Negligenza spaziale unilaterale

La Negligenza spaziale unilaterale è un disturbo neurologico che permette al paziente di osservare solo una porzione dello spazio (destra o sinistra, in alto o in basso). Inizialmente si utilizzavano termini come agnosia o emi-disattenzione. Solo recentemente si utilizza il termine “negligenza“, permettendo di distinguerla da disturbi dell’identificazione degli oggetti. Inoltre la scelta di questo termine implica che il disturbo è solo di tipo attenzionale e coinvolge solo metà dello spazio.

Caratteristiche della negligenza spaziale unilaterale

La sindrome della negligenza spaziale unilaterale è tra le anomalie comportamentali più eclatanti causate da danno cerebrale. Oltre alla perdita di funzione, non si riesce a rispondere agli stimoli sul lato dello spazio controlaterale al danno. Ciò significa che se il danno è sul lato sinistro allora il deficit sarà sul lato destro. Mentre sono rilevati tutti gli stimoli provenienti dal lato ipsilesionale (stesso lato del danno). Ad esempio alcuni sintomi sono pettinarsi i capelli solo a sinistra, leggere il lato sinistro di una pagina, fino ad affermare che il proprio braccio sinistro appartiene ad un’altra persona.

Deficit o punti di vista?

La negligenza spaziale unilaterale è una sindrome eterogenea, infatti alcuni pazienti hanno deficit di tipo tattile, altri visivo. Inoltre tra coloro che hanno un deficit visivo possiamo distinguere tra non riconoscere ciò che è vicino a sé o ciò che è lontano. Un’altra distinzione divide la negligenza “visiva-percettiva o attenzionale” dalla negligenza “intenzionale o ipocinesia“. Ovviamente anche il tipo di area cerebrale o i vari pathway cerebrali danneggiati, influenzano l’insorgere di una negligenza piuttosto che l’altra.

Un’ulteriore distinzione viene fatta tra rappresentazione centrata sullo spettatore o spazio peripersonale rispetto alla rappresentazione centrata sullo stimolo. Nel primo caso le coordinate spaziali sono le stesse del proprio campo visivo. Essa ci permette di collocare gli oggetti nello spazio e muoverci rispetto ad essi. Nel secondo caso invece la linea mediana di rappresentazione coincide con quella dell’oggetto. Ciò implica che la posizione assoluta dell’oggetto è irrilevante, ma la destra e la sinistra sono sempre definiti dallo spettatore. Ad esempio, ponendo le parole “Microbiologia Italia” sul lato destro dello spettatore, la lettera M è sul lato sinistro dello stimolo, ma sul lato destro dello spettatore. Questo esempio ci permette di capire la differenza tra le due rappresentazioni che sono alla base della negligenza spaziale unilaterale.

Task per la diagnosi della negligenza spaziale unilaterale

Esistono diversi task che vengono posti ai pazienti per la diagnosi della negligenza spaziale unilaterale, ad esempio disegnare un oggetto la cui immagine è posta di fronte a noi, oppure ricordare un oggetto e disegnarlo su di un foglio. Altri invece richiedono di porre una croce all’interno di cerchi disegnati su un foglio. In altre tipologie di task invece viene chiesto di leggere delle bravi frasi o parole. Spesso i pazienti sostituiscono porzioni delle parole o leggono delle stringhe che non hanno un senso semantico. Ovviamente tutti questi task sono accompagnati da test di imaging, in grado di identificare l’area danneggiata.

Task con oggetti multipli (sinistra) e di un singolo oggetto (destra) per diagnosi negligenza spaziale.
Figura 1 – Task con oggetti multipli (sinistra) e di un singolo oggetto (destra) per diagnosi negligenza spaziale. [Fonte: archive-ouverte.unige]
Memory task per diagnosi negligenza spaziale
Figura 2 – Memory task per diagnosi negligenza spaziale. [Fonte: archive-ouverte.unige]

Trattamento Negligenza spaziale unilaterale

Non esiste una vera e propria cura per la negligenza spaziale unilaterale, ma esistono dei task in grado di allenare il paziente a riconoscere gli stimoli. Gli stimoli possono essere ad esempio porre al paziente sul lato controlaterale della lesione delle parole di dimensioni maggiori rispetto alle righe di lettura e manipolare la velocità di lettura. Weinberg e i suoi colleghi hanno dimostrato che la combinazione di scansione visiva, consapevolezza sensoriale e allenamento dell’organizzazione spaziale è una strategia di trattamento efficace. Infatti attraverso test neuropsicologici effettuati prima e dopo la fase di training è stato evidenziato un miglioramento nei pazienti anche a distanza di 1 anno.

Un altro scienziato, Robertson, ha invece utilizzato degli stimoli uditivi. L’operatore in modo improvviso doveva colpire la scrivania e successivamente con forza dire: “Attenzione!”. Questo esperimento per quanto possa sembrare strano, in realtà funge da promemoria uditivo. Questa strategia si basa sulla premessa che l’attenzione sostenuta, è un sistema che impegna l’attenzione in preparazione alla risposta in assenza di stimoli esterni.

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Ludovico Abate

Sono Ludovico Abate un appassionato di biologia, piante e sport