità nel maschio

Sia per gli effetti della grave denutrizione, sia per probabili alterazioni, secondarie alla malattia stessa, dell’asse ormonale ipotalamo-ipofisi-gonadi.

Il morbo di Crohn (malattia infiammatoria cronica intestinale che può colpire segmenti del tenue o del colon o di entrambi), che provoca: 

  • Diarrea
  • Occlusioni intestinali
  • Sanguinamenti dal retto
  • Febbre
  • Dolori addominali
  • Calo di peso,
  • Manifestazioni extra intestinali

Può complicarsi con lesioni perianali e pelviche che possono provocare disturbi della sfera genitale sia nella femmina che nel maschio (impotenza per lesione delle strutture nervose preposte all’erezione).

Anche le amputazioni chirurgiche del retto, ed in generale gli interventi della pelvi possono interessare le strutture nervose deputate alle funzioni sessuali e possono comportare problemi psicologici (dovuti al confezionamento di ano artificiale) al compimento dell’atto sessuale

Figura 1 - confronto LEfSe del microbiota in campioni di liquido seminale o fecali
Figura 1 – confronto LEfSe del microbiota in campioni di liquido seminale o fecali

Conclusioni

È ormai ben noto che la maggior parte di microrganismi e batteri esistenti in natura sono utili o addirittura indispensabili per la nostra salute e ben-essere. Si calcola che solo un batterio su trentamila sia nocivo e appartenente ad una delle 150 famiglie patogene contro un totale di 1400 famiglie ritenute “amiche”.

Nell’ultima decade abbiamo assistito ad un crescente aumento di studi scientifici sulla comunità di microrganismi che vivono nel nostro intestino, queste ricerche hanno dimostrato come il microbiota giochi un ruolo importante per la salute attraverso la produzione di vari metaboliti che interagiscono con il nostro corpo.

Il microbiota-microbioma è diventato un campo di estremo interesse per tutta la medicina, perché a differenza di alcuni fattori che non sono modificabili e che incidono sull’insorgenza di malattie, modificare il microbiota si può. In questo articolo abbiamo evidenziato le maggori problematiche maschili, facendo un appello agli uomini: “primum non nocere, secundum cavere, tertium sanare”, che tradotto concretamente significa che una visita di prevenzione può salvare una vita!

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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