Influenza e polmonite batterica post-influenzale
L’influenza, causata dall’Influenza virus, è una malattia dal forte impatto epidemiologico che può diventare rischiosa allorquando si sviluppa una polmonite batterica post-influenzale. I ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia hanno descritto le probabili motivazioni che conducono a questo esordio talvolta fatale.
Influenza, una malattia diffusa e potenzialmente letale
L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali (Fig. 1) che si trasmette prevalentemente per via aerea e si diffonde molto facilmente attraverso le goccioline di Pflugge.
L’efficacia e la rapidità di diffusione si devono soprattutto alla capacità dei virus influenzali di mutare, caratteristica che obbliga l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno, a studiare vaccini specifici per i ceppi circolanti. L’incidenza annuale dei casi di influenza si aggira intorno al 9% per la popolazione complessiva mondiale e intorno al 26% per bambini e adolescenti.
I sintomi tipici con cui si manifesta l’influenza includono febbre, spossatezza, dolori ossei e muscolari, mal di testa e tosse. La maggior parte dei soggetti guarisce spontaneamente nel giro di una settimana. Talvolta, però, possono verificarsi complicanze gravi e rischiose.
La complicanza più comune è dovuta a infezioni batteriche secondarie a carico dell’apparato respiratorio che possono provocare bronchiti e polmoniti.
Infezioni da pneumococco
La polmonite batterica è un’infezione degli alveoli polmonari che comporta difficoltà negli scambi gassosi; infatti, i polmoni divengono incapaci di prelevare sufficiente ossigeno mediante la respirazione. Ciò determina la sintomatologia tipica delle polmoniti batteriche che comprende respiro corto, dolore al torace, tosse e febbre.
Tra gli agenti causali della polmonite batterica troviamo Streptococcus pneumoniae (Fig. 2), Haemophilus influenzae, Chlamydophila pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae e Legionella pneumophila.
In Italia, nel 2019, i decessi a causa di polmoniti sono stati circa 15.000.
Lo studio che spiega la comparsa delle polmoniti batteriche post-influenza
Lo studio, pubblicato sulla rivista PNAS, è stato condotto da ricercatori del Karolinska Institutet che hanno identificato i cambiamenti indotti dall’influenza a livello delle vie aeree inferiori. Tali cambiamenti favorirebbero la proliferazione degli pneumococchi nei polmoni.
Per lo studio, i ricercatori hanno utilizzato topi maschi C57BL/6 e hanno scoperto che la perdita capillare indotta dall’influenza provoca un afflusso di nutrienti e antiossidanti ai polmoni che promuovono la crescita di pneumococco nel tratto respiratorio inferiore (Fig. 3).
Quindi, le sostanze riversate in circolo creerebbero un habitat idoneo per la crescita batterica. Infatti, il basso tratto respiratorio, già infetto da Influenza virus, crea un ambiente più ossidativo attraverso l’aumento di perossido di idrogeno, ferro ferroso e mieloperossidasi. I batteri, attraverso chaperone molecolari e proteasi di superficie HtrA, riescono così a controllare la produzione di antiossidanti e proliferare.
Inoltre, la perdita di plasma ha anche causato un cospicuo aumento di acido ascorbico antiossidante che favorirebbe ancor di più la crescita degli pneumococchi.
L’importanza dello studio
Lo studio potrebbe aprire le porte non soltanto allo sviluppo di nuovi farmaci, ma potrebbe anche fare da apripista per le infezioni batteriche causate da altri virus come SARS_CoV_2.
Infatti, la COVID_19, patologia causata dal virus SARS_CoV_2, può provocare polmonite bilaterale interstiziale in grado di evolvere nella Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS), un’insufficienza respiratoria determinata da accumulo di liquido nei polmoni e riduzione eccessiva di ossigeno nel sangue.
La polmonite bilaterale può quindi provocare fenomeni di fibrosi interstiziale, microembolia e trombosi dei vasi polmonari. È inoltre caratterizzata da opacità a vetro smerigliato evidenziate dalle TAC (Fig. 4) e anomalie in alcuni risultati di laboratorio, legati ad esempio alla funzionalità epatica.
Risulta quindi fondamentale porre l’attenzione su studi che aggiungono tasselli alla consapevolezza umana riguardo le infezioni primarie e secondarie nell’ottica di un miglioramento complessivo della salute umana. È inoltre indispensabile lo sviluppo di conoscenze riguardanti la diffusione di virus che, pur generalmente innocui, possono in realtà causare gravi complicanze potenzialmente letali.
Elena Panariello
Fonti
- https://www.epicentro.iss.it/influenza/influenza
- https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/malattie-infettive/cocchi-gram-positivi/infezioni-da-pneumococco
- https://www.inran.it/polmonite-batterica/
- https://www.medimagazine.it/influenza-nuovo-studio-spiega-perche-puo-diventare-fatale/
- https://news.ki.se/new-study-explains-important-cause-of-fatal-influenza
- https://www.pnas.org/content/early/2020/11/20/2012265117